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15/12/2011 11:20 CEST - CURIOSITA'

Le battute storiche dei tennisti

TENNIS - Non sempre le dichiarazioni dei tennisti offrono spunti memorabili, anzi. Però ogni tanto ci sono delle perle che restano nella memoria. Bleacher Report ha segnalato le dieci battute più divertenti, a partire dal leggendario "Nessuno mi batte 17 volte di fila" di Vitas Gerulaitis. Noi ne abbiamo individuate anche altre, soffermandoci soprattutto su Andy Roddick, "mattatore" delle conferenze stampa. Vanni Gibertini

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Durante una delle tante conversazioni che accompagnano le lunghe dirette di Ubitennis durante i tornei dello Slam, il nostro vice-direttore Riccardo Bisti una volta disse: “Non capisco per quale motivo, durante le conferenze stampa, ogni volta che i giocatori abbozzano una battuta, anche la più cretina, tutti si mettono a ridere a crepapelle, in una dimostrazione di ‘zerbinaggio’ francamente patetica”. Certo è vero che nel 90% dei casi i tennisti dopo i match dicono sempre le stesse cose, rispondendo con gli stessi luoghi comuni alle domande spesso troppo uguali dei giornalisti presenti, e sono davvero poche le battute degne di nota. Forse però è anche grazie a questo piattume che ogni barlume di ironia viene accolto con malcelato entusiasmo da chi è sempre alla disperata ricerca di uno spunto originale per arricchire le cronache.
E’ altrettanto vero però che, di tanto in tanto, esce qualche perla che merita di essere ricordata per arguzia o per idiozia, per candore o per ingenuità. Il motivo lo lasciamo decidere a voi. Il sito americano Bleachers Report ha elencato quelle che per loro sono le dieci battute più divertenti nella storia del tennis, noi aggiungeremo quelle che a nostro avviso meritano di essere menzionate, ma l’elenco non ha nessuna pretesa di completezza, e soprattutto non si propone come “verità assoluta”.

FINCHE’ C’E’ VITAS… Si parte dalla celebre citazione di Vitas Gerulaitis, che dopo aver interrotto una serie di 16 sconfitte consecutive contro Jimmy Connors dichiarò: “Nessuno mi batte per 17 volte di fila”.

PECUNIA NON OLET: Quando un tennista si ritira, l’ATP toglie il suo profilo dall’ATP Media Guide, il volume curato dalla Associazione Giocatori (ora disponibile online) che fornisce informazioni sui vari tennisti. Goran Ivanisevic non ha apprezzato quando il suo profilo è stato fatto sparire: “Hanno perso la mia pagina. Eppure con tutte le multe che ho pagato sono il più importante contributore del Tour, mi dovrebbero dedicare una pagina solo per quello”.

POCHE IDEE MA BEN CONFUSE: uno dei decani dei commentatori televisivi per la BBC, Harry Carpenter, disse di Virginia Wade: “E’ evidente che Virginia trae beneficio dal giocare sotto pressione ora che la pressione di far bene che c’era su di lei non c’è più”. Chi ci capisce è bravo…

LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE: Pat Cash a proposito di Lleyton Hewitt: “I suoi due maggiori punti di forza sono le sue gambe, la sua velocità, la sua agilità e la sua carica agonistica”.

IL PRINCIPIO ISPIRATORE DI CAROLINE WOZNIACKI: Secondo il comico Mitch Hedberg (che purtroppo per lui aveva un “h” di più e tanto talento in meno) “la cosa più deprimente del tennis è che, indipendentemente da quanto si riesca a migliorare, non si riuscirà mai a diventare più forti del muro”.

TUTTO IL MONDO E’ PAESE: Nicolas Massu, ex-giocatore cileno di Coppa Davis nonché medaglia d’oro olimpica ad Atene non aveva dubbi: “Meglio essere il n.1 del mondo che il n.2 del mio paese”.

L’ALIMENTAZIONE E’ TUTTO: Secondo l’ex n.17 del mondo Mel Purcell battere l’Ivan Lendl degli anni ’80 era possibile, “nella giornata giusta posso vincere, a patto che lui abbia una qualche forma di avvelenamento alimentare”.

ME, MYSELF AND I: Ancora Goran Ivanisevic, uno dei tennisti con la psiche più tribolata della storia, spiegava come le sue sconfitte dipendessero soprattutto dai suoi avversari: “Ogni giorno in campo devo giocare contro cinque avversari – l’arbitro, il pubblico, i raccattapalle, il campo e me stesso”.

UN’IDEA MERAVIGLIOSA: Durante un’esibizione, Andre Agassi chiese al suo avversario Andy Roddick: “Fammi vedere cos’hai più di me, big boy”. Ed Andy prontamente rispose: “Capelli”. Ridi finchè puoi, Andy, perché mi sembri avviato sulla strada del tuo semi-omonimo.

IN PUNTA DI SPADEA: Vincent Spadea, il tennista americano noto per aver perso 21 volte consecutive al primo turno (record mondiale), già prima di pubblicare il suo libro “Break Point” pieno di opinioni piuttosto abrasive su alcuni suoi colleghi, aveva già iniziato a farsi ben volere. A proposito dei tennisti argentini Canas, Coria, Chela, Hood e Puerta, tutti stranamente propensi a fallire i test antidoping aveva detto: “Gli argentini si allenano in campo per due ore al giorno, dopodiché si allenano per altre due ore davanti allo specchio a dire ‘Sono innocente’”.

Alle segnalazioni di Bleacher Report ci sentiamo di aggiungere

PRIVACY, PLEASE: Pat Cash, dopo una sconfitta a Wimbledon, a chi gli chiedesse il motivo per la sua prestazione incolore rispose piuttosto seccato: “Non sono affari tuoi. Vuoi una risposta? Avevo le mestruazioni, ecco la risposta!”

GIORNATA PARTICOLARE: Dopo la sua sconfitta contro Caroline Wozniacki a Montreal 2010, Francesca Schiavone si giustificò dicendo che in quella giornata non aveva la forza atletica che aveva avuto durante tutto il torneo. “E perché oggi non avevi la stessa forza di ieri? – fu la domanda del collega canadese. La milanese rispose così: “Tu sei un uomo, io sono una donna. Se chiedi a tua moglie ti dirà che ci sono giornate in cui noi donne fisicamente non rendiamo al 100%”.

ELEMENTARE NADAL: Dopo la sconfitta contro Roddick a Miami nel 2010, Rafael Nadal è stato torchiato a dovere dai giornalisti spagnoli. Uno di loro ha chiesto: “Prima hai detto che, sul 5-3 del primo set non sei riuscito a trovare le contromisure al suo cambiamento di tattica. Che cosa avresti dovuto fare?” Il maiorchino, serafico, ha risposto: “Se lo sapessi lo avrei fatto in campo!”

Ci sentiamo di concludere questa carrellata semiseria con una mini-rassegna monografica dedicata al personaggio probabilmente più originale del tennis moderno: parliamo naturalmente del maestro delle conferenze stampa, l’adorabile Andy Roddick. Colui che, nel 2007 a Melbourne, dopo essere stato steso da Roger Federer in semifinale, si sentì dire dal nostro direttore Ubaldo Scanagatta che la sua prestazione in sala stampa era migliore della sua prestazione in campo.
Ecco, in ordine sparso, alcune delle sue gemme
- Lo dico sempre a Roger: “Mi piacerebbe odiarti, ma sei troppo una brava persona”.
- Io e Roger ci incontriamo spesso negli spogliatoi, quando io cerco di farlo cadere così che si faccia un po’ male.
- Voi ridete alle mie risposte, ma qualche volta anche io rido delle vostre domande.
- Ho provato a cambiare un po’ il mio gioco: l’ho attaccato sul diritto e lui mi passava, poi l’ho attaccato sul rovescio, e lui mi ha passato anche con il rovescio, ho provato a rimanere a fondo, e lui ha trovato il modo di passarmi anche mentre ero a fondo (naturalmente parlava della sua nemesi Federer)-
- (su Djokovic) Sì, sembrava avesse male alla caviglia… tutte e due… alla schiena… all’anca… un crampo… l’aviaria… antrace… SARS… influenza comune… se uno sta male, sta male. Non so se faccia finta o meno, ma o è uno che chiama il medico per qualunque cosa, oppure è l’uomo più coraggioso del mondo, decidete voi.
Ultima chicca, anche in ordine cronologico, è stata al torneo di Shanghai, quando interrogato da un giornalista cinese su un suo possibile ritiro dopo un 2011 deludente, Roddick ha risposto: “Credo che dovresti essere tu a ritirarti!”. Che il Cielo ce lo conservi a lungo!

Vanni Gibertini

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