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12/03/2012 12:49 CEST - Interviste

Kuerten, il cuore nella Hall of Fame

TENNIS - Con un piccolo gesto, quel cuore sul rosso parigino, Guga Kuerten si assicurò l'amore del pubblico: "Il più bel giorno della mia carriera". Il 14 luglio il brasiliano entrerà nella Hall of Fame. Traduzione di Giulia Vai

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Gustavo Kuerten ha fatto un regalo al pubblico dei French Open nel 2001. Dopo aver salvato un match point contro l’americano Michael Russell nel 4° turno, Kuerten ha disegnato sulla terra un grosso cuore per dimostrare l’apprezzamento al pubblico in un memorabile momento Kuerten. Le sue emozioni più profonde si sono mostrate ancora quando gli occhi di Kuerten si sono riempiti di lacrime nella conferenza stampa in Brasile in cui ha annunciato il suo ingresso nella Hall of Fame del Tennis il 14 luglio.

Il tre volte campione del Roland Garros è stato il primo sudamericano a mantenere la posizione di numero 1 a fine anno ed è stato selezionato tra i migliori 40 tennisti di sempre dalla rivista TENNIS nel 2007.

È incredibile essere introdotto nella Hall of Fame’ dice il 35enne Guga ‘uno dei miei più importanti traguardi è stato probabilmente di aver fatto appassionare i brasiliani al tennis e di aumentare l’attenzione del mondo nei confronti del Brasile come nazione tennistica’.

I movimenti di Guga sembravano suggerire quelli della samba. I colpi e le accelerazioni in topspin e dal rimbalzo alto che lui tirava dopo i suoi brillanti colpi in risposta (Kuerten è stato uno dei primi campioni a usare le corde Luxilon, che hanno aiutato l’ingresso nell’era della rotazione pesante), il modo in cui saltava in campo come se stesse giocando al ritmo di musica, e il suo marchio di fabbrica della fascia per tenere i suoi riccioli indisciplinati, l’hanno reso uno dei giocatori con maggior stile della sua era. L’hanno anche reso il beniamino di legioni di fan, molti dei quali si vestivano con i colori del Brasile, suonavano tamburi e corni e danzavano durante i suoi incontri.

Kuerten era uno dei pochi giocatori in grado di rendere un singolo incontro partecipato dal pubblico. Forse perché per Kuerten il tennis è veramente un affare di famiglia. Suo papà, Aldo, un giocatore dilettante, l’ha introdotto al tennis ma è morto d’infarto mentre stava arbitrando un torneo di tennis quando Guga aveva solo otto anni.

Guga ha regalato ogni trofeo vinto al suo più grande fan, il fratello più giovane Guilherme, che ha sofferto di paralisi cerebrale e altre disabilità fisiche ed è stato l’ispirazione per suo fratello maggiore.
Guilherme Kuerten è morto nel 2007. La mamma Alice ha cresciuto tre figli (il fratello maggiore di Guga, Rafael, è il suo manager) ed è presidente del Gustavo Kuerten Institute, che la famiglia ha fondato nel 2000 per aiutare le persone disabili.

Kuerten, che vive nella sua natia Florianopolis, è l’orgoglioso padre di Maria, una bambina di un mese, e trascorre la maggior parte del suo tempo a seguire le sue opere di beneficenza, tra cui l’apertura di una scuola e la promozione del tennis in Brasile. Gli abbiamo parlato dopo il grande annuncio.

TENNIS.com: Guga, cosa significa per te essere introdotto nella Hall of Fame del tennis?
Gustavo Kuerten: E’ un grande onore – forse l’onore più alto nel tennis.
Vedere il video della mia carriera che hanno mostrato oggi, mi fa ricordare i miei primi momenti sul campo. Mi fa ricordare mio papà che mi ha portato su un campo da tennis quando avevo 6 anni. Mi ha insegnato ad avere grandi sogni, ma non avevo idea della carriera che avrei potuto avere fino ai 16, 17 anni. Non lo considero la fine della mia carriera. Sono ancora molto coinvolto nel tennis e troverò un modo per restituire qualcosa al tennis.

TENNIS.com: Tuo papà e tuo fratello minore sono entrambi morti. Tua mamma ha cresciuto la famiglia da sola. Come ti ha ispirato la tua famiglia?
Gustavo Kuerten: Se guardi alla mia storia, avevo poche possibilità di successo. Quando ho iniziato a giocare, il tennis era poco praticato in Brasile. A Florianopolis, non c’erano più di 5 campi da tennis negli anni ‘80. Se non fosse stato per la spinta di mio papà, non ce l’avrei mai fatta. Mio papà è ancora l’ispirazione maggiore nella mia vita, anche se l’ho perso da piccolo. Anche mia mamma è una grande fonte di ispirazione: si è presa l’incredibile responsabilità di crescere una famiglia da sola. Tutti nella mia famiglia sono un esempio: il coraggio di mia mamma, la volontà di mio fratello minore di provare a superare le sue limitazioni e apprezzare veramente le semplici cose della vita, il senso di calma che mi ha dato mio fratello maggiore, e il mio allenatore, Larri [Passos], che mi ha insegnato ad essere competitivo e a non mollare mai.
Ho ricevuto ottimi esempi da tante persone che mi hanno aiutato ad affrontare tutte le situazioni. Anche se alcune esperienze sono state tristi, come perdere mio papà su un campo di tennis, sono convinto che ogni esperienza ci aiuti a costruire qualcosa di più grande in noi. Per me l’amore per tennis era diventato un’ossessione e la mia famiglia mi ha dato le qualità per raggiungere quei traguardi.

TENNIS.com: Quali sono le qualità principali che ti hanno reso un campione?
Gustavo Kuerten: Tecnicamente penso che siano un mix di armi che potevo usare in diverse situazioni. Il mio servizio era aggressivo quando mi serviva. Non penso di essere mai riuscito a giocare il mio miglior tennis a causa degli interventi all’anca. Penso che la mia arma migliore sia stata la parte mentale, il modo di avvicinarsi alla partita. Non ero mai troppo arrabbiato o troppo stressato per una sconfitta. Se non avevo una soluzione in campo, mi allenavo per trovarne una. Può sembrare strano ma la cosa che per me contava di più, non era la potenza o la rotazione, era il modo in cui affrontavo la partita, la relazione che creavo con il tennis e le persone. Amo avvicinare il tennis alle persone, non solo come il numero 1 ma come persona. Il legame con il pubblico era molto importante per me. Sono stato fortunato che in tutto mondo le persone mi hanno sempre aiutato e supportato.

TENNIS.com: Quali sono stati i momenti più significativi nel tennis?
Gustavo Kuerten: Ce ne sono tanti. Se devo sceglierne due, una è la Masters Cup del 2000. Avevo forse il 5% di possibilità di diventare il numero 1 quando ho iniziato, e dopo aver perso la prima partita ho avuto problemi con la schiena e non sapevo se potevo finire il torneo. Sono stato in grado di ribaltare la situazione e vincere su una superficie che non era la migliore per me per diventare numero 1, e per la prima volta sono stato in grado di parlare in portoghese dopo la finale; è stata la cosa migliore per la mia carriera. [Il torneo era a Lisbona]. L’altro è il Roland Garros del 2001, il giorno in cui ho disegnato il cuore sul campo contro Michael Russell. Non era la finale ma a livello emozionale è stato il giorno più felice della mia carriera. Il legame che si era creato con il pubblico mi ha toccato profondamente. Un atto semplice per mostrare il mio apprezzamento alla gente, il tennis e quel momento così profondo resteranno con me per sempre.

TENNIS.com: Contro quali giocatori ti piaceva di più giocare e chi è stato il tuo avversario più duro?
Gustavo Kuerten: Quelli contro cui mi piaceva giocare erano Marat Safin, Yevgeny Kafelnikov e Andre Agassi. Ho giocato contro di loro più di 5 volte e vincere o perdere dipendeva dalla situazione. Forse Agassi era quello contro cui ho giocato di più, era molto duro ma eccitante giocare con Andre. Per i miei titoli più importanti, ho dovuto affrontare Kafelnikov nel percorso e poteva essere il mio portafortuna o un grande ostacolo. Devo dire che l’avversario più duro e spaventoso era Pete Sampras. Quando ci ho giocato contro la prima volta mi sono dimenticato come si fa la voleè. Poi quando l’ho affrontato al Masters a Lisbona non sapevo veramente come poter battere un giocatore così forte, ma affrontare i più forti può renderti un giocatore migliore.

TENNIS.com: Guardi il tennis ora e c’è un giocatore che in cui ti ritrovi?
Gustavo Kuerten: Mi piace guardare il tennis e sono entusiasta del livello giocato. Credo che Novak Djokovic abbia il gioco forse più vicino al mio. Il tennis che ha, mostra che sta portando il gioco ad un altro livello, e mi piace che dimostri le sue emozioni e quanto devi essere forte fisicamente e completo tecnicamente per poter fare tutto su un campo. Penso che oggi il tennis sia in un momento magnifico.


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Traduzione di Giulia Vai

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