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22/02/2012 13:26 CEST - Intervista esclusiva

"Lo sciopero non si farà mai"

TENNIS -Intervista esclusiva con Ivan Ljubicic. "Per i giocatori è stato importante non far giocare le finali al meglio dei cinque set nei tornei che si giocano due set su tre". "Con lo sciopero non si vince" prosegue. In più, si parla di Davis, di rovesci a una mano e di Djokovic. "Da piccolo non mi sembrava che Nole avesse un gran talento" ammette. Da Marsiglia, Christian Turba eLaura Guidobaldi

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Qual è il segreto della sua longevità?
Non credo che il segrteo sia la motivazione, quella ce l'hanno tutti. Il segreto è tenere il corpo competitivo. Io ho sempre lavorato sul mio corpo, sono riuscito a star lontano dagli infortuni gravi. Ed è questa la ragione principale per cui sono ancora in giro a giocare tornei.

E del suo rapporto con Riccardo Piatti?
Mi son trovato bene subito, sin dal 1997 quando abbiamo iniziato. Son sempre stato "comodo" con lui: è importante per me lavorare con una persona con cui sto bene, che mi conosce così bene. Non ho mai sentito bisogno di cambiare per cercare nuovi stimoli. Quelli li ho sempre avuti per me stesso.

Qual è la decisione di cui va più fiero e il maggior rimpianto della sua esperienza nel board ATP?
Una decisione importante è stata quella di togliere le finali 3 su 5 nei tornei che si giocano 2 su 3. Il rimpianto? Ho lottato tanto per dare più libertà ai giocatori di scegliere che tornei giocare. Non sono stato d'accordo sui 500, sull'obbligo di giocarne 4 su 11. Io sono stato nel Council e poi nel Board in una stagione di grandi cambiamenti. E' stato inutile, per me, dare punti alla Coppa Davis, ma è stata una piccola vittoria riuscire a metterla in calendario subito dopo gli Slam negli ultimi anni.

Cosa ne pensa dello sciopero evocato dai giocatori?
Non è un problema di sciopero. Noi giocatori cerchiamo di far capire che non è giusto quanto sta accadendo con gli Slam, crediamo che cle ose possano migliorare. Ma lo sciopero non è un bene per nessuno. Con lo sciopero non si vince. Si vince parlando e cercando accordi.

Lei ha il rovescio a una mano, uno stile classico. Cosa pensa del tennis di oggi? se un giorno dovesse diventare allenatore, cosa insegnerebbe?
Se ci sono tanti giocatori che giocano a due mani c'è una ragione. La principale è la risposta, perché a due mani puoi rispondere meglio e senza cambiare impugnatura. Giocarlo a due mani è troppo più facile, credo che il futuro sia questo. Ma ci sarà sempre chi giocheràun rovescio a una mano, come fanno oggi Gasquet o Federer perché fa parte della storia del tennis. Non è detto che bisogna giocare necessariamente con la presa bimane, ma è un vantaggio.

E' sorpreso dell'exploit di Djokovic?
All'inizio non mi sembrava che spaccasse il mondo. Quando poi l'ho conosciuto, ho capito che aveva una motivazione e un'energia fuori dal comune. E' sempre stato convinto di diventare numero 1 del mondo. E' incredibile.
 

Laura Guidobaldi e Christian Turba

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