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11/06/2012 12:32 CEST - ROLAND GARROS

Chiunque perderà
avrà da ridire

TENNIS - Nadal potrebbe dire che senza la prima interruzione non ci sarebbe stata la seconda. Djokovic negherà che non si potesse continuare. Tutta colpa della tv USA. Non si può più fare a meno di un tetto. Da Parigi, Ubaldo Scanagatta

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PARIGI - Se non fosse per le tv che dettano la programmazione di qualsiasi torneo, e in particolare degli Slam, oggi la finale avrebbe potuto cominciare alle 13 o anche alle 14, dal momento che le previsioni del tempo le sapevano tutte ed erano anche accurate (ci sarà pioggia dalle 17 in poi, i meteorologi hanno sbagliato di 10 minuti); si sarebbe - molto probabilmente…non dico di sicuro - conclusa regolarmente prima delle 17.10. E sarebbe stata molto più regolare di quella che abbiamo visto anche se, alla fin fine, è stata quasi equa, perché ha favorito prima Djokovic, che era furibondo e fuori di sé tanto che aveva spaccato due racchette e fatto un gran buco nella panchina sulla quale si doveva sedere, e poi Nadal, quando dopo le ripetute insistenze del maiorchino che sosteneva a) di non poter scivolare b) che le palle erano diventate…gatti arrotolati tanto erano pesanti.

Finchè finalmente Stefan Fransson si è deciso a sospendere la partita che per noi spettatori forse avrebbe potuto continuare anche qualche minuto di più, sebbene anche Djokovic - dietro precisa richiesta del Supervisor - avesse fatto presente che effettivamente il campo stava diventando (o era diventato?) pericolosamente scivoloso contro il proprio interesse.

Ora è chiaro che Gilbert Ysern avrebbe negato, rispondendo ad una mia precisa domanda che è quella (doppia) che ha aperto la conferenza stampa di Ysern e Fransson, il fatto che siano le tv a dettare la programmazione. Ma di fatto è così. Perché l’unico motivo per cui si comincia a giocare alle 15 anziché alle 13 o alle 14, è che negli Stati Uniti una finale che si disputasse alla domenica all’alba, cioè alle 7 o alle 8 del mattino (orari di New York, che in California sarebbero 3 ore prima) avrebbe un’audience talmente bassa che la NBC non pagherebbe mai la stessa cifra.

Ysern ha detto che in condizioni normali sei ore dovrebbero essere sufficiente per portare a termine un match - e come abbiamo scritto noi di Ubitennis l’ultima finale non conclusa di domenica fu Nastase-Pilic nel ’73. che finì addirittura di martedì - però io mi sono permesso di ricordargli tutte le volte che, come l’anno scorso che cominciò a piovere durante la premiazione, o tanti sabati che la finale femminile è stata rinviata o conclusa all’indomani, senza disporre di un tetto è un discreto rischio contare su sei ore piene.

Anche perché qual era la finale più probabile, se non la stessa degli ultimi 3 Slam, quella fra la testa di serie n.1 e la n.2? E non si sa che Nadal e Djokovic, sull’esperienza del passato, sono due che estendono al massimo tutte le pause fra la fine di un punto e l’inizio dell’altro? Rafa supera spessissimo i 25 secondi previsti dal regolamento, Nole fa rimbalzare la palla 12-14 volte prima di ogni servizio (senza che nessuno intervenga mai…), in più i due sono capaci di fare anche palleggi di 44 scambi. Basta che vadano al quinto set e calcolando fra i ¾ d’ora e un’ora a set, ecco che le quattro ore - se il match non finisce in tre set - sono la norma, non l’eccezione.

Ergo…vedrete che forse - dico forse perché la NBC sgancia un sacco di soldi, e anticipare di un’ora un match significa perderne una buona parte - l’anno prossimo la finale sarà anticipata quantomeno alle 14.

Ciò detto, e potete ascoltare audio di quanto è stato detto nella conferenza stampa, la partita non è stata particolarmente divertente. Perché lo stile dei due giocatori non è sufficientemente in contrasto. Tutti e due a fondo a sparare pallate, a far dire ad alta voce a tanti “Aridatace Federer!”. C’è stato un solo serve&volley, frutto della disperazione di Djokovic sotto 2 set e 2-0 30-0. Ha fatto il punto, è stato l’inizio del rovesciamento della situazione, tuttavia non si è azzardato più a farlo. Le volee di Nadal, che sono poi quasi sempre schiaffi al volo con l’avversario praticamente già rassegnato alla perdita del punto, si saranno contate sulle punta delle dita.

Soliti scambi allucinanti, a ritmi furibondi, bellissimi se uno ne vede 20, 30, 50, un po’ noiosini se te li devi sorbire per 3 ore, mentre Gianni Clerici grida accanto “Rivoglio Von Cramm” e Neil Harman del (London) Times ribatte: “Ma Fred Perry, Gianni, non ti andrebbe bene?”.

Ovviamente i due esageravano, però è vero che ho visto in tribuna stampa anche qualcuno palesare un po’ di cascaggine, quando non proprio addormentarsi di brutto. Colleghi magari un po’ anziani, o provati da due settimane abbastanza faticose, però insomma lo spettacolo che offrono i due primi giocatori del mondo, quando incrociano le racchette fra loro, non è sempre esaltante punto dopo punto come quando uno dei due è un altro….meglio Federer che uno qualsiasi, ma anche qualcun altro direi.

Peraltro entrambi sono capaci di recuperi, e di pressing da fondocampo, assolutamente unici, quindi come si fa a lamentarsi quando in una finale si battono alla morte i primi due giocatori del mondo? Almeno non si vedono match a senso unico tipo la semifinale Nadal-Ferrer. Almeno può capitare, come accadde in Australia, che ad un certo momento sembra che possa vincere uno, e qualche minuto o mezz’ora dopo, capita invece che sembra che vinca l’altro. Questo non è poco. Che poi oggi la circostanza possa essere stata favorita dalla pioggia ci può stare. Altre volte le situazioni cambiano per altri motivi e va bene lo stesso.

Non mi importa chi vinca, ma vorrei che quest’ultimo spicchio di finale fosse memorabile e non desse adito a speculazioni del tipo…che uno dei due ha vinto approfittando di condizioni non regolamentari, anche se certo recriminazioni da una parte e dall’altra potranno esserci per quel che è successo oggi, per il tempo e per la cattiva programmazione.

Certo è che di un tetto ha bisogno il Roland Garros non meno di Wimbledon. Da anni vengo qui usando una Vespa o un MP3 e vi posso assicurare che piove di più a Parigi fra maggio e giugno che a Wimbledon fra giugno e luglio. Ho preso molta più acqua qui che oltre Manica. Se Parigi avesse vinto il ballot per l'organizzazione delle Olimpiadi il tetto sarebbe cosa già fatta. Adesso dicono che per il 2016 forse ci sarà e questi problemi non ci saranno più. Ma gli ambientalisti, i verdi, si oppongono con tutte le forze. E non è detto che non prevalgano.

Ubaldo Scanagatta

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