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30/05/2012 10:48 CEST - Roland Garros

Serena nel dramma
Un vizio WTA

TENNIS - Serena non era mai uscita al primo turno in uno Slam. Le è successo contro Virginie Razzano che un anno fa ha perso il compagno e allenatore Stephane Vidal, morto di cancro. E' andata nove volte a due punti dalla vittoria. Da Parigi, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
PARIGI _ Serena Williams fuori al primo turno d’uno Slam non c’era mai finita, in 46 Slam. Le era successo, mi segnala la solita premiata coppia Rosato&Tirone, quattro volte nella vita da pro: nella Kremlin Cup 1997, Zurich 2007, Marbella 2009 e Madrid 2009.

Le è successo stavolta contro Virginie Razzano, la figlia ventinovenne di un poliziotto, una tennista dagli occhi chiari e un naso importante, duramente provata dal destino. Un anno fa, il 16 maggio 2011, Virginie aveva perso il suo compagno Stephane Vidal, che nove anni prima si era ammalato di cancro ed era comunque diventato anche il suo coach. Otto giorni dopo si era decisa a giocare ugualmente il Roland Garros (“Perché Stephane avrebbe voluto così”), ma la testa non c’era e perse il suo match di primo turno contro Jarmila Gajdosova, che _ dal canto suo _ aveva da poco divorziato da suo marito Sam Groth.

Serena aveva dominato il torneo di Madrid, poi si era ritirata a Roma dopo aver approfittato del ritiro di Flavia Pennetta prima ancora di scendere in campo contro la Li Na. Serena non era evidentemente al massimo, ma a parte il fatto che vorrei sapere quale tennista al vertice del ranking femminile si possa mai considerare al massimo _ perché perdono più o meno tutte quando meno te lo aspetti (date un’occhiata alla flash che ho scritto a proposito della sconfitta della Brianti con la Azarenka), ma aveva comunque pressochè già vinto la sua partita in due set. E’ stata nove volte a due punti dalla vittoria, mica una!

Che cosa le sia successo in tutte quelle occasioni, è difficile da spiegare, al di là della chiamata del giudice di linea e del successivo intervento dell’arbitro Asderaki che l’hanno certamente deconcentrata. I nervi l’hanno tradita, e non è la prima volta. Ma tradiscono una volta lei, una volta la Clijsters, una la Li Na, un’altra la Kvitova, un’altra la Stosur, tutte campionesse di Slam che perdono al primo turno il successivo.

Insomma, più ancora che la sorpresa, è il modo quasi drammatico attraverso il quale Serena ha perso a rendere memorabile, e non solo per i francesi più sciovinisti fra i quali si nascondeva il piccolo presidente Gachassin, un match che ha vissuto come epilogo un game durato ben 24 minuti.

Sul 5-3 al terzo set per la Razzano che era stata avanti 5-0 _ ma dopo che nel secondo set, perso il primo 6-4, si era trovata sotto 5-1 nel tiebreak! _ è successo di tutto.

Virginia ha chiuso soltanto all’ottavo matchpoint, sbagliandone di suo almeno 5, forse anche sei, ma annullando però ben cinque pallebreak che avrebbero certamente rimesso in corsa la giocatrice più esperta. La Razzano non ha particolari complessi, se è vero che aveva battuto 3 delle ultime 5 top-five che aveva incontrato, però il braccino lo ha avuto eccome, come già quando si era trovata a servire sul 6-5 15-0 nel secondo set e aveva commesso due doppi falli consecutivi.

Altri due doppi falli ha commesso anche sul 5-3 nel terzo, sul 30-15 e sul suo primo matchpoint! Vi potete immaginare l’eccitazione sulle tribune del Philippe Chatrier. Ma la cronaca l’ha già firmata Davide Zirone, inclusa la vicenda in cui è intervenuto l’arbitra greca Eva Asderaki, quella che Serena vede ormai come il fumo negli occhi.

Negli anni passati accadeva regolarmente che quando il programma ufficiale del torneo metteva in copertina qualcuno dei protagonisti di giornata questi perdesse. I giocatori che venivano messi in copertina al mattino facevano gli scongiuri e ci scherzavano su, ma mica tanto. Nel mondo dello sport la superstizione regna spesso sovrana.

Oggi non sul programma ufficiale ma sull’Equipe c’era una pagina intera con una mega intervista a Serena Williams, tutta pagina 10, con una sua mega foto a colori sotto il titolo “J’adore etre une femme noir” (“Adoro essere una donna nera”) con un richiamo in prima pagina “Si j’etais un homme je serais gay”, (“Se fossi un uomo sarei gay”) che, direbbe un superstizioso, non le ha portato bene.

L’Equipe un tempo non avrebbe fatto interviste di questo genere, finchè c’erano Dennis Lalanne e Philippe Bouin, ma ormai tutti i giornali sono inquinati dal gossip spinto, come uno gioca a tennis interessa meno di quel che il tennista o la tennista dice.

Alessandro Mastroluca ha raccontato quel che si leggeva nell’intervista perchè effettivamente qui al Roland Garros, in una giornata per il resto abbastanza moscia _ anche per noi italiani perché le sconfitte di Volandri, Bolelli e Lorenzi sono arrivate senza che oggi i nostri vincessero un set e Francesca Schiavone ha lasciato 4 games alla giapponese Date che ha 42 anni _ non si è parlato d’altro. Anche i giornalisti sono sempre meno tecnici, conoscono meno il tennis, molti non l’hanno mai giocato e non capendolo…scrivono di quel che capiscono di più.

A volte si sarebbe tentati di trascurare certi argomenti, ma poi un sito di tennis che deve trovare decine di spunti al giorno non può ignorare niente di quel che gli passa sott’occhio. Va detto che il game finale fra Serena e Virginie è stato comunque una rappresentazione notevole di quel che può offrire una partita di tennis. Emozioni a non finire, colpi di scena, errori clamorosi, ma anche scambi di rara e pregevole intensità. Con la solita falsariga: chi era indietro nel punteggio trovava il coraggio per rischiare di più e recuperava, fossero i 7 matchpoints oppure le 5 pallebreak.

Divertente, alla fine. Molto. Per i francesi è più bella la storia della vittoria della Razzano, per il torneo era meglio se vinceva Serena. Se ne va una delle sicure protagoniste. Ma il tennis è bello anche quando mostra partite così. A suo modo memorabili. In questo senso il tennis femminile finisce per essere più vario. Perchè non sai mai quello che può succedere. Non ci sono le n.1 imbattibili, non sono sempre Djookovic, Nadal e Federer (citati in ordine di classifica a scanso di equivoci e di permali dei tifosi più arrabbiati) a raggiungere le semifinali. Qui anche la n.1 del mondo, e Serena è una n.1 quale che sia il suo ranking, può perdere anche al primo turno. Quindi tennis femminile acefalo, ma non è fascinoso proprio per questo?
 

Ubaldo Scanagatta

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