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19/11/2011 17:53 CEST - Storie di tennis

“Ecco perché ho scelto la terra blu”

TENNIS - Nel 2012 il torneo di Madrid si giocherà su terra blu. In un'intervista rilasciata ad AS il patron del torneo Ion Tiriac ha spiegato perché ciò sarà un bene per il tennis. Nadal aveva detto: "Spero di non dover giocare un giorno su erba blu". Ma per Manolo Santana, direttore del torneo, "quando proverà la nostra nuova superficie, cambierà idea".  Daniele Vallotto

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Spero di non dover giocare un giorno su erba blu”. Con queste ironiche parole Rafael Nadal ha fatto capire come la decisione di Ion Tiriac non lo esalti più di tanto. E in effetti il campione maiorchino si era sempre opposto, a parole, alla rivoluzione della terra blu propugnata dal patron del Mutua Madrid Open. Come Roger Federer, d'altronde.

E sappiamo che il parere di questi due conta ancora qualcosa. Nonostante ciò l'uomo più ricco di Romania non si è fermato, è andato dritto per la sua strada e ha ottenuto ciò che voleva: la prossima edizione del Madrid Open si giocherà su terra blu. Con buona pace dei top player e dell'inarcatissimo sopracciglio di Rafa. Il permesso è comunque provvisorio: la superficie sarà sotto esame nell'edizione 2012 dopo la quale verrà deciso se si proseguirà verso questa direzione o se si tornerà alla tradizionale terra rossa.

Nel 2004 il torneo di Madrid salì alla ribalta a causa delle raccatapalle-modelle ed ora la novità della terra blu non passerà certo inosservata. Il vulcanico Tiriac è così riuscito in un'altra impresa e in un'intervista al quotidiano spagnolo AS ha spiegato tutti i vantaggi di questa rivoluzionaria scelta: “30 anni fa a Stoccarda giocavamo già su terra color blu scuro. Negli Stati Uniti ci sono i campi in terra verde. Questo sport deve progredire ed è fuor di dubbio che con un campo blu la palla si veda di più. Non è un fatto di estetica. Credo molto in questo. Anche nell'atletica la tendenza è puntare sempre di più su piste blu per veder meglio gli atleti”. La posizione riguardo ai dubbi sollevati dai campioni è sempre la stessa: i campioni passano, il tennis resta.

I tempi cambiano ed è così anche per il tennis. Devo insistere sul fatto che la terra blu non contiene agenti chimici, è completamente naturale. Spiegherò meglio tutti i vantaggi in una conferenza stampa a fine mese”.

Nonostante le ironie e l'attaccamento alla tradizone, Nadal sembra essersi ormai arreso alla volontà del proprietario del Mutua Madrileña Open, un torneo che si è sempre distinto per le sue innovazioni, a partire dall'avveneristica cornice nella quale si svolge, la Caja Magica. Tiriac non sa che farsene delle tradizioni anche se queste riguardano uno sport piuttosto conservatore come il tennis: “Nel 1969 quando io e Nastase vincemmo il doppio al Roland Garros ricevemmo un premio di cento dollari. Dal prossimo anno puntiamo ad aumentare il montepremi del Madrid Open fino a dieci milioni di dollari tra il torneo maschile e femminile. I tempi cambiano. Non so perché a Rafa non piaccia la terra blu. Altri giocatori l'hanno provata e si trovano bene”.

Per convincere il numero 2 del mondo interverrà anche Manolo Santana, direttore del torneo, il quale in un'intervista ad ABC ha spiegato i motivi che l'hanno portato al sì. “Rafa ha la sua opinione ed è libero di esprimerla ma sono sicurò che quando la proverà cambierà idea”. Santana sembra essere del tutto in armonia con Tiriac e anche le sue parole preferite sono “innovazione” e “progresso”. “Da quando ho cominciato a giocare ci sono sempre stati cambiamenti. Siamo passati dalle racchette di legno a quelle di metallo a quelle attuali. Le palle non hanno niente a che fare con quelle di allora”.

Naturalmente il motivo per cui anche Santana si è convinto è la visibilità della palla. E a coloro che credono che abbia voluto accontentare le bizze di Tiriac risponde così: “Vorrei rimanesse chiaro che la terra blu non è il capriccio di nessuno, è per il bene del tennis”.

Santana e (soprattutto) Tiriac non hanno alcun dubbio che questa novità porterà ancora più fortuna al torneo madrileno, certamente uno dei più innovativi e ricchi tra i Master 1000 (in quanto a montepremi e dietro a Indian Wells, Miami e Shanghai), resta solo da vedere come risponderanno gli appassionati. Per ora la nuova superficie non accoglie molti dissensi anche perché, stando alle parole di Tiriac, non cambierà nulla sotto il profilo del gioco.

Che dietro l'idea della terra blu vi sia una sagace operazione di marketing è fuor di dubbio ma è possibile che vi siano vantaggi per la visibilità, soprattutto per gli spettatori televisivi. E Tiriac sa bene che in un paese come la Cina, il cui bacino d'utenza è naturalmente enorme, il tennis sta prendendo sempre più piede grazie alle gesta di Na Li. La nuova collocazione del torneo dovrebbe essere un altro punto a favore dell'imprenditore di rumeno, dato che anche gli occhi più delicati potranno abituarsi alla terra rossa – in vista del Roland Garros - con gli Internazionali di Roma. Il patron del Madrid Open ha dimostrato più volte di saper precorrere i tempi come solo i grandi affaristi sanno fare: avrà ragione anche stavolta?

Daniele Vallotto

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