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04/03/2012 21:37 CEST - WTA Kuala Lumpur

L'incredibile vittoria di Hsieh

TENNIS - La taiwanese Su-Wei Hsieh (numero 123 del mondo) ha sconfitto Petra Martic per 2-6, 7-5, 4-1 (ritiro) in finale a Kuala Lumpur. Il torneo è stato completamente sconvolto dal maltempo. Su-Wei ha approfittato del walkover di Radwanska in quarti e in semifinale ha sconfitto Danilidou, reduce da una battaglia di tre set conclusa poco prima. Anche Martic ha giocato semi e finale nello stesso giorno. AGF

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Il torneo International di Kuala Lumpur è stato vinto da una giocatrice proveniente dalle qualificazioni, la taiwanese Su-Wei Hsieh (numero 123 del mondo) che ha sconfitto Petra Martic per 2-6, 7-5, 4-1 (ritiro).
Per chi questa settimana non avesse seguito le vicende del torneo, devo premettere che è stato completamente sconvolto dal maltempo. Il normale andamento del tabellone è stato compromesso sin dai primi turni, tanto che alcune giocatrici si sono ritrovate a dovere disputare due partite al giorno per recuperare i ritardi.

Di fronte a questi problemi, ho il dubbio che la tds numero uno Radwanska abbia deciso che non valeva la pena di spremersi in una rincorsa affannosa di partite ravvicinate da sostenere al caldo umidissimo della Malesia (uno-due temporali tropicali al giorno, temperature sopra i 30 gradi), ed ha dato forfait. Già il giorno prima del ritiro aveva dovuto giocare una partita e mezza nel giro di qualche ora, e forse ha scelto di non esagerare.

- Quarti di finale: grazie al WO di Radwanska, la futura vincitrice Hsieh (che aveva eliminato Keothavong e Dellacqua nei primi due turni) ha passato il turno senza scendere in campo.

- Semifinali: fresca e riposata, Hsieh ha sconfitto Elena Daniilidou che era reduce da una partita in tre set conclusa poche ore prima nello stesso giorno, sempre a causa dei rinvii; tanto è vero che nel terzo set Daniilidou ha avuto un risentimento ad una gamba e, dopo il MTO, ha concluso il match da ferma solo per onor di firma.

Subito dopo (ieri) si sarebbe dovuta giocare la seconda semifinale tra Jelena Jankovic e Petra Martic. Ma ha cominciato di nuovo a piovere, e quindi la partita è stata rinviata al giorno successivo (cioè oggi), programmata quattro ore prima della finale.

Il match è stato durissimo, quasi tre ore e 10 minuti di tennis combattutissimo, vinto dalla croata 67 75 76, che ha letteralmente prosciugato le energie delle giocatrici.

Petra ha giocato un match davvero di alto livello, malgrado non abbia compiuto sempre le giuste scelte tattiche . A questo va aggiunta la tendenza a perdere il controllo del rovescio, paradossalmente più spesso nei colpi interlocutori dello scambio che quando cercava di spingerlo. Oltre alla sua consueta varietà di colpi, ha mostrato un servizio molto solido, sia con palle tese che con palle in kick. Le traiettorie ad alto rimbalzo hanno mandato in crisi Jelena Jankovic, tanto che in alcuni frangenti sulle seconde Jelena preferiva entrare due metri nel campo per cercare di intercettare la palla prima che si alzasse troppo (con esiti alterni alla risposta). Poi un dritto davvero incisivo, e infine una tenuta mentale notevolissima.

Tale è stato l'equilibrio in campo che forse due nastri hanno deciso i primi due set. Nel primo, sul 5-4 del tie break, un colpo scentrato di Jelena si è arrampicato sulla rete, ricadendo dalla parte opposta e consentendole di ritrovarsi invece che sul 5 pari con due set point a favore (convertito il secondo). Nel secondo set sul 5-5 30-40 una risposta di rovescio agganciata con la punta della racchetta da Martic ha fatto altrettanto; e malgrado Jelena fosse accorsa a rete la palla è letteralmente morta dalla sua parte senza darle possibilità di intervento: break subìto e set perso nel game successivo.

Sotto 1-4 nel set finale, Petra ha alzato il suo livello di gioco recuperando il break e ha salvato un match point sul 5-6 30-40 del terzo set con una prima a quasi 180 km/h all'incrocio esterno delle righe. Forse proprio il servizio più incisivo di Petra Martic nei momenti importanti ha fatto la (minima) differenza in campo.

Nell'intervista a fine match Jelena non aveva più la forza di parlare; la sua caratteristica voce rauca a causa della fatica era diventata quasi un rantolo: più che da un a partita di tennis sembrava reduce da 12 riprese di pugilato.

La soddisfazione della vittoria pareva aver dato un po' di sprint in più a Martic, ma anche lei era provatissima, e non ha nemmeno risposto a tono alle domande: ha espresso le solite frasi di circostanza, ma in realtà l'intervistatore le aveva chiesto tutt'altro.

- Finale: Dopo circa due ore, Petra Martic è di nuovo tornata in campo per la finale. Senza poter spingere i colpi (a parte il servizio), ma di puro tocco e piazzamento della palla, si è portata sul 6-2, 4-2 in poco più di un'ora di gioco. La sua partita non era tanto contro l'avversaria, quanto contro il tempo e contro il rischio di finire le residue energie. La cosa è ineluttabilmente accaduta nel settimo gioco del secondo set, quando ha praticamente smesso di muoversi.

Nel game successivo Petra è stata colta dai crampi semplicemente per aver dovuto fare uno spostamento all'indietro improvviso, per schivare una palla lunga dell'avversaria. Persi tre game di fila, è riuscita ancora a fare un game grazie alla battuta per salire 5-5; ma ha perso di nuovo il servizio (e il set) sul 5-6; e con quello la residua speranza di giocarsi le ultime possibilità in un eventuale tie break.

Si era quindi un set pari: a quel punto le chance di vincere per Martic erano ridotte a zero, e il suo allenatore avrebbe ragionevolmente dovuto fermarla. Invece è cominciato il terzo set, con Petra ormai allo stremo.
Oltre alla fisioterapista, ad ogni cambio campo interveniva un medico per misurarle la pressione: tenendo presente il durissimo match di semifinale alle spalle, la cosa appariva preoccupante, ben diversa dalla solita operazione di routine che spesso si vede fare durante i MTO.

Martic ha inutilmente giocato altri 5 game, di cui uno perfino vinto ai vantaggi, ancora una volta solo con il servizio. Poi finalmente, dopo aver sbagliato una decina di colpi di fila ha capito che non aveva senso rischiare ulteriormente e si è ritirata: in lacrime e sorretta dal medico è stata accompagnata negli spogliatoi.

E così, grazie ad una delle più incredibili serie di circostanze degli ultimi tempi, Su-Wei Hsieh si è ritrovata vincitrice di un torneo che pure vedeva al via una giocatrice tra le top 10 e due tra le top 20.

AGF

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