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04/06/2012 19:43 CEST - Roland Garros

Dove sono i nipotini di Borg?

TENNIS - Il tennis svedese è in crisi profonda e clamorosa. Due presenze nel tabellone femminile, nessuna in quello maschile. Assente Soderling (mononucleosi), i migliori sono Ryderstadt (n. 342) e Rosenholm (383). Da Parigi Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
PARIGI _ Robertina Vinci ha perso dalla svedese Sofia Arvidsson n.54 del mondo in un torneo in cui Johanna Larsson n.80 aveva perso dall’americana Oudin poi battuta da Saretta Errani. Ma gli svedesi maschi, quelli che con Borg vinsero qui 6 Roland Garros, 3 con Wilander 3, con Pernfors, Edberg, Wilander e Norman, e un paio di volte in tempi più recenti Robin Soderling, che si sono arresi soltanto in finale che fine hanno fatto?
Nel tabellone maschile non ce n’è nemmeno l’ombra d’uno svedese. Una crisi pazzesca, impensabile soltanto pochi anni fa.

Al Roland Garros, e un mesetto fa a Montecarlo, ho incontrato alcune delle vecchie glorie, come Bjorn Borg, Mats Wilander, Thomas Johansson (vincitore di un open d’Australia) e Thomas Enqvist e Jonas Bjorkman, chi attorno ai campi, che in sala stampa o vicino alle cabine tv.

“Dacchè Robin Soderling si è fermato per via della sua mononucleosi il tennista svedese più forte oggi è …decisamente Enqvist nonostante i suoi 38 anni – afferma Johansson senza l’aria di uno che scherza - e forse Edberg (46 anni) è il n.2 e metterei Wilander (48 anni) a n.3. Se mi allenassi seriamente penso che potrei essere il n.4…e forse Bjorn Borg (56 anni) potrebbe essere il n.5!”.

Se Soderling non torna presto a giocare uscirà dai primi 100. Oggi è n.67. Il n.2 svedese è Michael Ryderstedt n.342 e il n.3 è Patrik Rosenholm che è n. 383. Poi non c’è nessuno fra la quattrocentesima e la cinquecentesima posizione, così il terzo giocatore svedese è Carl Bergman n.535 e il quarto potenziale davisman è Patrik Brydolf n.563. In quel Paese che in un certo periodo storico ha quasi dominato il tennis, dozzine di Slam, dieci finali di Davis di cui sette vinte in 23 anni fra il 1975 e il 1998, nemmeno un fenomeno della propaganda come Binaghi riuscirebbe a parlare di rinascita del tennis.

Quando parlando con Borg Richard Evans gli ha detto che Johansson lo considerava ancora, a 56 anni, un potenziale n.5 di Svezia _ esagerando soltanto un poco _ Bjorn s’è messo a ridere, però ha aggiunto: “Di sicuro è vero che, con Soderling fuori gioco il nostro attuale capitano di Coppa Davis Thomas Enqvist (ex n.4 del mondo, una finale all’opedn d’Australia 1999 persa con Kafelnikov, 19 tornei vinti in carriera e per 4 anni top-ten), batterebbe certamente tutti i giocatori svedesi che ci sono. Alla federazione svedese mancano i mezzi. Ci sarebbero diversi giocatori con la giusta esperienza che potrebbero aiutare i giovani, Johansson e Bjorkman si occupano di organizzare i pochi tornei che ci sono, ma non ci sono i soldi per pagarli né i giovani cui insegnare. Anche organizzare i tornei in Svezia, con il calo di interesse che c’è, è diventato durissimo. Stoccolma era un grande torneo e ora non lo è più. Baastad anche ha perso l’appeal di un tempo…”.

Non ho visto qui a Parigi alcun giornalista svedese, di solito ce n’erano almeno un paio. Sono andato a vedere fra gli accrediti. Si erano accreditati in cinque, ma tre si sono cancellati, mentre due, Jonas Arnesen e Tobias Osterberg, non sono arrivati e tutto lascia credere che difficilmente arriveranno. Alla crisi dei tennisti svedesi si somma anche quella dei giornali. E’ curioso che anche altri Paesi che in passato hanno dominato il tennis, Australia e Stati Uniti su tutti, versino in situazioni quasi simili, fatte le debite proporzioni fra un Paese di 8 milioni di abitanti come la Svezia e uno di quasi 300 milioni come gli Stati Uniti dove, peraltro, diversi dei migliori tennisti degli ultimi vent’anni sono spesso arrivati da Paesi emigranti, dalla Cina di Chang all’Iran di Agassi, alla Grecia di Sampras.

Ubaldo Scanagatta

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