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17/06/2012 17:57 CEST - ATP HALLE

Si scrive Halle,
si dice Haas

TENNIS - Haas gioca un gran match, approfitta di un Federer fallosissimo e vince il tredicesimo titolo della carriera. 76 64 per il tedesco, che ad Halle aveva vinto l'ultimo trofeo, nel 2009, e che torna a battere lo svizzero dopo 10 anni (Melbourne 2002). Fabio Ferraro

 

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Erano passati dieci anni dall’ultima vittoria di un giocatore tedesco contro Roger Federer e la ventesima finale del Gerry Weber Open non sembrava proprio l’occasione giusta per interrompere questa incredibile striscia vincente dello svizzero. Ma oggi in campo si è vista solo una copia sbiadita del n.3 del mondo e Tommy Haas, spinto dal pubblico e da una grandissima voglia di ritornare alla vittoria dopo tre anni esatti, quando vinse sempre su questo campo contro Novak Djokovic, ha meritato ampiamente il successo.

L’inizio del primo set è sembrato andare in direzione del pronostico favorevole allo svizzero, che ha operato il break in apertura con un dritto incrociato vincente e poi lo ha confermato con autorità, chiudendo il suo turno di servizio con un ace. Federer ha avuto addirittura l’occasione di portarsi sul 4-1 ma dalla palla del doppio break, non sfruttata per merito di due grandissimi rovesci di Haas, è uscito pian piano dalla partita, permettendo all’avversario di recuperare il break e di vincere a zero ben tre turni di servizio consecutivi. Il campione di Basilea è riuscito a rifugiarsi al tiebreak dopo aver annullato altre due set point, ma nel gioco decisivo è uscito sconfitto per 7-5 in quello che si può benissimo definire il “festival degli errori di dritto”. Se però Haas può soppertire la giornata storta di questo fondamentale con il suo colpo migliore, il rovescio, quando a Roger non funziona il colpo dal lato destro, con cui imposta la maggior parte dei suoi punti, è notte fonda.

Il secondo parziale inizia sulla falsa riga del primo, con il 6 volte vincitore di Wimbledon che tiene la battuta a zero e si procura due break point sul seguente game in risposta, ma è solo il classico fuoco di paglia. Infatti, annullate le due opportunità di break con una prima centrale e un bellissimo passante stretto incrociato, Haas non ha più concesso nulla nei turni di battuta successivi. Federer, inevece, si è trascinato a fatica e forse anche controvoglia fino al nono game, che ha visto un’alternanza di servizi vincenti ed errori da entrambe le parti fino all’ennesimo errore di dritto del campione di Basilea che ha regalato la palla break all’avversario. Il tedesco ha capito subito che era un’opportunità da non lasciarsi sfuggire ed ha operato il break decisivo giocando un punto spettacolare, chiuso con un passante incrociato di rovescio giocato solo di polso. Il boato del pubblico e l’applauso di Federer sono stati il giusto tributo alla bravura del nativo di Amburgo. Il game finale del match ha visto solo un piccolo brivido, quando Roger è scivolato malamente cercando un recupero di dritto. Ma, dopo una smorfia di dolore, si è rialzato ed ha continuato a giocare fino alla conclusione della partita che è arrivata al primo match point per l’avversario. 7-6( 5) 6-4 Haas e titolo più che meritato per il talentuoso tedesco, naturalizzato americano.

E’ sicuramente una battuta d’arresto inaspettata per il n.3 del mondo, ma non credo che lascerà strascichi e dubbi nella sua mente, in vista dei due tornei su erba che contano veramente. Lo svizzero è sembrato poco attento e svogliato, come se fosse stato invitato a una festa e non volesse rovinarla. Il tedesco invece è sembrato concentratissimo, consapevole che a 34 anni non avrà molte altre occasioni per alzare un trofeo. Si è così concluso un torneo che ha avuto un notevole successo di pubblico (sono accorsi più di 110.000 spettatori) e che nei prossimi anni è destinato a crescere ancora di più.

Nota: durante l’incontro-esibizione tra Henri Leconte e Thomas Muster, uno spettatore è stato colto da infarto. Dopo vari tentativi di rianimarlo è stato trasportato fuori dallo stadio in quello che è sembrato un grosso borsone di plastica. Non si hanno notizie certe, ma sembra che purtroppo non ce l’abbia fatta.

Fabio Ferraro

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