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18/03/2012 03:39 CEST - Indian Wells

Super Isner
Djokovic ko

TENNIS - Il numero 1 del mondo esce di scena per mano di un grande Isner: 76 36 76 dopo 2 ore e 45. L'americano lunedì diventer top 10 per la prima volta. Leggi tutti i primi commenti al trionfo di Federer su Nadal Da Indian Wells, Vanni Gibertini.

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WEATHER UPDATE - Stanno asciugando il campo

Isner b. Djokovic 76(7) 36 76(5)

 

Non ci sarà nel maschile la finale tra il n.1 ed il n.2 del mondo che il BNP Paribas di Indian Wells avrà nel femminile. Ma non si è dovuti aspettare Roger Federer per vedere la “festa” rovinata, perché già nella prima semifinale un monumentale John Isner ha sfoderato una prestazione straordinaria per sconfiggere il n.1 del mondo Novak Djokovic, a poco più di un mese dalla sua affermazione in Coppa Davis sul n.3 Federer.

 

La sfida magari non è stata bellissima dal punto di vista tecnico, dato che qualcuno potrebbe trovare da ridire sull’eccessiva dominanza del servizio, ma certamente ricchissima di contenuti dal punto di vista agonistico e godibilissima sul piano spettacolare. Isner ha giocato in maniera molto accorta rallentando gli scambi da fondo campo, cercando di imbrigliare Djokovic con delle traiettorie centrali, aspettando il momento opportuno per caricare i colpi, specialmente il diritto, e portarsi avanti.

Si inizia sotto un cielo nuvoloso e con una leggera ma persistente brezza: le previsioni del tempo danno il 70% di probabilità di pioggia a metà pomeriggio, con venti fino a 20 nodi (37 km/h) e “weather warning” per tutta la zona di Indian Wells e Palm Springs fino alle 10 di domenica mattina. Lo stadio non è pieno all’inizio del match, d’altra parte sono le 11 del mattino e la partita-clou della giornata è la seconda semifinale tra Roger e Rafa che comincia non prima delle 13. Per tentare di battere la pioggia i giocatori vengono mandati in campo anche qualche minuto prima dell’orario stabilito in modo da cominciare il più presto possibile. Il match si incanala sui binari previsti: Isner che serve chicchi di grandine, e Novak che domina gli scambi da fondo. Appena i punti iniziano ad allungarsi, si vede chiaramente che Isner è in difficoltà. Al quarto game l’americano gioca un turno di battuta di peste, e con quattro errori gratuiti manda Djokovic in vantaggio di un break. Isner cerca di spingere di più con il diritto, appena ha una palla a portata di racchetta tira a tutto braccio, ma non ha molto successo nei game di battuta dell’avversario. La partita gira sul 5-4 nel primo set quando il serbo serve per il set: un doppio fallo nel primo punto e due scambi in forcing di Isner chiusi molto bene al volo danno all’atleta yankee la prima palla break del match. Sulla risposta molto profonda di Isner, Djokovic si ferma e chiede il challenge, salvo capire immediatamente di aver sbagliato. 5-5 e set riaperto. “Il match sarebbe probabilmente andato diversamente se fossi riuscito a chiudere il primo set sul 5-4 - ha confermato Djokovic - ho preso una brutta decisione con quel challenge e la partita è girata. Fino a quel punto stavo servendo davvero bene e sentivo bene i miei colpi, poi lui ha cominciato a credere di potercela fare ed è diventato molto difficile fargli il break”.
Nel tie-break che segue poco dopo è sempre Isner ad essere in vantaggio: si procura due set point sul 6-4 quando il n.1 al mondo commette un gravissimo doppio fallo, se ne procura un terzo sull 7-6 quando serve un ace dopo aver affossato in rete una demi-volee, e chiude alla quarta opportunità quando Nole non riesce a rispondere ad una sua vivace seconda di servizio. Dopo un’ora esatta di gioco, il favorito è sotto di un set.

Mentre il cielo diventa sempre più scuro e le tribune si colorano sempre più di verde in onore dell’Irlanda per celebrare St. Patrick Day (anche il giudice di sedia della partita, Fergus Murphy, è irlandese di Dublino) il secondo set si incanala su binari ancora più fedeli alla regola del servizio, con soprattutto Isner a raccogliere davvero le briciole sui game di battuta di Nole: alla fine del set racimolerà un solo misero “quindici” a causa di un errore gratuito di Djokovic. Dopo essersi salvato grazie a tanto coraggio e ben quattro ace sull’1-2, Isner deve capitolare nell’ottavo game quando, dopo aver recuperato da 0-40 giocando con coraggio leonino, deve arrendersi alle grandi doti difensive del campione serbo che dopo 1 ora e 38 minuti di gioco impatta il punteggio e porta la semifinale al terzo set.

Il dominio della battuta continua incontrastato fatti salvi per due game che si complicano. Sull’1-0 Isner, l’americano rischiando tutto riesce ad arrivare a parità, ma Djokovic ne esce in maniera piuttosto agevole senza concedere palle break. Ora il serbo riesce a muovere maggiormente l’avversario e Isner è costretto al contenimento. Al settimo game c’è l’unica palla break del set, a favore di Djokovic, sulla quale però il campione del mondo si vede recapitare un fulmine di servizio a 143 miglia orarie (229 km/h) su cui a malapena riesce a sfiorare la palla.
La tensione sale, il match si avvicina ai momenti decisivi, e nel dodicesimo game, il più lungo del set, Isner applicando lo schema che tanti punti gli ha portato in dote oggi (caricare il diritto anomalo e seguire con la volée incrociata dall’altra parte) conquista un match point, su cui però non riesce a rispondere in campo. Dopo 2 ore e 36 minuti, è un altro tie-break che deve decidere il nome del primo finalista.
Isner va subito 2-0, ma Nole recupera subito il minibreak per il 2-2 con uno dei più bei lob liftati visti negli ultimi anni (ricordiamo che Isner è alto 2.07m, e lobbarlo non è semplice). Sul 3-2 in suo favore, l’americano prova il tutto per tutto con la risposta di diritto, ed ottiene il nuovo minibreak:Avevo deciso di aggirare la palla per colpire il diritto – ha spiegato Isner dopo il match – speravo che non servisse centrale lungo la T, cosa che aveva fatto abbastanza di frequente, soprattutto da sinistra. Ha funzionato”. Dopo quel punto, sono stati tutti servizi “supersonici” o quasi, soprattutto per Isner, che ha messo 3 prime palle su 3 turni di battuta, rispettivamente a 138, 144 e 135 miglia orarie.

Con questa vittoria Isner è sicuro di entrare nei Top 10 da lunedì (sarà n.8 se vince il torneo), è il primo americano a battere il n.1 del mondo dalle Olimpiadi di Pechino quando James Blake sconfisse Federer, ed avrà la possibilità di essere il primo americano in oltre 10 anni a vincere questo torneo (l’ultima volta fu Agassi nel 2001).

 

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Da Indian Wells, Vanni Gibertini

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