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13/04/2012 21:34 CEST - Australian Open

Il déjà-vu di Jennifer a Melbourne

TENNIS - Ubaldo Scanagatta, La Nazione, 26 gennaio 2002

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
MELBOURNE _ Tre anni fa Martina Hingis questa finale l’avrebbe vinta. Invece visti dissolversi _ del tutto impotente sui primi tre_ ben quattro matchpoints e una leadership di 6-4,4-0, con addirittura una palla per il 5-1, Martina si è sciolta come un gelato sotto i 35 gradi all’ombra (e una decina di più sul cemento) della Rod Laver Arena e ha praticamente mollato il terzo set nel quale non sembrava possedere più nemmeno la forza di chinarsi, figurarsi di scattare.

Così (brava anche Chantal, la campionessa di kick-boxing che la prepara) si porta a casa anche quest’open d’Australia, come l’anno scorso, l’atleta più possente e preparata, Jennifer Capriati al terzo slam della carriera sugli ultimi cinque disputati. Gli altri due (Wimbledon e US Open) li ha vinti Venus Williams che quando sta bene è la più forte di tutte, ma siccome spesso bene non sta (il polso, il ginocchio, la coscia, ogni momento ne ha una) è soltanto la n.3 del mondo, dietro a Jennifer n.1 e Davenport n.2, mentre Martina è solo n.4.

Nel duello fra le due ex bambine prodigio quella svizzera ha mostrato ancora per un set e tre quarti i dentini aguzzi, senza però gli artigli che una volta ghermivano le sue prede impedendone la fuga. Sì, bastava un punticino in più, ma Martina non sembra aver più la cattiveria di quando chiamava la Mauresmo “un mezzo uomo”, di quando irrideva le Williams “Forti loro? Sì, ma la n.1 sono io…”.

Da dodici slam Martina non vince più. Il riavvicinamento con mamma Melanie, dopo gli screzi seguiti al suo aspirar maggior autonomia, non è bastato e la finale persa ieri, con tutte quelle occasioni mancate _ al di là dei matchpoints, che salvo il quarto fallito d’un paio di centimetri da uno sfortunato rovescio, se li è giocati bene e con grande coraggio Jennifer _ lascerà certamente una brutta cicatrice sulla pelle ancor tenera dei suoi 21 anni.

Certo non consolerà Martina il fatto di essere in buona compagnia con altre illustri perdenti, da Evonne Goolagong sconfitta 3 volte di seguito (proprio come lei) a Jan Lehane che fece ancor peggio, quattro. “Anche Andre Agassi cominciò alla grande, poi ebbe un calo, ed ha poi ricominciato a vincere gli Slam” aveva ricordato Martina che se riguarderà mai la videocassetta di questa finale rimpiangerà il doppio fallo e gli errori dovuti a scarsa lucidità che hanno consentito alla lodevole, caparbia Capriati fino al 4-1 al secondo dominata, di rientrare in partita.

Già nel primo set, dal 5-1 al 5-4 Martina non era stata impeccabile. Non aver capito l’antifona nel secondo set, dopo cinque games conquistati di fila, le è costato caro, carissimo. Dal possibile 1-5 la Capriati risaliva (7 punti consecutivi) al 3-4. Poi però cedeva la battuta con un doppio fallo finale e consentiva alla Hingis di servire per il match sul 5-3. Da 0-30 a 40-30, ecco il primo matchpoint che Jennifer annullava con un cross di rovescio. Altri due matchpoint, annullati da due colpi al volo di Jennifer, sarebbero arrivati sul 6-5. E il quarto invece (il già citato rovescio lungo di poco) sul 7-6 nel tiebreak, dopo che Jennifer aveva fallito un setpoint sul 6-5. Quando l’americana ha vinto il secondo set 9 punti a 7 si è capito che Martina aveva ormai perso il treno. Né sarebbe bastato a risalirci l’interruzione di 10 minuti dovuta al caldo insopportabile (e consentita dal regolamento). Il terzo set non è esistito. Negli ultimi cinque games d’una finale memorabile più per la rimonta e le emozioni piuttosto che per la qualità del tennis (ma il clima è più d’un alibi…), Martina, in lacrime, avrebbe raccolto solo 8 punti.

Soltanto nel ’56 l’open d’Australia era stato vinto da una tennista, Mary Carter su Thelma Long, che aveva annullato un matchpoint in finale: un altro dato che turberà i sonni della Hingis, peraltro apprezzabilmente serena nell’accettare la sconfitta, diversamente da quanto le accadde al Roland Garros con la Graf (’99): “Non m’era più capitato di perdere un match con quattro matchpoint dacchè ero junior, ma quei punti li ha giocati bene lei”. Lei. Jennifer, pronta a sottolineare l’importanza d’un atteggiamento sempre positivo: “Se mi aveva annullato 9 matchpoints Venus Williams, perché non potevo annullarne quattro io a lei?”.

Ubaldo Scanagatta

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