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16/06/2012 23:44 CEST - Personaggi

Sirola, MacKay e il miracolo di Perth

TENNIS - Nel 1960, Orlando Sirola vince il singolare decisivo della finale di Coppa Davis contro Barry MacKay. L'Italia, da sotto 0-2, batte gli Usa 3-2 e accede per la prima volta nella storia al Challenge Round di Coppa Davis. Alessandro Mastroluca. Rino Tommasi ricorda MacKay

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La morte di Barry MacKay

Barry McKay è stato un campione che non si e‘ mai preso sul serio. Da giocatore dilettante prima, da professionista della troupe Kramer poi, da commentatore per la NBC da compagno di merende e di bevute fino agli ultimi giorni della sua vita non si è mai negato una battuta, un ricordo, una risata. E’ morto a 77 anni .
Era stato numero uno degli Stati Uniti nel 1960, l’anno in cui aveva vinto un po’ a sorpresa i Campionati Internazionale d’Italia al Foro Italico. Non era certo favorito contro il cileno Luis Ayala che sembrava meglio attrezzato per i campi in terra battuta ma disputò in quella occasione un partita tatticamente perfetta distribuendo con grande saggezza i suoi attacchi.

Dopo aver vinto di misura i primi due set, McKay perse 12 games consecutivi ma fu capace di tornare in partita nel quinto set vincendolo piuttosto nettamente. E’ il quindicesimo giocatore americano nella storia della Coppa Davis con un record di 31 incontri (17-7 in singolare, 5-2 in doppio). E’ stato semifinalista a Wimbledon nel 1959.

Molto alto non era un modello di mobilità. Servizio e dritto erano i suoi colpi migliori, si potrebbe dire che erano i suoi soli colpi..E’ passato professionista nel 1961. Rino Tommasi

Sirola batte MacKay: il miracolo di Perth

“Sappiamo bene quello che può fare Pietrangeli, ma Sirola resta sempre un mistero. In campo è un carro armato furioso”. Parole di Roy Emerson, veterano della nazionale australiana, alla vigilia del Challenge Round di Davis 1960. Il primo a cui l'Italia partecipa nella sua storia. Gran parte del merito per la qualificazione è proprio di Orlando Sirola che completa un'incredibile rimonta battendo contro Barry MacKay nell'ultimo singolare.

Dopo la prima giornata, gli Usa sono in vantaggio 2-0. Buchholz batte Sirola 6-8 7-5 11-9 6-2, Pietrangeli perde conBarry Mackay 8-6 3-6 8-10 8-6 13-11. In doppio Pietrangeli e Sirola battono McKinley e Buchholz 13-11 al quarto, con la coppia americana che sfascia lo spogliatoio alla fine del match. Poi Buchholz accetterà l’offerta di Jack Kramer e, a 20 anni, diventerà il più giovane professionista dell’epoca.

L’ultimo giorno, Buchholz scende in campo per il primo singolare contro Nicola Pietrangeli con un piano chiaro in mente: attaccare l’azzurro sul rovescio. Ma la strategia non ha successo, “Nick” non sbaglia praticamente nulla e vince il primo set 6-1 in un quarto d’ora strappando tre volte il servizio all’avversario. Nel secondo Pietrangeli allunga 4-1, l’americano cambia racchetta e tiene il servizio nel game successivo ma un passante di dritto vale all’italiano il secondo set. Dopo 33 minuti il punteggio recita: 6-1 6-2 Italia.

Parte meglio Buchholz nel terzo set, prende un break di vantaggio e sale 4-2. Ma con un rovescio incrociato l’azzurro strappa il controbreak e si porta 4-4. Con la vittoria in vista, l’azzurro un po’ si irrigidisce. Per due volte Buchholz col dritto lo coglie in contropiede e sul 7-6 va a servire per il set. Un ace centrale allunga il match al quarto.

All’improvviso la fiducia sembra abbandonare l’azzurro, che si fa strappare il servizio in avvio di quarto set. E su quell’unico break Buchholz costruisce la vittoria nel quarto set (6-3). Il match si decide al quinto.

Inizia meglio Nicola che brekka a 30 nel primo game. Nel secondo va sotto 0-30 ma approfitta di due deboli risposte dell’americano e con un passante lungolinea salva il servizio e sale 2-0. Non trema stavolta, il braccio di Pietrangeli che serve per il match sul 5-4 e sul 40-15 piazza una prima angolata su cui l’americano improvvisa una risposta che vola oltre la linea di fondo.

Il singolare decisivo mette di fronte Barry MacKay, 25enne laureato all’Università del Michigan, e il gigante bolognese Orlando Sirola, alto quasi due metri, la cui carriera tennistica è iniziata solo otto anni prima.

“Barry è il nostro asso nella manica” commenta il capitano Usa David Freed dopo la sconfitta di Buchholz. Sulla panchina azzurra, oltre al capitano Jaroslav Drobny e al giovane Sergio Tacchini c’è anche un nervosissimo Pietrangeli.

Prevedibilmente, è il servizio che domina in avvio. Sul 4-5, Sirola si ritrova 30-40 ma con due punti facili si tira fuori e tiene per il 5-5. Nel game successivo McKay va sotto 0-30 ma si salva con un ace e una volée vincente. Il break alla fine arriva nel quindicesimo gioco. A MacKay viene fischiato un fallo di piede sulla seconda, ed è 0-30. Una volée lunga regala all’azzurro le prime palle break e l’azzurro trasforma la prima con un dritto all’incrocio delle righe. È tutto quello di cui Sirola ha bisogno per portare l’Italia a due set dal Challenge Round: l’azzurro tiene il turno di battuta successivo e chiude 9-7.

Sirola è il primo a brekkare, allungando sul 2-1. MacKay si ritrova a servire per il set sul 3-5. L’arbitro inverte una chiamata: è 15-30, non 30-15. Un doppio fallo lo porta 30-40: set point Sirola. L’azzurro alza un lob su cui MacKay non ha chance e che rimbalza pochi centimetri prima della riga. L’Italia è a un solo set dalla finale.

Al cambio campo il capitano Usa parla con MacKay, ma le sue istruzioni sembra non abbiano effetto. L’americano non conquista nemmeno un punto nei primi tre giochi di servizio dell’azzurro nel terzo set. Nel sesto gioco MacKay serve sotto 2-3 e si ritrova 0-30. Ma una chiamata sbagliata toglie per un attimo concentrazione a Sirola: 3 pari.

Intanto King’s Park si è riempita di tifosi italiani. Hanno finito di lavorare, hanno saputo che il match non era ancora deciso e affollano la tribuna Est. L’aria diventa elettrica. MacKay tiene il servizio a 15 in un game chiave: 5-5. Sirola fa lo stesso: 6-5.

La pressione è tutta sulle spalle dell’americano, che serve per secondo e sa che non può mai sbagliare. E alla fine, come spesso capita, sbaglia. Sotto 6-7, sbaglia due volée di fila che portano Sirola 15-40, a un solo punto dalla vittoria e dalla finale di Coppa Davis.

Lentamente MacKay torna verso la riga di fondo, aspetta che il giudice di linea inviti il pubblico a fare silenzio, e serve. La prima non entra. La seconda nemmeno. Doppio fallo sul match point. L’Italia è nel Challenge Round per la prima volta nella sua storia. Non riuscirà però a ripetere l'impresa contro l'Australia che vincerà 4-1.

Alessandro Mastroluca e Rino Tommasi

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