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06/03/2012 09:15 CEST - L'incordatore risponde

Bergamo, torneo ... ad alta tensione

TENNIS - Mi ha insegnato molto l'esperienza di incordatore al Challenger di Bergamo. Molti giocatori hanno scelto tensioni delle incordature sopra i 26 kg. Dustin Brown si conferma fuori dagli schemi: le corde della sua Babolat Aerostorm sono "tirate" a 32 kg. Kravchuk e Becker scelgono incordature ibride, così come Arnaud Clement, ancora maniacale nella cura dei dettagli. Gianmarco Righi

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Dopo aver vissuto un’esperienza come gli Internazionali BNL 2011, qualcuno potrebbe anche pensare che un challenger ATP (50.000 euro di montepremi) ti lasci molto meno; si potrebbe anche pensare che dopo aver respirato l’aria del Foro Italico, ritrovarsi in un palazzetto dello sport possa essere “degradante” come esperienza.

Qualunque cosa si possa comunque pensare, sulla falsa riga di quanto appena ipotizzato, non corrisponde assolutamente al vero; in quanto posso definire l’avventura del challenger di Bergamo come un’esperienza fantastica! Senza nulla togliere, chiaramente, agli Internazionali di Roma, che sono e rimangono la sede di uno dei tornei più prestigiosi al mondo, il challenger ATP 50.000 di Bergamo, seppur inserendosi in una realtà molto diversa da quella del Foro Italico, ha offerto a tutti gli appassionati, a parer mio, un buon livello di gioco ed un intrattenimento e una scenografia molto curata nel dettaglio, con poche pause per gli spettatori ed un coinvolgimento continuo anche grazie all’ottimo lavoro dell'agenzia d’animazione.

Devo ammettere che, nonostante l’enorme divario in termini di prestigio, montepremi e contesto che c’è con gli Internazionali BNL, ci sono alcuni parametri che hanno reso questa esperienza, a livello personale, molto avvincente e impegnativa; in primis il fatto che non ci sono persone in grado di consigliarti o aiutarti a districarti da alcune situazioni difficili: ci sei solo tu! E’ stato molto soddisfacente a livello personale, essere il fulcro del servizio incordature, e soprattutto curarlo ed organizzarlo in ogni suo dettaglio: l’avere un contatto diretto con i giocatori, il comunicare direttamente con loro di ogni aspetto tecnico che riguarda le loro incordature, il prendersi direttamente a carico la responsabilità di fargli avere le racchette per gli orari stabiliti; certo sono tutte responsabilità che comportano qualche sacrificio a livello di orari di lavoro, ma che se vissute in un certo modo possono dare grandi soddisfazioni.

Credo che poi sia anche un qualcosa di soggettivo, io personalmente, per come sono caratterialmente, più sono responsabilizzato più mi sento soddisfatto, e il fatto di dover andare a dormire tardi per poi svegliarmi presto, oppure di dover rinunciare a pranzare per portare a termine i lavori nei tempi stabiliti, sono tutti piccoli sacrifici che faccio senza problemi. Certo questa “centralià” nel servizio incordature di cui parlo, non vuole assolutamente sminuire l’ottimo lavoro svolto dai due colleghi Marco Tagliaferri e Andrea Morganti (che peraltro colgo l’occasione di ringraziare pubblicamente per il lavoro svolto), che hanno curato in modo impeccabile il servizio incordature presso il palazzetto dello sport di Alzano Lombardo: struttura presso la quale si sono svolte alcuna gare di doppio ed alcune sessioni di allenamento, specie nei primi giorni del torneo.

Venendo alle particolarità di questo torneo, o comunque agli aspetti che mi hanno colpito, come prima cosa mi sono rimaste impresse le tensioni medie delle incordature: si tratta infatti di una media piuttosto alta; con molti giocatori al di sopra dei 26 Kg.

Tra gli esempi più eclatanti, il primo ricordo va direttamente a Dustin Brown: un giovane (classe 1984) dal portamento decisamente originale, che si presenta con i suoi 196 centimetri di statura ed una capigliatura lunga fino a metà schiena e composta da “rasta” (o dreadlocks); un personaggio che definirei decisamente fuori dagli schemi in ogni suo tratto, dalla capigliatura appunto, per non parlare dell’abbigliamento in gara: con questi smanicati multicolor; e questo suo essere fuori dalle righe lo si puo notare anche, per certi aspetti, nella sua racchetta : abbiamo una Babolat Aerostorm incordata con Luxilon Alu power rough a 32 kg!

Anche il finalista del torneo Alexander Kudryavtsev, oltre al look durante gli allenamenti con dei calzoncini corti a mo’ di bermuda da bagno con tinta floreale e un calzino di colore diverso dall’altro, opta per tensioni relativamente alte: con la sua six one 95 incordata con alupower rough 28/27 kg. Oppure anche atleti come Konstantin Kravchuk e la sua Head speed pro incordata ibrida (poliestere sulle verticali e Babolat Excel power sulle orizzontali) il quale opta anche lui per un incordatura a 26 Kg di tensione; Benjamin Becker e la sua pure storm incordata ibrida (con RPM blast sulle verticali e budello babolat VS sulle orizzontali) il tutto sempre a 26 Kg.

Sempre per restare in tema di “esagerazioni” mi vengono anche alla mente gicatori come Jurgen Zopp e la sua Head prestige incordata a luxilon alu power a 26 Kg, oppure il bielorusso Uladzimir Ignatik soprannominato da molti spettatori “il carro armato” a causa della sua grandissima foga agonistica: un giocatore che nei primi minuti di gioco non lascia tempo all’avversario di pensare, in quanto attacca ogni palla possbile inimmaginabile (per lui abbiamo una Aeropro drive GT +, ovvero la versione allungata, incordata RPM Blast 26/24 KG), di Ignatik rimangono anche impresse le strigliate del post partita della sua coach (o almeno credo sia tale), che si vociferava fosse la madre.

L’esperienza di Bergamo è stata anche un’occasione per rivedere anche qualche “vecchia gloria”, anche italiana, come l’ex giocatore Davide Sanguinetti; il quale ora è coach di Go Soeda: testa di serie del torneo ed attualmente numero 90 del mondo, che con la sua V-core incordata ibrida con poliestere Yonex sulle verticali e budello sulle orizzontali (48/47 LBS) viene sconfitto dal Bulgaro Ignatik.

A proposito di ex glorie, come non citare il transalpino Arnaud Clement (finalista agli Australian Open del 2001 con Agassi), una persona che all’inizio sembra non emanare grossa simpatia, in quanto non è un gran dispensatore di sorrisi, ma poi una volta rotto il ghiaccio i rapporti sono stati idilliaci anche con lui; ricordo a proposito di Clement che molte volte, quando veniva a ritirare le racchette (Prince exo 100 con ibrido di budello sulle verticali e luxilon alu power sulle orizzontali il tutto a 24/23 Kg) le estraeva dal sacchetto e picchiando il palmo della mano sulle corde verificava che suonassero entrambe (infatti ne portava ad incordare 2 alla volta) perfettamente uguali, e non contento del suo singolo giudizio, faceva ripetere l’operazione anche al suo coach… chissà se il fatto che non abbia mai manifestato lamentele sulle incordature possa essere per me motivo di vanto…. Mah..

Un altro giocatore con cui si è instaurato, professionalmente parlando, un rapporto diretto è stato il vincitore del torneo, il tedesco Bjorn Phau; egli con la sua incordatura ibrida luxilon alupower sulle verticali e Wilson Next sulle orizzontali (24/23 Kg) , è persona molto pacata e tranquilla, e basta vederlo giocare per capire come sia nella vita: calmo, tranquillo, non perde mai la testa, capisce i momenti e pondera sempre bene le sue mosse.. anche in questo caso stiamo parlando di un veterano, con piu di 10 partecipazioni a tornei del Grand Slam a curriculum : Andrè Agassi al tempo lo definì come uno dei giocatori più veloci che avesse mai incontrato.

E poi si potrebbe andare avanti ancora citando altri giocatori, ma credo che un occhio di riguardo vada ai ricordi che vengono alla mente della cerimonia fatta prima della finale: una cerimonia organizzata in modo impeccabile, con la presentazione e l’entrata in campo non solo dei due finalisti, ma anche di tutto lo staff organizzativo del torneo; dai giudici arbitri ai giudici di linea, al super visor, ed anche dello stringer (alias il sottoscritto): e devo ammettere che quando ti trovi in mezzo al campo, con lo stadio gremito che ti ha applaudito quando ti hanno presentato al microfono, e parte l’inno nazionale…. Beh devo ammettere che qualche brivido è salito….

Non so, magari sono io che sopravvaluto certe circostanze, ma sono quelle piccole soddisfazioni che ti fanno vedere ripagati certi tuoi sacrifici, e che ti danno la forza di andare avanti tutti i giorni a fare il tuo lavoro, dando sempre il massimo e continuando per la tua strada, magari anche fronte di molte persone che cercano di affossarti in ogni modo perché fondamentalmente invidiose di quanto stai cercando di realizzare…… continuare per la propria strada, inseguire i propri sogni, nel rispetto di tutti, e se qualcuno non ha di meglio da fare che cercare di frenare questa tua corsa (anziché magari concentrarsi e darsi da fare per cercare di realizzarsi), non perdere troppo tempo…

A parte questa piccola parentesi personale vorrei concludere ringraziando apertamente e pubblicamente tutte le persone che in qualche modo, hanno partecipato alla meravigliosa riuscita del challenger di Bergamo: grazie a tutti per avermi fatto vivere un'esperienza indimenticabile, e perché no, un ringraziamento anche a tutti quelli che seguono la rubrica e che intervengono costantemente per commentare o chiedere informazioni.
 

Gianmarco Righi

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