25/03/2013 10:22 CEST - Inchiesta

Bilanci FIT: Quanto costa Supertennis

TENNIS -  Concludiamo concentrando l’attenzione sulla Sportcast. E sui 14 milioni versati dalla Federazione alla società presieduta dallo zio del presidente Binaghi e amministrata da Baccini, che dirige Supertennis, cui sono diretti gran parte di quei fondi. Ubaldo Scanagatta

PARTE 1: Bilanci Fit, così non va - PARTE 2: Servizi...preziosi! - PARTE 3: Centri estivi mon amour

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La presentazione di SuperTennis - foto di Monique Filippella
La presentazione di SuperTennis - foto di Monique Filippella

LA SOCIETA' SPORTCAST

La Sportcast, editore del canale televisivo Supertennis, nasce il 12 marzo 2008 a rogito del notaio Igor Genghini con un capitale sociale di 50 mila euro. Unico proprietario è la Federtennis. Il presidente della società è Carlo Ignazio Fantola, fratello della madre del presidente federale Angelo Binaghi. La Fit ha versato alla Sportcast circa 14 milioni in meno di tre anni tra conto esercizio e conto capitale. I consiglieri, all’atto di costituzione, sono Giancarlo Baccini e Stefano Selli.

Il 7 giugno 2011 Ernesto Albanese viene nominato consigliere. L'amministratore è Giancarlo Baccini, che nel Cda rappresenta la QA SrL, società iscritta al Registro delle Imprese il 4 marzo 1997 con un capitale di 10.400 euro. La QA è la società di proprietà dello stesso Baccini (quote per 5.720 euro), dei figli Enrico e Gianmarco, e di Luciana Da Corte (ciascuno dei quali con quote da 1560 euro).

Ma Baccini è il direttore di Supertennis e dell’omonimo magazine, editi dalla stessa società, che sopravvive in gran parte grazie ai fondi ricevuti in conto esercizio dalla Federtennis, per cui Baccini ha lavorato dal 2001 come responsabile della comunicazione.

L’attuale collegio sindacale è così composto: presidente Riccardo Visioli (di Cagliari), effettivi Paolo Massidda (di Cagliari) e Massimo Vittorio Irano (nato in Svizzera con cittadinanza italiana).

I DUE AUMENTI DI CAPITALE

La FIT ha provveduto a due successivi aumenti di capitale, portandolo prima a 160 mila euro, nell’assemblea straordinaria del 16 dicembre 2009, poi agli attuali 6,2 milioni.

Il secondo aumento di capitale serve a fare in modo che Supertennis possa trasmettere sullo stesso canale del digitale terrestre in tutta Italia (il 64, compreso fra quelli riservati alle emittenti sportive nazionali). Il piano di numerazione automatica è definito nella delibera 366/10/CONS dell’AGCom. La stessa autorità, nell’allegato B della delibera 212/11/CONS, all’articolo 3 comma 3 sottolinea che l’autorizzazione “in ambito nazionale è rilasciata esclusivamente a società di capitali o cooperative con capitale sociale interamente versato, non inferiore, al netto delle perdite risultanti dal bilancio, a euro 6.200.000, che impieghino non meno di venti dipendenti in regola con le vigenti disposizioni di legge in materia previdenziale”.

La FIT procede all’aumento di capitale attraverso un’operazione puramente finanziaria di immobilizzazione di capitale prima circolante e aumenta il personale a 20 dipendenti, per un costo che nel bilancio 2010 ammonta a 541.119 euro.

L’amministrazione del personale, si legge nella relazione del Collegio dei Sindaci che approva preliminarmente il bilancio, è affidato allo studio di Marco Perciballi, che è anche consulente della FIT e delle tre partecipate in materia di contabilità. Un nome che incontreremo ancora in più ruoli.

 

ALTI COSTI, BASSI RICAVI PUBBLICITARI E TANTI CONTRIBUTI DALLA FEDERAZIONE

La Sportcast ha ricevuto, dal 2008 al 2010, €7.976.942 di contributi in conto esercizio, a fronte di costi per servizi che, nello stesso periodo, ammontano a €7.377.478. I contributi crescono dai €795.000 nel 2008, ai €3.139.362 nel 2009, ai €3.955.275 del 2010.

Dei contributi ricevuti nel 2009, 2.866.667 (87,8%) derivano direttamente dal contratto FIT, 400.000 (12,2%) dagli Internazionali d’Italia. 3 milioni finiscono a Supertennis, 82.217 al magazine, 107.185 a Internet (sito della Federazione e degli Internazionali), 77.265 all’ufficio stampa.

Quell’anno, a fronte dei 3 milioni ricevuti, Supertennis incassa dagli sponsor (Alpina, Lotto, Tacchini, BNL, Mantoflex, Peugeot/Vizeum, TTK, Green Set, Mares/Head, Babolat e One Strings) €212.629.

I costi della produzione televisiva rappresentano il 59,9% del totale dei costi sostenuti dalla Sportcast (€2.151.393 su un totale di €3.589.214). Supertennis da solo costa alla Sportcast €3.329.881, 63.214 euro più dei contributi che riceve dalla FIT.

Nel 2010 aumentano i costi, crescono i contributi in conto esercizio, che ammontano a 3.955.275,
mentre i ricavi da vendite e prestazioni scendono del 30%
(€142.583). Ricordiamo che, nel bilancio 2010, la Federtennis registra €3.109.200 di costi per la promozione, riconducibili nella quasi totalità ai contributi elargiti alla Sportcast. Tra il 2009 e il 2010 aumentano anche i costi per servizi, che passano da 3.139.362 a 3.550.876.

Va anche riconosciuto come, negli anni, Supertennis abbia allargato il ventaglio della propria offerta con importanti acquisizioni di diritti: le partite dell’Italia e del World Group di Coppa Davis, la Fed Cup, gli ATP 250 e 500, alcuni tornei WTA. In più l’anno scorso è stato host broadcaster degli Internazionali d’Italia femminili. Appuntamenti di cui Ubitennis ha sempre dato evidenza e spazio, con il dettaglio degli palinsesti e degli orari delle dirette.

UBITENNIS RILEVA

Proviamo a riassumere. La società presieduta dallo zio del presidente federale riceve dalla FIT quasi 8 milioni di contributi tra 2008 e 2010 più altri 6 di aumento di capitale, in gran parte per gestire un canale tematico (Supertennis) costato, nello stesso periodo, circa 7 milioni e che ha incassato dagli sponsor poco più di 350 mila euro. Un canale diretto dall’ex responsabile comunicazione della FIT, che è stato consigliere della Sportcast e dal 2011 è l’amministratore della stessa Sportcast.

Di conseguenza Giancarlo Baccini approva i contributi che la FIT versa alla società presieduta dallo zio di Binaghi che vanno nella quasi totalità al canale che lui stesso dirige.

CONCLUSIONI

Proviamo a tirare le conclusioni. La FIT, cui nel 2010 restano in cassa 622 mila euro dagli Internazionali d’Italia:
- destina 14 milioni in meno di tre anni alla Sportcast, società presieduta dallo zio di Binaghi, per finanziare Supertennis, canale che incassa appena 350 mila euro dagli sponsor pubblicitari ed è diretto da Giancarlo Baccini, amministratore della Sportcast attraverso la sua società di famiglia;
- si affida, per i servizi di amministrazione e contabilità alla FIT Servizi, in cui i soci di minoranza sono la Lega Italiana Tennis del consigliere federale Carlo Bucciero e il ragioniere Marco Perciballi, che già viene pagato dalla Federazione come consulente per la contabilità;
- versa quasi due milioni di contributi in due anni alla Mario Belardinelli il cui socio di maggioranza è FIT Servizi, di conseguenza anche FIT (87,5%) e il ragionier Perciballi (2,5%), a fronte di costi crescenti per servizi, non meglio dettagliati, e personale.

È opportuno che di tutti questi intrecci di società gli affiliati (circoli e tesserati) non siano informati più estesamente?

Ha collaborato Alessandro Mastroluca

 

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Ubaldo Scanagatta

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