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30/04/2012 16:50 CEST - Personaggi

Il "conte Dracula"
e le rivoluzioni

TENNIS - Ex campione di hockey su ghiaccio, Tiriac ha scritto i suoi maggiori successi nel tennis. Da manager ha seguito Nastase, Vilas, Becker. Fenomenale organizzatore di tornei, ha portato modelle e terra blu. Luca De Gaspari

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Nel 1964 Ion Tiriac era nella nazionale olimpica romena di Hockey su Ghiaccio ai Giochi Olimpici invernali di Innsbruck. Neppure lui avrebbe potuto immaginare quale sarebbe stata poi la sua incredibile vita nel mondo di un altro sport, che col ghiaccio non ha nulla a che fare. Dopo la partecipazione olimpica, decide di diventare tennista definitivamente, anche se già faceva parte di un circolo fin da ragazzino sia a Brasov che a Bucharest. Discreto giocatore ma già superbo stratega, Tiriac diventa il compagno di doppio e guida spirituale del genio sregolato del suo ben più noto connazionale Ilie Nastase, conquistando anche un titolo in doppio al Roland Garros nel 1970, quindi all’inizio dell’Era Open. Raggiungerà anche 3 finali di Davis negli anni ’70, rappresentando il suo paese in 150 incontri.

Tuttavia come detto, il talento di Tiriac era più nella mente che nel braccio, così il suo maggior contributo allo sport della racchetta, lo dà e continua a darlo alla fine della sua carriera agonistica. Diventa di fatto il primo manager del tennis, e probabilmente di tutto il mondo sportivo o quasi (escludendo il pugilato); e la prima qualità di un manager in qualunque campo è scegliere bene i suoi “cavalli” di punta.

Dopo Nastase che accompagna per tutta la carriera, è la volta di Guillermo Vilas, vincitore di 4 prove del Grande Slam e poi un giovanissimo Henri Leconte con cui i rapporti si interruppero bruscamente. Ormai Tiriac è un uomo ricco, si trasferisce a Montecarlo, lontano dalla miseria del suo Paese oppresso dal regime di stampo sovietico; ma il paese dove era nato nel 1939 era tuttavia capace di ricordargli la morte del padre ad appena 11 anni, con la madre che lavorava in una fabbrica di camion.

Montecarlo appunto, perché è proprio qui che si verifica l’evento che segna in modo definitivo la sua carriera da manager e organizzatore; nell’edizione del 1984 del torneo monegasco, Tiriac vede giocare un ragazzo tedesco di 16 anni che lo colpisce tanto per il talento tennistico quanto per il carisma così simile al suo. Si tratta di tale Boris Becker nato a Leimen nell’allora Germania dell’Ovest il 22 Novembre 1967. Tiriac si presenta subito dalla famiglia del ragazzo con l’intenzione di metterlo sotto contratto, sfoderando una delle sue amate Ferrari per darsi un tono. Becker rimane subito colpito,da quell’uomo apparentemente scontroso e taciturno, la cui lungimiranza era pari alle dimensioni dei suoi improbabili baffi. L’accordo si concretizza dopo la finale junior persa da Becker poche settimane dopo al Roland Garros, con gli addetti ai lavori piuttosto dubbiosi sulla fiducia che un uomo pragmatico come Tiriac sembrava riporre in un ragazzo così giovane.

Basterà attendere un solo anno per capire il motivo di tale fiducia; Becker diventa il più giovane vincintore della storia di Wimbledon nel 1985, a soli 17 anni e mezzo, al termine di una cavalcata entusiasmante; da qui in poi Tiriac trasforma il ragazzo in una vera e propria macchina da soldi, tra sponsor e ingaggi pubblicitari in una Germania ormai prossima alla caduta del Muro e innamorata del tennis causa l’esplosione di lì a poco, di un’altra leggenda come Steffi Graf. Becker conquisterà altri 2 titoli a Wimbledon più alti 3 tornei dello Slam, e alla caduta del regime sovietico che di fatto libera il mercato, Tiriac costruisce un impero, creando la prima banca privata della Romania post-sovietica, e addirittura una compagnia aerea. Dopo Becker, sarà manager tra gli altri di Mary Joe Fernandez e Goran Ivanisevic.

Soprannominato il Conte Dracula per via delle sue origini transilvaniche e di un sorriso che nessuno pare abbio mai visto, Tiriac diventa anche un fenomenale organizzatore di tornei, tra cui il piccolo torneo di Bucarest ma soprattutto quasi tutti i tornei tedeschi, incluso il Masters di fine anno giocato ad Hannover dal 1996 al 1999.

Ora il suo ruolo e quello di direttore del torneo Masters 1000 di Madrid, dove quest’anno ha lanciato l’ennesima provocazione commerciale dopo che già aveva avuto l’ardire di mettere modelle come raccatta-palle per allietare il pubblico. Il torneo spagnolo sarà il primo ad essere giocato su una terra battuta di colore blu, invece del tradizionale rosso, perché rende più semplice la visuale della pallina in televisione, e Ion sapeva già vent’anni fa che è la TV a farla da padrone. Con questa scelta si è inimicato buona parte dei giocatori, assolutamente tradizionalisti riguardo alle superfici di gioco (o almeno riguardo alle loro norme cromatiche) ma Tiriac, come sempre va per la sua strada col consueto pragmatismo che lo ha reso uno dei principali protagonisti del mondo del tennis per la sua diffusione; un venditore di lusso insomma, perché si può star certi che anche adesso a 73 anni, riuscirebbe a vendere ghiaccio agli eschimesi.

Luca De Gaspari

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