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29/04/2012 18:58 CEST - ATP BUCAREST

Simon da 10, peccato Fognini

TENNIS - Fabio gioca tecnicamente un buon match, ma perde tutti i game chiave: sfuma la possibilità di primo trionfo ATP in carriera. Finisce 64 63 per Simon, che vince il terzo titolo a Bucarest, decimo totale. Riccardo Nuziale

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Gilles Simon decisamente meglio dell’Italia: stesso numero di finali nel torneo di Bucarest, resa a dir poco migliore, 100% a 0. Se infatti l’ex numero 6 del mondo ha portato a casa i titoli del biennio 2007-08, oltre a quello odierno (portando a 10 il suo bottino di trofei vinti in carriera, il primo dell’anno per lui, il secondo successo stagionale per un giocatore francese dopo Tsonga a Doha), gli azzurri hanno sempre fallito l’appuntamento clou, Gaudenzi nel ’97, Volandri nel 2006 e oggi Fabio Fognini.

Rimangono così 48 i trofei azzurri dell’Era Open (ultimo il verde Seppi di Eastbourne 2011), nonostante un generoso Fognini abbia cercato di alzare la prima coppa ATP della carriera giocando senza timore reverenziale verso un avversario che l’aveva già battuto tre volte in tre precedenti, che vanta uno storico finali ben superiore (prima di oggi erano undici, con un bilancio di 9 vittorie e 2 sconfitte) e che, in buona sostanza, gli è superiore.

Il ligure ha tentato di rendere difficile la vita a Simon con la maggior creatività che è nelle sue corde, con l’alternanza di accelerazioni piatte, colpi più carichi e palle tagliate, ma la straordinaria solidità del francese, che in più di un’occasione ha dato i nervi persino a Federer, ha avuto la meglio. Giusto così, senza troppi rimpianti. Perché se è vero che diversi lunghi game finiti nelle mani di Simon ai vantaggi potevano indirizzare il match verso altri lidi se vinti da Fognini, è altrettanto vero che l’azzurro, continuamente in spinta, ha dovuto probabilmente andare spesso aldilà del proprio ritmo abituale. E se i cruciali, lottatissimi game tra fine primo set e inizio secondo li ha vinti tutti Simon, significa semplicemente che quest’ultimo è più giocatore a 360 gradi.

Eppure il match era iniziato nel migliore dei modi, con l’azzurro, subito centrato e propositivo, capace di strappare già al secondo gioco il servizio a Simon con rovescio lungolinea e stop volley in controtempo sul 30-40. Ma ben presto si è capito che il primo parziale sarebbe stato teatro di un’enormità di break, ben cinque nei primi sette giochi, con Simon avanti 3-2, vittima di un nuovo immediato controbreak ma capace di riportarsi avanti subito, strappando a 15 il servizio a Fognini.

La striscia di break consecutivi sembrava non doversi fermare, con il ligure (da domani numero 48 del mondo) avanti 0-30, poi 30-40 e 40-A, ma in tutte le occasioni in cui si è trovato sotto Simon ha aumentato la spinta, portando Fognini all’errore.

Fabio è stato comunque bravo a non mollare, soprattutto quando si è trovato sotto 15-40 nel nono gioco: recuperato il game, ha avuto altre due palle per rientrare con Simon al servizio per chiudere il set, ma un nastro che ha accompagnato la sua smorzata in corridoio (il francese comunque c’era) e un servizio e dritto della testa di serie numero 1 del torneo hanno spento la speranza del nostro giocatore.

Nel secondo set i momenti chiave sono arrivati nel primo e quinto gioco: in apertura di parziale Simon ha continuato a dimostrare seri problemi al servizio, tanto che Fognini si è issato a 15-40 e, in totale, ha avuto nel game cinque palle per portarsi subito avanti. Un break che sarebbe stato dal valore psicologico molto importante, ma ancora una volta Fabio non è stato in grado di vincere i punti importanti (sebbene va detto che la sfortuna in due palle break l’ha guardato fisso negli occhi, con un dritto lungolinea vincente uscito di un nulla e un’accelerazione di dritto di Simon resa letale dal nastro).

Il quinto gioco, infine, ha visto Fognini con quattro palle complessive per il game ma Simon, dopo due palle break non sfruttate, ha portato a bersaglio la zampata definitiva alla terza palla utile.

È stato quello il colpo del ko: i game successivi, tutti portati agevolmente a casa dal giocatore al servizio, sono stati il preludio al nono gioco, dove Fognini ha sprecato un vantaggio di 40-0 e, al secondo match point, ha chiuso con un doppio fallo.

Il risultato può essere visto in due prospettive: è comunque positivo che Fabio sia finalmente riuscito a raggiungere una finale ATP, oltretutto dopo un infortunio e al termine di una settimana in cui ha giocato bene, ma d’altra parte è palese come manchi qualcosa al nostro giocatore: a livello di mentalità, tattica, lucidità, cattiveria e saggezza agonistiche. Il 6-4 6-3 odierno non è altro che la fotografia delle maggiori capacità tecniche di Fognini sovrastate dal livello superiore di Simon nelle qualità appena citate.

A tennis non si vince solo “giocando bene” (termine che meriterebbe maggior approfondimento).

Riccardo Nuziale

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