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18/02/2012 17:02 CEST - Personaggi

Jabeur: un raggio di luce araba

TENNIS - Nel 2011, la diciassettenne tunisina ha vinto il Roland Garros junior e ha quasi battuto Maria Sharapova nel torneo senior. Questa è la sua prima stagione da pro: a Doha ha perso al terzo con Virginie Razzano. E' allenata da Luca Appino che nella sua carriera da manager ha messo sotto contratto, tra gli 11 e i 15 anni, Roddick, Nadal, Clijsters e Safina. Stefano Beata

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Si scrive Ons Jabeur si pronuncia favola. E’ la storia di questa diciassettenne tunisina che negli ultimi due anni è passata alla ribalta per essere giunta due volte alle fasi finali del Roland Garros femminile jrs. Nel 2010 è stata sconfitta nella finale dalla promessa ucraina Elina Svitolina, mentre lo scorso anno è riuscita a completare l’impresa riuscendo ad aggiudicarsi il torneo.

Percorso netto per questa giovane e talentuosissima araba che nella sua cavalcata è riuscita a superare anche giocatrici di sicuro avvenire: la portoricana (ed ex numero 1 jrs) Monica Puig in finale, ed in precedenza la grande speranza del tennis transalpino, la francese Caroline Garcia (che proprio in quell’edizione nel torneo senior, ha fatto soffrire non poco la russa Maria Sharapova, che si è trovata sotto 6-3 3-1).

Risultato davvero stupefacente per questa giocatrice che ha dovuto superare le prime avversità della sua giovane carriera nel 2010 avendo dovuto trascorrere 5 mesi lontano dai campi per la rottura del polso. Non è un caso che l’intervista di premiazione per l’appena vinto Roland Garros ha toccato anche questo aspetto: “La sconfitta dello scorso anno mi ha aiutato. Sono felicissima e onorata dell’orgoglio dei miei connazionali tunisini. E’ stato difficile, ma il periodo più duro è sicuramente stato quando sono dovuta rimanere ferma per 5 mesi a causa dell’infortunio al polso. Il polso mi ha creato davvero tanti problemi, ma ho lavorato sodo per sistemarlo e questa è l’unica cosa che conta. Perché ho giocato ancora il torneo jrs e non sono passata a quello senior? Beh, il mio sogno è sempre stato quello di vincere una volta nella vita il Roland Garros non importa sia quello delle ragazze o sia quello relativo al circuito professionistico. L’importante era vincerlo e riempire d’orgoglio la mia terra. Ora lavorerò sodo per alzare l’asticella e vincere il torneo dei grandi”.

Accolta come una celebrità in patria, la Jabeur si è aggiudicata il 6 gennaio 2012 il premio Arab Sports Personality of the Year consegnatole dal principe ereditario dell’emiro di Dubai Shaikh Hamdan Bin Mohammad Bin Rashid Al Maktoum.

Premio sicuramente meritato se consideriamo che il risultato ottenuto è stato davvero storico dato che la Tunisia non vinceva uno Slam tra i giovani, (mai ne ha vinti a livello Pro), dal 1956 quando s’impose nel torneo maschile Mustapha Belkhodja, mentre l’ultimo vincitore arabo fu l’egiziano Ismail El Shafei che s’impose nel torneo destinato ai ragazzi di Wimbledon nel 1964.

L’allenatore della Jabeur è l’italiano Luca Appino che potrebbe già di per sé valere come assicurazione per una futura carriera ai vertici. Appino oltre ad essere un coach, è soprattutto, un grande scopritore di talenti e nella sua carriera da manager ha messo sotto contratto tra gli 11 ed i 15 anni giocatori e giocatrici che sarebbero passati dall’essere buoni prospetti a grandi campioni diventati, poi, numero 1 al mondo. Sto parlando di Andy Roddick, Rafael Nadal, Kim Clijsters e Dinara Safina, più tanti altri rimasti nell’élite del tennis mondiale.

A luglio dello scorso anno, con il torneo di Wimbledon, la Jabeur ha abbandonato il circuito delle giovani ed ha fatto i primi passi nel mondo del professionismo.

Questa stagione ha disputato, (proprio questa settimana tra l’altro …), il suo secondo torneo “importante” tra le professioniste: a Doha dove si è disimpegnata bene mostrando lampi del suo grande talento e costringendo una veterana del circuito femminile, la francese Virginie Rezzano al terzo set (3/6 6/2 3/6 il finale). Considerando che la sua superficie preferita è senza dubbio la terra le premesse per fare una buona prima stagione tra le professioniste, (infortuni permettendo), ci sono tutte.

Dicevamo del talento: questa tunisina ha davvero qualcosa di particolare. Non è la classica giocatrice dal gioco monocorde, la classica “attaccante da fondocampo”, è una giocatrice atipica: predilige variare tantissimo i colpi ed è capace di giocare in modo eccellente i tagli, nonché dispone di una smorzata davvero fantastica che ama giocare da tutte le parti del campo, (a volte ne abusa un po’ troppo …), ricordando, sotto questo aspetto, la “neo svizzera” (sigh …) Romina Oprandi. Dispone anche di un servizio molto solido ed efficace soprattutto se consideriamo che ha ancora tantissimi margini di miglioramento.

Segnatevi questo nome, dunque, perché sicuramente ne risentiremo parlare visto il disporre di tutte le componenti adatte per sfondare nel mondo del tennis: ha talento, ha uno staff di prim’ordine ed ha grande carattere. Proprio a tal proposito ecco che cosa ha dichiarato in questi giorni riguardo alla sua programmazione: “Questa stagione il mio sogno è giocare le Olimpiadi di Londra, giocherò anche tanti tornei per migliorare il mio ranking, (la scorsa settimana era attestata alla posizione 660 ndr). So che questa stagione sarà un inizio, ma è anche una grande sfida per me è per questo che ho in mente di giocare tanto. Ritornerò sicuramente a Parigi, nel mio torneo preferito dove gli organizzatori mi hanno assicurato un invito per le qualificazioni. Spero di passare le qualificazioni e superare anche qualche turno. So che c’è la posso fare. Mi sto allenando moltissimo proprio per essere pronta quando mi si presenterà l’occasione. Seguitemi perché sento di poter fare bene”.

Stefano Beata

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