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22/04/2012 18:52 CEST - ATP MONTECARLO

Rafa: vent-otto vuol dire vendetta

TENNIS - Nadal si conferma imbattibile sul lento campo di Montecarlo: 63 61 contro uno spentissimo Djokovic. Per il maiorchino è l'ottavo titolo monegasco consecutivo, il ventesimo Master 1000 della carriera, il primo trofeo dal Roland Garros 2011. Guidobaldi e Mastroluca

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A Montecarlo, Rafa scrive la storia. Vince l'ottavo titolo di fila, come nessun altro prima. Ha vinto 42 partite consecutivamente nel Principato, una in più delle 41 di Borg a Wimbledon tra il 1976 e il 1981 (dopo i cinque titoli, perse la 42ma nella finale con McEnroe). In totale, ne ha portate a casa 46 su 47: solo Coria può vantare un successo sul Maiorchino al Montecarlo Country Club, nel 2003, quando Rafa era sedicenne e fuori dai primi 100.

E' il numero 47 in carriera, il 33mo sulla terra: solo Vilas (45) e Muster (40) hanno fatto meglio sul rosso. Vilas è uno dei pochissimi plurivincitori capaci di arrivare a vincere uno stesso torneo per sette volte. Ci è riuscito nella sua Buenos Aires, in un torneo di minore prestigio, tra il 1973 e il 1982. Nel 1977 di tornei a Buenos Aires ne ha vinti due, ma uno era il River Plate Championships, che nulla a che fare con il torneo di Buenos Aires, con cui ha in comune solo la città in cui si svolge.

Vince con un 63 61 che avrebbe potuto anche essere più severo, facendo 22 punti in più del serbo, che non batteva dal Master del 2010. Rafa guadagna molto più dei 460 mila euro che spettano al vincitore. Guadagna quella fiducia, quella passione che era sembrata un po' affievolita, come lo stesso Rafa aveva confessato, nel 2011.

Indubbiamente, le vicende personali di Djokovic, che ha voluto i fratelli al suo fianco per la finale, hanno pesato. Ci sarebbe voluto il miglior Nole per far partita pari. Ma il serbo era tutt'altro che al meglio.

E' il 12mo Masters 1000 di fila, dalla vittoria di Soderling a Bercy nel 2010, che va a uno dei primi quattro del mondo. E' la sesta finale a Montecarlo tra il numero 1 e il numero 2 del mondo, la prima con Charlene al fianco del principe Alberto di Monaco sugli spalti. Quattro le ha giocate Rafa, sempre da n.2, e le ha sempre vinte: le altre tre contro Federer tra 2006 e 2008.

Si invertono le parti rispetto alla finale di Melbourne. Djokovic, come in semifinale con Berdych, rimane con i piedi fuori dal campo, mentre Rafa spinge già dal servizio e detta i tempi dello scambio. Il maiorchino, che perde solo quattro punti nei suoi turni di battuta nel primo set, fa muovere Nole, che deve coprire più campo e non riesce a girare l'inerzia e ad alzare il ritmo, se non in rarissime occasioni.

Sembra sentire male la palla, Djokovic, che distribuisce equamente i 14 errori gratuiti nel primo set, 7 di dritto e 7 di rovescio. Ma è dalla parte sinistra che si vede maggiormente la differenza rispetto alle ultime sette sfide. Perché proprio l'impatto offensivo sulla diagonale rovescio contro dritto era stata l'arma in più di Nole che aveva scardinato le certezze del maiorchino. Qui invece nell'allungo a sinistra il serbo appare poco reattivo di piedi e troppo distante dalla palla. E i tre errori, sempre con questo fondamentale, nel game che regala a Nadal il secondo break e il primo set, sono il manifesto di una partita in cui Rafa ha dominato con un'autorevolezza che contro Nole non si vedeva dalla finale di Flushing Meadows del 2010.

Djokovic, che già nel settimo game deve salvare una palla break (bella progressione di tre dritti, sempre in avanzamento), nel gioco successivo certifica il secondo ace del match di Rafa cancellando il segno e dando allo spagnolo il punto del 5-3. Ma rimanda solo una conclusione apparsa sin dall'inizio inevitabile.

A Djokovic non basta qualche variazione sul suo canovaccio tattico, qualche dritto a sventaglio da sinistra o un serve and volley estemporaneo per annullare un set-point. E' un Nadal che contiene gli errori (7 contro 14 nel primo set) ma che dà l'accelerata decisiva in avvio di secondo. Firma un parziale di 20 punti a 6, regala anche una delicata volée bassa di rovescio, trova un nuovo break, il terzo del match, ancora grazie a un errore di rovescio del numero 1 del mondo. Djokovic, che aggiunge ben 7 gratuiti nei primi tre game del secondo set, sembra incapace di trovare contromisure. Rafa, invece, ha ritrovato il dritto devastante delle stagioni migliori e uccide la partita nel quarto gioco. Un lob difensivo quasi sulla riga e un dritto a campo aperto lo portano sul 4-0. Djokovic perde il servizio per la terza volta di fila: nei primi due turni di battuta del secondo set non ha fatto nemmeno un punto con la prima.

Con la disperazione di chi non ha nulla da perdere, Nole intravede un primo spiraglio di luce, leggi prime palle break dell'incontro, dopo 68 minuti (4-0 Rafa, 0-40) e converte la prima con uno scambio ben giocato, con colpi profondi che forzano Rafa all'errore col rovescio dal centro. Ma la luce serve solo ad evitare il "bagel". Non c'è tensione, non c'è reazione in Nole, che moltiplica gli errori e perde di nuovo il servizio a zero.

E col servizio, colpo che ha fatto la differenza, con il terzo ace del match Rafa chiude 63 61. Chiude senza aver perso un set nel torneo, e con appena 29 game lasciati agli avversari in cinque partite. Torna così ad alzare al cielo una coppa per la prima volta dal Roland Garros dell'anno scorso. "Senza dubbio, questo è il mio torneo preferito" dice Rafa durante la premiazione. Come dargli torto?

In conferenza stampa Djokovic appare disteso e sereno: " Non voglio togliere nulla alla vittoria di Rafa. Oggi è stato un giocatore migliore. Ma è stata una settimana dura per me e oggi una brutta giornata. Ho fatto molti errori gratuiti. Che posso dire? Sono felice di aver raggiunto la finale trovandomi in queste circostanze. Ho vinto tre match da quando ho avute la brutta notizia. Ovviamente oggi avevo di fronte un giocatore migliore. Si tratta di un gioco molto mentale, puoi sentirti bene fisicamente e giocare bene durante il torneo e poi, il giorno della finale, qualcosa va storto, non ti senti più così in fiducia  sul campo o con altrettanta lucidità e concentrazione." E alla domanda se il suo programma sarà lo stesso nelle prossime due settimane, Novak risponde: "Ho bisogno di parlare con il mio team per veder cosa sarà meglio per me. Adesso devo andare a visitare la tomba di mio nonno siccome non c'ero ieri per il funerale". Dopo mezz'ora è stata la volta di Rafael Nadal. In conferenza stampa, ovviamente, è arrivato con il suo ottavo e splendente  trofeo monegasco: "Ho giocato un buonissimo set molto solido dopo che lui ha cominciato in modo molto intenso il primo gioco. Djokovic non era certo il miglior Djokovic. Nelle altre finali in cui ho giocato contro di lui, nench'io ero al massimo. Ho sempre amato moltissimo questo torneo, veramente, da quando ero bambino. Giocare qui era uno dei miei sogni. È un torneo storico in cui quando sei bambino vedi giocare tutti i tuoi idoli. Avere otto vittorie : la prima cosa a cui penso è che sono stato fortunato perché non mi sono infortunato nel periodo del torneo; la seconda è che vuol dire che ho giocato in modo quasi perfetto per vincere otto titoli di fila specialmente trattandosi di un Masters 1000. I migliori giocatori del mondo giocano sempre. Bisogna vincere contro i migliori.  Sono molto felice perché il mio ginocchio non mi sta limitando nei movimenti. Questa è la cosa più importante".

Le statistiche del match

  Nadal Djokovic
Vincenti 16 11
Errori 10 25
Ace 3 0
Doppi falli 1 0
% prime 68% 63%
% pts con la prima 85% 40%
%punti con la seconda 50% 56%

Laura Guidobaldi e Alessandro Mastroluca

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