02/05/2012 15:05 CEST - Inchiesta

Bilanci FIT Così non va

TENNIS - Prima parte dell'Inchiesta sui conti della FIT e delle tre società partecipate: Sportcast, FIT Servizi e SSD Mario Belardinelli di cui nel bilancio sul sito non si trova traccia. Ma la trasparenza? Si comincia dal bilancio FIT. Ubaldo Scanagatta

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Angelo Binaghi - Foto di Monique Filippella
Angelo Binaghi - Foto di Monique Filippella

Per lavorare alla crescita del tennis in Italia, soprattutto in termini di risultati individuali di vertice mondiale, occorrono progetti e programmi seri. Per realizzare progetti e programmi seri ci vogliono soldi e più gli obiettivi sono ambiziosi più gli investimenti devono crescere, come in tutti i settori.

Abbiamo deciso allora di partire da una analisi dei soldi della FIT: quanti sono, da dove vengono, come si spendono  Compito non facile perche' gli strumenti di una analisi di questo tipo non sono in realtà a facile portata di mano.

Prima parte

I conti della FIT

Come vengono gestiti i fondi dalla FIT? Perché il pubblico, e gli affiliati che versano le tasse federali, non sono a conoscenza delle società partecipate, FIT Servizi SRL, SSD Mario Belardinelli SrL e Sportcast SrL, dei contributi versati, dei soci e degli intrecci tra soggetti e società?

La Federazione dovrebbe rendere pubblici il bilancio consuntivo annuale e le relazioni illustrative, dopo l’approvazione del CONI, attraverso il sito federale o trasmetterli a tutti gli affiliati aventi diritto al voto. Così stabilisce il quarto comma dell’articolo 58 dello statuto. Ma la Federazione ha pubblicato sul sito solo una nota sintetica, benché in homepage l’annuncio sia “Online il bilancio della Federazione Italiana Tennis – Un’analisi dinamica (2002-2010)”. Il documento si riferisce all’esercizio 2010 (ma non comprende la relazione dei revisori e la nota illustrativa) e viene pubblicato solo dopo la notizia dell’interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata l’8 marzo scorso al Ministro per gli affari regionali.

IL BILANCIO FIT 2010 PUBBLICATO SUL SITO FEDERALE

Il bilancio d’esercizio 2010 della FIT si è chiuso con un utile di 938.624 euro. I ricavi totali ammontano a €29.638.681, così suddivisi:
-€13.198.888 dagli eventi internazionali (gli Internazionali di Roma, gli incontri di Davis e di Fed Cup).
-€6.204.819 di contributi pubblici, di cui €5.897.737,24 dal CONI.
-€9.155.357 di tasse federali.
-€999.906 dagli sponsor più “altri” €79.711.

Questo invece il dettaglio dei costi (€28.700.057):
-€12.935.972 per gli eventi internazionali, che rappresentano anche la principale voce di uscita.
-€7.602.617 per il “supporto all’attività sportiva” (aiuti agli atleti di alto livello, funzionamento del centro Tirrenia, contributi ai giovani agonisti, come Eremin o Travaglia, e circoli che rispettano i requisiti dell’insegnamento nell’ambito del progetto PIA, compensi a tecnici e maestri, l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”, l’organizzazione di gare e tornei);
-€5.052.268 per l’autoamministrazione, ovvero i costi per le strutture e per il personale, che da solo pesa sulle casse federali per €1.683.617. A questi vanno aggiunti: €513.543 per organi e commissioni federali, €123.052 di costi per la comunicazione, €1.895.441 di non meglio specificati costi generali, €93.506 di ammortamenti e €743.108 per il funzionamento e i costi generali della struttura territoriale;
-€3.109.200 per la promozione.

UBITENNIS OSSERVA E EVIDENZIA:

Dai dati presentati emerge che gli eventi internazionali (torneo di Roma, Davis e Fed) hanno generato un utile di €262.916 (pari alla differenza tra i €13.198.888 di entrate e i €12.935.972 di costi). Il solo torneo combined del Foro Italico, però, si legge nel bilancio 2010 di CONI Servizi, ha generato quell’anno un utile di circa 1,2 milioni ripartito al 50%, come da contratto di associazione in partecipazione (di cui peraltro si ignorano le clausole) tra CONI Servizi e FIT, che dunque ha ricavato dal torneo 622 mila euro.

In pratica aver organizzato un tie di Coppa Davis (Italia-Bielorussia del 7 marzo 2010 a Castellaneta) e uno di Fed Cup (Italia-Repubblica Ceca a Roma, in contemporanea con le qualificazioni maschili del Masters 1000) ha portato nelle casse federali un disavanzo di €359.084. Com’è possibile che l’organizzazione dei match di Davis e Fed sia un’operazione così tanto in perdita? Eppure i circoli pagano per organizzare gli incontri. È vero che la FIT ha rinunciato a degli introiti per la semifinale di FED Cup, perché il Circolo Tennis Pescara aveva offerto 82 mila euro più IVA (secondo quanto dichiarato allora dal presidente Luciano De Angelis), ma la FIT ha prima assegnato l’incontro al Nova Yardinia di Castellaneta e poi ha scelto di spostarlo definitivamente al Foro Italico. Ma come si perdono oltre 350 mila euro in due soli incontri?

Al 31 dicembre 2010, però, CONI Servizi non aveva ancora ricevuto i 622 mila euro derivanti dagli utili degli Internazionali che, insieme al riaddebito di costi sostenuti direttamente da CONI Servizi per la gestione dell’evento, portavano il credito vantato verso la FIT a €800.000 a fine 2010.

Nella nota pubblicata sul sito riferita all’esercizio 2010, si evidenzia come i debiti della FIT ammontino a €10.322.389. La Federazione, però, vanta anche crediti per €7.233.238 e €5.010.461 in cassa. Chi sono i creditori e i debitori di cifre così importanti? Perché la Federazione, con 5 milioni disponibili, non ha ripagato, almeno parzialmente, i debiti?

E LE SPESE LEGALI DELLA FIT?

Da questa presentazione, evidentemente  più  sintetica che dettagliata,  del cosiddetto bilancio Fit 2010 _ almeno per tale viene presentato dal sito federale _ non emerge il minimo cenno alla somma destinata dalle Fit alle spese legali sostenute per dirimere le varie situazioni di conflitto venutesi a creare per delibera propria come in reazione ad azioni promosse da altri. Ciò sebbene spesso sia emerso da più parti _ e anche per bocca dello stesso presidente Binaghi che ha fatto sovente pubblico riferimento "al tempo impegnato nel dirimere questioni legali e sindacali " _ che la FIT abbia fatto ricorso a più studi legali, per agire a vario titolo nei confronti di persone, enti e/o circoli, così come, talvolta, per dirimere questioni sindacali e di lavoro.

In base alla nota pubblicata, nel 2010 la Federazione disponeva di "un fondo per rischi ed oneri di circa 2,7 milioni di euro, destinato anche a fronteggiare i rischi di esiti giudiziali avversi per alcune residue ma rilevanti cause di lavoro intentate alla Federazione da ex collaboratori per contratti stipulati antecedentemente all’anno 2000".

E' dato sapere, a società affiliate, soci agonisti e non, a quanto ammontino le spese legali affrontate anno dopo anno? E' dato sapere l'esito delle cause sin qui affrontate dalla FIT, quali sono gli uffici legali convenzionati con la Federazione e quanto costano?

Nella nota pubblicata sul sito, inoltre, manca ogni riferimento ai contributi versati alle società partecipate, ad eccezione dell’indicazione dei costi per la promozione, che finiscono nella quasi totalità alla Sportcast, che gestisce l’ufficio stampa, gli strumenti di comunicazione della Federazione e soprattutto edita il canale televisivo Supertennis.

Della situazione economica e patrimoniale di questa e delle altre due società partecipate, ovvero FIT Servizi SrL e la SSD Mario Belardinelli, nella nota pubblicata sul sito non c’è traccia. Eppure la Mario Belardinelli e la Sportcast hanno ricevuto decine di milioni di euro di contributi dalla Federazione. E la FIT Servizi si è vista assegnare crescenti mansioni dalla stessa Federazione. Flussi che Ubitennis può spiegare grazie ai bilanci d’esercizio, alle relazioni di gestione di cui è venuta in possesso e alle visure delle società.

UBITENNIS ILLUSTRERA' NELLE PROSSIME PUNTATE DELL'INCHIESTA GLI INTRECCI TRA LA FIT E LE SOCIETA' PARTECIPATE EVIDENZIANDO I CASI IN CUI ALCUNI SOGGETTI FIGURANO SIA FRA COLORO CHE EROGANO I CONTRIBUTI SIA FRA COLORO CHE SONO I BENEFICIARI DEGLI STESSI CONTRIBUTI.

Ha collaborato Alessandro Mastroluca

Ubaldo Scanagatta

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