HOMEPAGE > > Pennetta, che amarezza ecco Camila l'oriunda (Clerici), Scatenata Giorgi (Martucci), alla Giorgi il derby sull'erba (Palizzotto, Azzolini, Semeraro), il tramonto di Venere e l'alba di Camilla Wimbledon (Ferrero).

26/06/2012 10:16 CEST - Rassegna Stampa del 26 Giugno 2012

Pennetta, che amarezza ecco Camila l'oriunda (Clerici), Scatenata Giorgi (Martucci), alla Giorgi il derby sull'erba (Palizzotto, Azzolini, Semeraro), il tramonto di Venere e l'alba di Camilla Wimbledon (Ferrero)

.............

| | condividi

Rubrica a cura di Daniele Flavi

Pennetta, che amarezza ecco Camila l'oriunda

Gianni Clerici, la repubblica del 26.06.2012

Vado a dare un'occhiata al mio povero Potito, anche perché condivido con la maggior parte dei tennisti italiani il complesso di non esser stato campione. Ma, come lo vedo addirittura ritirarsi, nell' allontanarmi noto sul campo attiguo, il 9, la presenza dell'adorata Pennetta. Mi fermo ad ammirarla, una volta di più, pensando che senza il gap generazionale avrei provato a corteggiarla, e chissà, quando, dall'altro lato mi appare un fenomeno di donnina, una biondina col nasino all'insù, un corpo che pare una fionda, contenuto in alcuni pizzi bianchi: e mi blocco, incredulo, fisso al tabellone, nell'osservare che la diletta Penna sta indietro, non solo un set, ma un break nel secondo. Cerca di forzare, la Flavia, con quel suo gioco troppo pulito, troppo piatto, privo di astuzia, lo stile che tanto le somiglia; ma, sulla racchetta della biondina, ogni volta par che la palla si ricarichi di energie, e ritorni ancor più veloce, più esplosiva. Alzo ancora gli occhi al tabellone, incredulo nel le : ere il nome della piccola, e ancor più mi sorprendo, nel leggere Giorgi, un nome noto quarant'anni fa, quale partner di Lea Pericoli, una giovane ribelle che finì addirittura indagata nel periodo delle Brigate Rosse, e trovò rifugio, innocente com'era, nell'ospitale Bellinzona. Ma, circondato com'è da italiani quel campo periferico, non tardo a trovare due aficionados che mi riconoscono, e informano. Questa piccola Giorgi non è per niente la nipotina dell'altra Giorgi, ma semplicemente la trisnipotina di muratori emigrati da Macerata a cercare fortuna in Argentina. I due aficionados mi indicano, dall'altra parte del campo, un bel tipo dalla zazzera posata come una focaccia sulla nuca, che gesticola e applaude, informandomi che è lui, papà Claudio, l'artefice dell'insolito ritorno nella patria che fu ingrata. La ragazza, mi informano ancora, ha superato le quali senza smarrire un set, nemmeno contro l'americana Glatch, un presunta speranza mondiale. E il n. 143 del mondo, Camila, con una sola C dovuta all'anagrafe che aveva battezzato papà, tanto argentino da prendere parte alla guerra del-le Falkland. Come decise di tornare a Macerata, con la moglie Claudia e i due figli Neandro e Ama-deus, papà associò Camila a un circolo ginnico, e la disinvoltura della piccola tanto incantò gli esperti da farla selezionare perla nazionale baby. Ma Camila ammirava i fratelli grandi, e questi giocavano a tennis. Chiese e ottenne una racchetta in regalo. Di G si sviluppa una storia che passa traverso famosi e insoddisfacenti allenatori, Pancho Alvino (coach di Safin), Jofre Porta (Moya), Eric Van Harpen (Sanchez-Martinez), Patrick Mouratoglu (Baghdatis) e continua a svilupparsi a Miami, dove la piccola affermerà, in un'intervista zeppa di colleghi, di trovarsi benissimo. E speriamo che gli americani, passate le Williams, non tentino di toglierla ad un paese che chissà se la merita, Camila. Speriamo proprio.

Scatenata Giorgi. Prende a pugni la Pennetta

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 26.06.2012

Flavia Pennetta affoga ancora: negativa, inguardabile, la brutta copia di favorita e di prima italiana «top 10» (oggi 17). Camila Giorgi, ventenne, italiana di nascita e di bandiera, 145 del mondo, promossa dalle qualificazioni come l'anno scorso, zampetta sull'erba di Wimbledon scaricandole addosso pallettoni, a dispetto dei 167 centimetri d'altezza, e passa il primo ostacolo Slam della carriera col 6-4 6-3 che la proietta contro Anna Tatishvili (n. 73). La sosia di Brooke Shields non è una sconosciuta: ne scoprimmo anticipo e propensione offensiva a 14 anni, alla Mouratoglou Academy francese, dopo il vaticinio, a 9 anni, del guru Nick Bollettieri («Se resta in Florida, a 17-18 anni farà risultati»), nel mezzo dell'odissea Macerata-Pesaro-Milano 3-Como-Barcellona-Villena (Valencia)-Palma di Maiorca-Parigi-Miami (da 2 anni). Sempre mano nella mano con papà Sergio, argentino di Baires con padre e nonno italiani, ennesimo attore igna5 70 I ritiri nel primo giorno. a I minuti della Sharapova per farne le spese anche i nostri battere la Rodionova. II bis Volelydri e Starace. fermati Pa Wimbledon non riesce da problemi alla schiena dal Allo (Serena Williams) ro di tennis della dinasty padri-figlie di questo sport, con solita mamma-fantasma ai tornei (Claudia, italianissima) e fratelli maggiori, primo traino verso le racchette. oggi all'inseguimento di altri talenti (Leandro, 22 anni, aspirante attore, e Amadeus, 16, calciatore). Ca-mila, a 5 anni, era stata chiamata in nazionale di ginnastica artistica. Girati Camila è timida. «Sembra, in realtà è riservata. Di sicuro è testarda. Due settimane fa, mi ha fatto incazzare: perché non tirava? "Dal primo turno del Roland Garros, mi fa male il braccio". Sono tornato a Parigi per 4 giorni di vacanza, deve smetterla di giocare sempre, anche se sta male», racconta papà. Camila s'emoziona: contro la Pennetta, serve per il primo set sul 5-2 e si suicida con doppi falli in serie, prima di chiudere 6-4. «Meglio di prima, quand'era nervosa, tirava solo, adesso la palla va più spesso dentro. Anche al servizio, le dico: "Metti la prima, non cercarne una straordinaria". O sulla tattica: "Non tentare il winner, sempre". Ma in campo si trasforma», spiega papà. «Camilla diventerà numero 1 del mondo, ne sono convinto, ha un'intensità straordinaria, e tutti i colpi, ma deve stare tranquilla. Magari l'ho frenata non accettando le offerte di agenzie e sponsor: volevo vivesse la vita normale, in famiglia, con valori sani come il rispetto degli altri», dice papà. Che, da promessa mancata di calcio («Per me, non c'erano soldi; per la fortuna della nazionale, spero che prenda mio figlio Amadeus: è un ottimo centrocampista»), ha finanziato il sogno-Camila: «Non capisco di tennis, ma l'ho sempre allenata io, con l'aiuto, adesso, di Andrey Koslov, a Miami». Forgiandone fisico e carattere: «Da marine». Caratare Camila dice poco, e a fatica: «Sono stata molto solida e paziente, devo continuare così, e sicuro che arriverò al numero 1. Io sono italiana, sono contenta di giocare con l'Italia, le colleghe italiane le saluto, ma non le conosco». Il c.t. di Fed Cup, Corrado Barazzutti, le fa i complimenti: «Grazie, non l'avevo mai visto prima». La Fit l'aiuta? «Papà, cosa devo dire?». Idoli? «Mi piaceva Andre Agassi... Non guardo molto le ragazze, guardo gli uomini». E, finalmente, sorride della battuta involontaria. «Ho fatto due photo shoot, ma non voglio fare la modella». Ha tirato anche di boxe: papà voleva che combattesse, in Francia. «Tennis e pugilato sono vicini: movimenti, velocità, anche se non c'è contatto fisico».

Alla Giorgi il derby sull'erba

Daniele Palizzotto, il tempo del 26.06.2012

La giovane italo-americana elimina la Pennetta a Wimbledon Al secondo turno anche Fognini. Ritirati Starace e Volandri Daniele Palizzotto. L'Italia ha trovato una piccola stella. Cresciuta in America, d'accordo, nella solita benedetta accademia diretta da Nick Bollettieri, ma nata a Macerata e con chiare origini tricolori come dimostra il cognome. Camila Giorgi non parlerà ancora bene l'italiano, ma gioca benissimo a tennis e nella giornata inaugurale della 126a edizione di Wimbledon l'ha dimostrato dominando 6-4 6-3 il derby contro Flavia Pennetta. Un risultato sorprendente, ma neanche troppo. Perché la Pennetta non sta attraversando uno splendido momento di forma, ma soprattutto perché ormai da tempo la Giorgi è in rampa di lancio. A questo va aggiunta la particolare predisposizione della 20enne italoamericana per i campi in erba: anche lo scorso anno Camila - oggi numero 145 mondiale - aveva superato le qualificazioni a Roehampton, ma sbarcata sui campi dell'Ali England Club aveva raccolto appena tre game contro la Pironkova. Stavolta, invece, la storia è diversa, perché «Camila gioca molto meglio - come spiega papà Sergio -ed è cresciuta tatticamente: prima tirava tutto, soprattutto quando era nervosa o sotto pressione, ora è più concentrata e solida». E in campo la differenza si nota: senza alcun timore reverenziale la Giorgi prende l'iniziativa appena possibile, spinge da fondo con entrambi i colpi e chiude con ben 25 vincenti in appena 66 minuti. «Questa è senz'altro la mia vittoria più bella - ha esultato Camila - anche Flavia mi ha fatto i complimenti. Ora festeggio con un gelato, poi a letto presto perché il torneo continua. I prossimo obiettivi? Arrivare più in alto possibile, sto lavorando molto per questo». Domani, intanto, per la Giorgi c'è la georgiana Tatishvili, un ostacolo non impossibile. Davvero un'ottima notizia per il tennis tricolore: vista la non più giovane età delle eroine Schiavone, Pennetta e Vinci, Camila-insieme con la romana Burnett - rappresenta una risorsa importante per l'Italia, senza dimenticare la Errani. Intanto, in una prima giornata risparmiata dalla pioggia, il tennis azzurro ha festeggiato anche la bella vittoria di Fognini contro il francese Llodra (3-6 6-3 6-4 7-5), sempre a suo agio sull'erba. Niente da fare invece per Camerin (6-0 6-2 dalla Petrova), Brianti (6-2 3-6 6-36-3 dallaMakarova), Cipolla (2-6 6-7 6-3 6-2 6-1 da Cervantes), Starace e Volandri- ritirati contro Sweeting e Chardy non senza incassare l'assegno da 14.500 sterline per la partecipazione - mentre oggi esordiscono Errani, Schiavo-ne, Vinci e Knapp. Derby La delusione a fine gara della Pennetta che ha ceduto il passo alla giovane Giorgi INFO Djokovic ok Tra i favoriti nessun problema per Djokovic (6-3 6-3 6-1 a Ferrero) e Federer (triplo 6-1 a Ramos), mentre il ritrovato Gulbis ha sorpreso Berdych a suon di tie-break (7-6 7-6 7-6). Tra le donne bene Sharapova, Radwanska e Stosur, mentre Venus Williams (precipitata al 58 posto in classifica) è stata sconfitta 6-1 6-3 dalla Vesnina

Pennetta out con la ventenne Giorgi

Daniele Azzolini, tuttosport del 26.06.2012

Camila 100 città, 10 maestri, 20 anni appena. 1919 "mi piace" sul suo sito, che comincia così: nel 2006 papà Sergio annuncia in un interviste che la figlia un giorno sarà la numero 1. Era il 26 aprile, e Camila aveva 14 anni. Oggi, 6 anni dopo, il sogno è ancora lì, suffragato da un primo risultato importante: la ragazzina, piccola e carina, ma non minuta, anzi fasciata di muscoli solidi, n 145 della classifica delle donne, ha vinto il suo primo match in uno Slam. Ha travolto Flavia Permetta, numero 16. E un derby le hanno detto. Camila ha guardato curiosa l'interlocutore, poi deve aver pensato che non fosse carino chiedere che diamine sia un derby. La vicenda di Camila Giotgi, italiana, italianissima, ma anche spagnola, argentina e da un po' americana, sembra un romanzo di formazione La storia moderna di una costruzione tennistica, che comincia a Macerata quando lei era una bimba, e prosegue verso Milano, Como, la Francia, poi in Spagna, a Barcellona e Valencia, per giungere in Argentina e di risalire verso gli Stati Uniti. Da un po' la famiglia ha messo radici a Miami, ma forse un giorno riprenderà il suo girovagare. Papa Sergio non lo esclude. Le migrazioni lui le ha nel Dna. Il nonno da Macerata se ne andò in Argentina. Il padre lo seguì. Lui stesso è di Buenos Aires. L'insegnamento, se c'è, è questo. «Si prende il meglio di ogni esperienza vissuta». Serve a fortificarsi, ha spiegato. A Camila è servito. Un pezzetto alla volta, ha messo su un tennis forgiato sul muscolo e sul carattere, mosso dalla convinzione di essere lei la sola protagonista della sua storia, lei l'unica con cui valga la pena fare i conti. Gioca per se stessa Camila, senza troppo riflettere su chi abbia di fronte. Colpisce con forza, sempre, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Una ragazzina piccola così (quanto? Appena un metro e 67, quasi niente nel tennis femminile di aggi) che sviluppa una forza distruttiva impressionante, molto anticipando i colpi, talvolta gettandosi di slancio verso la pallina Nel gioco dei contrasti, Camila offre spunti di riflessione interessanti, e paragoni altisonanti. Adriano Panatta, che la vide in campo a Macerata, durante un evento per i bambini (Camila aveva 7 anni), disse di aver visto la prima Agassi al femminile, e ne parlò a lungo can il padre, per convincerlo a fare tutti gli sforzi necessari. -talenti così se ne trovano pochi«. Camila ricorda quella giornata, e ad Agassi ha continuato a ispirarsi. Ha cercato un coach, poi ha preferito fare di testa sua. II padre le sta accanto, amenza sapere nulla di tennis«, ma pronto a motivarla, «perché quello serve maggiormente a Camila». I consigli, però, non sembrano poi campati per aria. -Mi chiede di essere solo un po' più riflessiva«, racconta Camila pescando le parole giuste nel mare della sua timidezza, «ma non di rinunciare al mio istinto«. Così la ragazzina ha fatto ieri, contro Flavia Permetta. L'ha rimbalzata da un angolo all'altro, ma è stata attenta a non disperdere la dote accumulata sin dai primi game. Flavia l'ha capito subito che sarebbe stata una giornata cruenta. Ha resistito nel primo set, risalendo di un break, ma a metà del secondo si è lasciata andare allo sconforto. Undici gli azzurri in campo. Vanno avanti in due. E una giornata da buttare. La vittoria più bella è di Fbgnini, che dal secondo set trova il modo di allontanare L'odia dalla rete. Avrà in regalo Pederer. Sugli altri meglio glissare: Stereos e Volandri fuori per ritiro, Bolelli subissato da Janovicz, polacco da n 180 in classifica, la Camerin alla mercé della Pletrava, la Bacanti tiene solo un set con la Makarova, Cipolla si fa rimontare da Cervantes. Infine Seppi: serve per la vittoria sul 6-5 nel 5 set e combina un pestrocchio. Istomin rimonta e vince. Lorenzi e Mahut sono invece al quinto: match sospeso. Restano le imprese di giornata, il ritorno di Gulbis che elimina Berdych, e Falla che costringe al 5 limar e poi lo batte.

Pennetta trova l’erede

Stefano Semeraro, la stampa del 26.06.2012

Carina, è carina. «Qualche photo-shoot l'ho fatto - ammette - ma non sogno una carriera da modella». Forte lo è sempre stata. Tanto che già a 14 anni si parlava di lei, quando la sua vita da emigrante della racchetta era approdata (temporaneamente) a Parigi, alla corte di Mouratoglou e il papà-coach Sergio le aveva già ipotecato il futuro: «Un giorno la n. 1 del mondo sarà Camila». Ovvero Camila Giorgi, 21 anni, n. 145 del mondo, nata a Macerata da Sergio, argentino di Buenos Aires, figlio di emigranti, e dell'italiana Claudia. Un talento naturale, polisportivo. A 5 anni la ginnastica artistica la voleva in nazionale, a 13 Adriano Panatta e Nick Bollettieri ne intravidero la stoffa. In Francia si allenava con i guantoni e il babbo avrebbe voluto persino farla combattere. «Pugilato e tennis si assomigliano - dice lei -i movimenti e la velocità di esecuzione sono gli stessi». Ieri, con il suo tennis boxato da piccola puma, tutto aggressione……. I grandi manager mi hanno sempre snobbato, dicevano che Camila aveva bisogno di un coach vero, non di me che non so neanche giocare. Ho rifiutato tanti sponsor, ma ho preferito fare di testa mia, perché nella vita non c'è solo il tennis, ci vuole equilibrio. Oggi l'avete vista: è maturata, non cerca vincenti a tutti i costi, ha più tattica. Crescerla cosl è costato più di 700 mila euro, ma tranquilli: Camila arriverà». Per ora, dopo un mezzo giro del mondo, è arrivata a Miami, che nel suo italiano venato di spagnolo non sembra poi tanto diversa dalla Macerata lasciata a 5 anni. Ammira Agassi, Del Potro, si allena con i maschi. «Le ragazze non le guardo mai». Guarda tanto il papà, Camila. Il resto del mondo può aspettare.

Il tramonto di Venere e l'alba di Camilla Wimbledon

Federico Ferrero, l’unità del 26.06.2012

Terra di morte per i campioni: là erano caduti McEnroe, Stich, Sampras, Serena, Hingis e altre stelle in varietà, per mano di mestieranti spesso ignoti al grande pubblico. Ieri, l'ingrato comitato di Wimbledon ha pubblicato sul sito web un'immagine (di addio?) tagliata sopra il ginocchio di una Venus Williams immortalata al Roland Garros, nel tentativo di non rendere palese il falso storico. In verità non si è trovato il tempo di spedire sul luogo del Venus-cidio, il nuovo court due, un fotografo interno: un'ora e un quarto di pessimo tennis e Williams non c'era più, spenta da una giocatorina bella e perdente come Elena Vesnina. In sedici Wimbledon, la cinque volte regina del Tempio s'era fatta cacciare al primo giorno una volta: aveva diciassette anni, era il suo esordio sui prati. Venere ne ha appena festeggiati trentadue, una strana sindrome la debilita da tempo e ha l'incedere della stella rassegnata a dare un taglio a ciò che resta della sua carriera. Questa la notizia da tabloid per l'inaugurazione dei Championships, col dispetto di un Federer sistemato a disegnare i suoi capolavori sul campo numero uno. Il Re non ha scompigliato il ciuffo nel triplo 6-I al povero Ramos e sa di giocarsi molto: un settimo titolo qui, magari l'ultimo. Un irripetibile oro olimpico, su questi prati già rovinati come tratturo. E la possibilità di tornare il primo giocatore al mondo, anche solo per una settimana, quella che mancherebbe per toccare le 286 di King Sampras. Un giorno di riposo per Roger e mercoledì toccherà al talento imbizzarrito di Fognini dividere il campo col signore dell'erba. Il Fabio che ha quasi sgambettato Roddick a Eastbourne e - ieri - ha stordito di passanti il piccolo Leconte, Llodra, su un defilato e punitivo campo 19, perderà. Si spera affronti il Centrale offrendo il suo miglior profilo, quello del giocatore di classe. Dell'altro, l'italiano che bercia e perde il senno, si vorrebbe perdere traccia. In casa Italia (o Spagna?), dai vamos! parigini di Errani a quelli di Ca-mila Giorgi: graziosa creatura cresciuta in una famiglia italiana di ritorno - il padre lasciò La Plata, Argentina, per Macerata a fine anni Ottanta - che ha padronanza di un tennis molto erbivoro. Si è regalata il secondo turno nello Slam verde, ancora una volta dalla porticina delle qualificazioni di Roehampton. Bella dimostrazione di qualità per la timida Camila, nella sfida sorellicida con Pen-netta. Purtroppo per Flavia la curva del trentesimo anno inizia a farsi discesa; siamo aggrappàti a Sarita la Valenciana e accogliamo una giovane italiana.
 

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Partnership

 

Ubi TV

Scopri Miami con Jelena Jankovic

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis