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21/04/2012 19:31 CEST - Montecarlo

Top-players contro la terra blu

TENNIS - Parla Djokovic:. "I top-players dovrebbero essere interpellati e non è successo. Nè io, nè Federer nè Nadal ci abbiamo". Murray: "Così vicino al French Open non era il caso". Da Montecarlo, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
MONTECARLO _ Quel gran marpione di Ion Tiriac ha avuto l’ennesima idea geniale sotto il profilo del marketing, quando dopo aver anni addietro lanciato la novità delle modelle come raccattapalle, si è inventato stavolta la terra blù per il Masters 1000 di Madrid, torneo che quest’anno precede quello di Roma. Nessuno sa, può sapere, come ci si giocherà sopra. L’effetto cromatico sarà magari bellissimo, in tv la palla gialla risalterà ancor meglio anche senza l’HD, ma i rimbalzi?

Fra i più dubbiosi sull’iniziativa ecco Novak Djokovic. Anche nei giorni in cui potrebbe a buon diritto non aver nessuna voglia di parlare Nole si apre, risponde apertamente a qualunque cosa gli venga chiesta, da quelle familiari a quelle di puro…business, dimostra di essere un ragazzo intelligente, e non solo sensibile.

Se ieri aveva dato dimostrazione di carattere quando, certamente distratto _ a dir poco _ dal lutto familiare, aveva perso il primo set contro un avversario ostico come Dolgopolov ma reagendo poi da campione nei due set successivi, oggi subito dopo aver dominato Haase 6-4,6-2 Nole è venuto in sala stampa e _ leggete il testo della sua conferenza stampa _ affrontando i temi più disparati con grande professionalità.

Prima tutta una serie di domande concernenti la sua sfera privata, le sue emozioni legate alla morte del nonno prediletto, se avesse pensato a dare forfait (“Sì, ma sono un professionista, la vita va avanti, non posso cambiare niente adesso, è il normale ciclo della vita…ma lui è qui con me nello spirito, e questo mi ha dato la forza di giocare ieri e oggi”!), poi ecco l’argomento della terra blu castigliana.

E’ la prima volta che mi esprimo pubblicamente sull’argomento…” dice sorridendo. "A volte è bello cambiare, mi piace chi innova, i creativi. A volte avere l’abilità e il coraggio di improvvisare qualche cambiamento merita l’apprezzamento. Ma al tempo stesso sarà l’unico torneo in terra battuta con campi blu, il primo della storia…

Inciso di UBS: ecco la genialità di Tiriac, primo a inventarsi il mestiere di coach prima e manager poi nel tennis con Nastase e Vilas, prima di Becker, Ivanisevic, Safin e altri. I manager esistevano nel pugilato, non nel tennis. Ma Tiriac sapeva fare affari, e vendere i suoi prodotti, quanto Nastase era abile nel disperdere le proprie potenzialità, e anche un tantino nel farsi fregare dal prossimo.

Tiriac è stato anche il primo ex giocatore a diventare proprietario di tornei, il primo a scambiarli crescendo sempre di livello, dal torneo di Stoccarda a quello di Madrid passando da Essen, trasferendoli dalla Germania di Becker e Stich alla Spagna di Nadal e soci quando il vento è cambiato, pur mantenendo buona parte dei suoi interessi in tutti i Paesi dove si è affacciato (uomo Mercedes in Germania e Romania, proprietario della banca Tiriac, etcetera).

Tiriac è stato il primo in mille vicende …(anche se oggi non l’uomo più ricco del mondo, ma soltanto uno dei mille più ricchi uomini del mondo!) e ora, come dice Djokovic, anche il primo a inventarsi la terra battuta blù.
Ad essere onesto _ ha proseguito Djokovic _ la maggior parte dei giocatori top con i quali ho parlato …nessuno si è mostrato d’accordo con quest’idea. Non ho mai giocato sulla terra blu, Roger nemmeno, Rafa neanche, e ci giocheremo per la prima volta. Non sappiamo nemmeno se è terra blù naturale…perché la terra naturale è rossa. Lo scopriremo (vivendo…). Non ne sono troppo felice. Sarà interessante, ovviamente, metterci i piedi sopra. Tanto di cappello agli organizzatori, non faccio loro una colpa, lo hanno fatto nel loro interesse (di marketing). E c’è una regola che consente al presidente dell’ATP di prendere decisioni senza consultarci e senza il nostro accordo. Questa regola va cambiata perché non è giusta…

Ecco, Roger Federer, una presa di posizione così decisa, diplomatico com’è e come è sempre stato, non l'avrebbe mai tenuta. “Questo è accaduto lo scorso anno, e questo spiega perché Madrid ha la terra blu. Non so cosa aspettarmi, ad essere onesto.

Il modo in cui si esprime Djokovic, mi ricorda un po’ quello di Agassi: per essere due ragazzi cresciuti in un ambiente familiare molto semplice, basic, tutt’altro che colto e coltivato, sia Andre sia Nole parlano con una proprietà di linguaggio, una chiarezza, una diplomazia invidiabile. Avrebbero potuto fare i politici (e molto meglio di tanti politici, non solo quelli analfabeti che frequentano in massa il nostro Parlamento).

Djokjovic ha anche spiegato che gli hanno chiesto un’opinione al riguardo: “Ma fino a che non ci gioco non posso darla. Non abbiamo avuto il tempo. L’anno scorso avevano approntato un campo in terra blu, ma era indoor, qualche giocatore l’ha provato e mi hanno detto che non era buono, che il rimbalzo era diverso. Ok, forse perché era indoor e non avevano potuto farne uno all’aperto. Questo potrebbe cambiare le cose…Però di sicuro nessuno di noi top-polayer l’ha provato. E se noi non l’abbiamo provato secondo me non ha senso…capisco che tutti vogliono vedere dei cambiamenti nel mondo del tennis, ma devi ascoltare anche i migliori giocatori perché riteniamo che la nostra opinione meriti di essere ascoltata. Non è stato il caso, questa volta”.

E’ stato lì che, anche per allentare una certa tensione che sembrava essersi impadronita dell’ambiente, e per strappare un sorriso ho chiesto a Novak: “Ma eri favorevole all’innovazione di Tiriac quando ha introdotto le belle ragazze come raccattapalle?". E lui ridendo: “Molto più favorevole, anche ora…!”.

La sola cosa che Nole, da buon diplomatico, non ha accennato anche a quello che alcuni giocatori hanno fatto sapere di temere: il possibile problema di una composizione chimica che possa procurare reazioni imprevedibili anche per la salute. Si pensi al problema sorto per via di certi campi in moquette dove si gioca a calcio e dove è venuto fuori che una caduta ed un’eventuale abrasione avrebbero potuto avere conseguenze non piacevoli. Insomma i campi blu rappresentano ancora un’incognita sotto tanti profili.

Andy Murray, ad esempio, ha sottolineato che giocare su una terra diversa a poche settimane dal Roland Garros _ e meno male che ora c’è Roma di mezzo _ non è il massimo: “Sarebbe stato meglio giocare sulla terra rossa. Però è vero che a Madrid è difficile vedere la palla…(per via della Caja Magica che crea strani effetti di luce in quei campi che paiono inscatolati; n.di ubs …), La terra blu fa diventare questo torneo unico e diverso. A volte questa è una cosa buona per il circuito. Ma il timing non è buono. Non so come la superficie funzionerà…sarà un’esperienza nuova”.

Più possibilista Tsonga: "Vediamo. Se è più veloce, per me è meglio. Non ho mai giocato sulla terra blu, perciò vediamo come sarà. Se andrà male, penso che tutti si lamenteranno e le cose cambieranno. Ma penso valga la pena di provare".

Insomma Tiriac può dire già di aver vinto la sua battaglia. Tutti parlano del suo torneo, molto di più di quanti parlino di Roma ad esempio, che pure ha mille volte più tradizione. In conclusione: è giusto il detto: “che parlino di me, purchè ne parlino”?

Voi che ne pensate?

Ubaldo Scanagatta

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