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26/06/2012 11:50 CEST - Wimbledon

"Non faccio mai
la cosa giusta"

TENNIS - Murray si racconta al Daily Mail. "Sono emotivo, fa parte della mia personalità e non sempre riesco a controllarlo. Non credo che essere ogni tanto negativo in campo mi renda una brutta persona". Mike Dickson, traduzione di Bianca Mundo

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Occasionalmente, nella pausa quando una strana calma vige su un deserto All England Club, Andy Murray si mette a sedere sul Campo Centrale e guarda in silenzio uno dei rettangoli d’erba più famosi del mondo.
L’ultima volta è stata in primavera dopo un allenamento. ‘Mi sono seduto lì da solo e ho pensato un po’ al campo ed alle partite giocate’ dice.

Se l’ avessi fatto cinque o sei anni fa non avrei saputo a cosa stessi guardando, ma adesso ci ho giocato un sacco di match e ho un sacco di ricordi. Sembra passato tantissimo tempo dalla prima partita’. Murray ha giocato 25 incontri di singolare sul campo centrale, uno per ogni soffio sulle candeline, a cominciare dal 2005, quando ha raccolto da Tim Henman l’eredità come speranza britannica dopo Fred Perry.

La ricerca per il primo slam si sta prolungando più di quanto molti non avessero immaginato, tanto da far sviluppare ad ogni suo fan un andyvinceràmaiunoslammetro, un misuratore a mezzaluna con un ago.
Il mio personalmente è fermo alle ore 12 dall’ anno scorso, una posizione che significa una chance del 50%. Quando ha ingaggiato Lendl sei mesi fa, l’ ago si è spostato leggermente a favore, ed ancora un po’ di più quando è andato vicinissimo alla vittoria contro Djokovic in Australia.

Tuttavia da quel momento si è rispostato verso sinistra ed adesso pende leggermente in una direzione negativa. Motivo principale è la grandezza di Djokovic e Nadal, ma c’ è anche la sensazione che Murray sia ritornato ad alcune delle sue più controproduttive abitudini in campo, ad esempio la tendenza all’ autocommiserazione ed un linguaggio del corpo negativo che erano assenti in Australia.
Ciò si è riflettuto un po’ nei risultati e, come lui stesso candidamente ammette, l’impatto iniziale dell’ arrivo di Lendl è diminuito.

All’ inizio ha cambiato un po’ le cose ma direi che il periodo della luna di miele è finito ed adesso è diventato lo stesso tipo di rapporto tra giocatore ed allenatore che ho avuto in passato’ dice Murray. ‘All’ inizio dell’ anno ho avuto la sensazione che le cose fossero un po’ cambiate. Mi facevano un sacco di domande su di lui. Per alcuni versi ha allentato la pressione, per altri invece l’ ha aumentata. Ha un sacco di cose da offrire, è molto più esperto di molti nel mondo del tennis. Spero di poter lavorare con lui ancora per molto tempo’.
Il grande ceco, vincitore di 8 prove dello slam, sta facendo chiaramente fatica ad eliminare alcune abitudini, ma è comunque ancora presto e, per quanto riguarda la reputazione, entrambi hanno investito molto in questo affascinante appuntamento al buio, che sicuramente proseguirà.

Di recente ci sono state pensati illazioni circa le esagerazioni di presunti infortuni da parte di Murray. Lui nega, ma tuttavia ammette che, pur provandoci, non avrai mai la calma zen di un Bjorn Borg. ‘Vorrei non ci fossero momenti nel match in cui sono molto negativo e questo è un aspetto che ho cercato di migliorare. Ma fa parte della mia personalità l’essere emotivo. Non è qualcosa che può sempre essere controllata. Forse mi ha creato problemi in passato ma ci sto provando. Non posso sempre pensare “Oh Andy, puoi fare molto di meglio”. Non è sempre possibile controllare le proprie emozioni’.

L’ onestà è una delle cose da apprezzare maggiormente in Murray, il quale, lontano dal campo o dalle conferenze stampa -dove risulta sempre per nulla carismatico- è in realtà una persona estremamente simpatica, contrariamente a ciò che si possa pensare. Sette anni dopo le sue prime apparizioni sul centrale si sente ancora non capito. ‘Ho visto Novak in alcune partite dare di matto ed urlare di tutto verso il suo angolo. Non ho ancora visto Rafa, Roger o Novak farsi una gran risata durante una semifinale o una finale di uno slam. Qualunque cosa io faccia o dica, non è mai quella giusta’. ‘Penso di essere una brava persona. Sono gentile con tutti. Quindi solo il fatto che ogni tanto sia negativo in campo mi rende cattivo? Non penso’.

Murray rifiuta energicamente di essere compatito per essersi trovato a giocare in uno sport individuale in un’ epoca di grandi campioni, dicendo invece che ‘questo mi ha reso un giocatore migliore’. Sente anche che c’è ancora spazio per il suo mix di coordinazione e prestanza fisica, nonostante un sorteggio difficile.

‘Il tennis è cambiato molto da quando ho cominciato, le persone giocano meglio quando maturano e diventano più forti fisicamente’ commenta. ‘Ci sono giocatori che hanno vinto slam avendo superato i trenta, nonostante non sia affatto facile. Gente come Agassi ha vinto molteplici slam dopo i 25 ed il fatto che ciò non sia successo molto spesso non significa che sia impossibile. Dopo alcune sconfitte avrei potuto facilmente dire a me stesso “Non succederà mai a me ed è inutile cercare di migliorarsi” ma non l’ ho fatto’.

In questo Murray prende sicuramente ispirazione da Lendl, stakanovista che una volta saltò il Roland Garros in un disperato, ed alla fine rivelatosi inutile, tentativo di vincere lo slam che gli è sempre sfuggito. ‘Per lui non ha funzionato ma ha dato il meglio’ dice Murray. ‘Si può convivere con questo. Non vuoi di certo guardarti indietro e pensare ‘ho buttato via tutto’. Lui questo non l’ ha mi fatto ed è qualcosa che sto cercando di non fare anche io’.

Traduzione di Bianca Mundo

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