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20/12/2011 17:27 CEST - Storie di tennis

Tiriac e le pari opportunità

TENNIS - Sapevate che una donna ha giocato in un torneo maschile? E' successo al Fairfield County International Tennis Championships del 1975. Abigail Maynard, studentessa di biologia, ottiene una wild card. Il sorteggio la oppone a Tiriac, che vince 6-0 6-0 in 25 minuti. "Ora potrò giocare nel circuito femminile" commentò, "in un anno guadagnerei abbastanza da ritirarmi". Alessandro Mastroluca e Stefano Rosato

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Se lui l’avesse saputo prima, magari si sarebbe fatto pagare per giocare. Se lei l’avesse saputo prima di dover giocare contro di lui, magari avrebbe chiamato tutti i conoscenti ad assistere alla partita. Lei è Abigail Maynard, all’epoca dei fatti solo una studentessa 19enne di biologia della Wesleyan University. Lui è Ion Tiriac. La partita non è un’esibizione, non è stata organizzata apposta per creare l’evento. È il primo turno del Fairfield County International Tennis Championships, torneo maschile da 30 mila dollari del 1975. Un torneo maschile con una studentessa come wild-card.

Abigail era stata per quattro la miglior giocatrice della squadra di tennis della Wilton High School, e in due anni lo era diventata anche del college. Si allenava al club dove si disputava il torneo, allo Sugar Hollow Racquet Club, ed era seguita dal direttore dell’evento, John Nogrady, che le assegna una delle due wildcard a disposizione per giocatori del posto. “Non c’erano clausole che impedissero di darla a una giocatrice e ho pensato che Abigail fosse abbastanza qualificata” spiegava. Forse era anche un modo per aggiungere motivi di interesse a un torneo dalla genesi piuttosto tribolata.

Stelle cadenti e niente desideri
John Nogrady è stato un giocatore di livello negli anni ‘40, capace di diventare numero 2 degli Usa all’inizio degli anni ‘40. Organizzò anche un tour in cui sfidò Budge 42 volte, vincendone 16. Ma è da allenatore che ha avuto le sue migliori soddisfazione. Pioniere della preparazione nei campi al coperto, ha “allevato” centinaia di giovani talenti e seguito vip come Grace Kelly, William Fairchild, i Kellogs e l’industriale della chimica William Du Pont. Ha seguito anche Bobby Riggs: “Non si allenava con me se non scommetteva qualcosa su chi avrebbe vinto, ma se perdeva non pagava mai”.

Riggs è diventato celebre, dopo la sua carriera da giocatore, per “la battaglia dei sessi”, l’esibizione contro Billie Jean King del 1973. Ed è una perfetta coincidenza che un’allieva di Nogrady ne giochi un’altra, contro il più indicato degli avversari. Anche se Abigail avrebbe sognato di giocare con Connors.

Era infatti Jimbo l’attesa testa di serie numero 1 del torneo. Ma Connors, il cui match d’esordio era fissato per mercoledì 26 febbraio 1975, aveva giocato un’esibizione a Syracuse con Ilie Nastase la sera prima. Bill Riordan, suo manager e guru, figura paterna cui Jimbo chiedeva consigli su tutto, annuncia che né Connors, né Nastase andranno più a Fairfield. Hanno problemi respiratori, dice Riordan, capo dell’Independent Players Association. Così lo descrive Joel Drucker in “Jimmy Connors mi ha salvato la vita”: “Ricco e affascinante, l’allampanato Riordan era il tipo che poteva vendere neve agli eschimesi. I suoi denti ricordavano una fila di chicchi di granturco. Le sue tasche tintinnavano di spiccioli. Il suo cervello lavorava indefessamente sugli handicap nelle corse dei cavalli, sui corsi azionari e su qualsiasi altro campo dove si poteva realizzare un grosso profitto”. Questo farabutto simpatico, questo “opportunista di cuore” aveva detto a Connors per convincerlo a diventare la star del suo tour: “Se vuoi essere il tennista più famoso del mondo io non posso insegnarti a tirare un rovescio, ma l’unica faccenda che conosco è quella promozionale. Farò di te il più conosciuto del mondo”. Promise a Nogrady che Nastase e Connors avrebbero giocato un singolare di esibizione allo Sugar Hollow Racquet Club la domenica della finale.

Mantennero la parola, ma non bastò a soddisfare Nogrady, che per il tabellone principale aveva perso anche Vitas Gerulaitis. Il torneo l’aveva organizzato in sei settimane, perché originariamente si doveva giocare in New Jersey. Ma non si trovò l’accordo, così un amico di Nogrady che lavorava per la USTA gli chiede se è interessato ad avere il torneo in Connecticut. La Pepsi dona i trofei, lo stabilimento locale della Belrus (nota azienda produttrice di orologi) mette a disposizione i parcheggi. Ma metà degli spettatori che hanno acquistato il biglietto per la sera del mercoledì, per l’atteso debutto di Connors, chiedono e ottengono di essere rimborsati.

La seconda battaglia dei sessi
Non c’era quasi nessuno, invece, a guardare Abigail Maynard contro Ion Tiriac. Il baffuto e istrionico rumeno commentò con la sua solita ironia: “Se una donna può giocare nel circuito maschile, allora io potrei giocare in quello femminile. Mi basterebbe restarci un anno: potrei guadagnare abbastanza da ritirarmi”.

A Riordan l’idea di una donna nel circuito maschile, nel suo circuito soprattutto, non va proprio giù. “Francamente la considero una scorciatoia perché si parli del tennis femminile” commenta all’Associated Press. “Il tennis arriva in un cattivo stato quando serve da veicolo per gli scherzi da circo di individui insensibili. Le donne come Abigail Maynard dovrebbero portare i loro festival itineranti da qualche altra parte, forse in cucina”.

Nogrady non è affatto d’accordo. “Ogni volta che un nero entra in una squadra di baseball o una donna si dà a una disciplina sportiva qualsiasi, si parla di scorciatoia. Non è giusto. Lei è qui perché se lo merita”.

Abigail ostenta calma all’ingresso in campo, scherza con qualche spettatore. Ha otto racchette, ma solo sei sono incordate, le altre le ha prese in prestito dal negozio del club, per fare scena. Il match dura 25 minuti. Tiriac vince 6-0 6-0 in 25 minuti, la Maynard commette 11 doppi falli e conquista quattro punti, tutti nel primo set.

Un errore di Tiriac le vale il punto del 15-30 nel quarto game, sul suo servizio; nel sesto trova anche un vincente incrociato per il 30-40. Nel secondo set, però, Tiriac non le lascia nemmeno un quindici. “Ero troppo nervosa, paralizzata dalla pressione” commenta Abigail dopo il match. “Non riusciva a tenere gli occhi sulla palla” deve ammettere Nogrady.

Anche Tiriac le lascia qualche attenuante. “Penso che lei sappia giocare molto meglio di così. Credo però che stasera non abbia dimostrato niente. Questa sconfitta le farà male a lungo. Per me nessuna donna può avere spazio nello sport maschile, nonostante il mio amore per le donne”.

Abigail Maynard oggi
Quanto quella partita le abbia fatto male non è accertato. Di sicuro, però, c’è che Abigail ha abbandonato i suoi sogni di diventare una tennista professionista e si è dedicata al suo amore per la biologia. Oggi fa parte del consiglio per la conservazione del suolo e dell’acqua all’interno del Dipartimento di Protezione Ambientale del Connecticut.

Specializzata in tecniche di coltivazione sostenibile e utilizzo di concime organico, ha studiato gli effetti di lungo termine dell’applicazione ripetuta del compost sulle caratteristiche del terreno e la qualità dell’acqua e sta valutando la possibilità di introdurre nuove colture cerealicole nello stato. Ha inoltre studiato tutte le 400 specie di piante da introdurre nella Weir Preserve, un’area di 110 acri all’interno del Weir Farm National Historic Site, l’unico parco nazionale del Connecticut dedicato al pittore impressionista che ha gestito l’area fino alla sua morte, nel 1919.
 

Alessandro Mastroluca e Stefano Rosato

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