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27/06/2012 18:19 CEST - Wimbledon

E' così diverso
giocare col tetto?

TENNIS - Nel 2009 è stato inaugurato il tetto sul Centrale di Wimbledon. Murray-Wawrinka è stato il primo match interamente giocato indoor. Al coperto hanno giocato anche Schiavone e Djokovic. La copertura rende davvero il gioco più lento? Alessandro Mastroluca

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Gli arbitri che girano a bordo campo con il walkie talkie in mano, almeno sul centrale di Wimbledon sono ormai un ricordo, da quando nel 2009 la cattedrale del tennis è stata dotata di un tetto retrattile costato 100 milioni di sterline. Nel 2009 il progetto è stato premiato con l’Annual Structural Steel Design Award. Servono tra gli otto e i dieci minuti perché le 1000 tonnellate di acciaio e tessuto traslucido (materiale riciclabile al 100%) divise in due sezioni complementari, coprano il Centrale e ulteriori 20-30 perché si possa riprendere a giocare in quanto le nove macchine dell'impianto di aerazione, capace di immettere 143 mila litri di aria al secondo all'interno del campo, mantengano i livelli di umidità dell'aria sotto controllo.

Il tetto è stato inaugurato il 17 maggio del 2009 con un'esibizione che ha coinvolto Steffi Graf, Andre Agassi, Kim Clijsters e Tim Henman. In quella edizione è piovuto solo il lunedì della seconda settimana. Safina-Mauresmo hanno finito sotto il tetto il loro ottavo di finale, iniziato outdoor, poi Murray è stato costretto al quinto set da Stan Wawrinka. Il match si è concluso con le luci artificiali e ha convinto la BBC a cancellare la messa in onda di una puntata della storica serie "medical" Eastenders. Nel 2010 è stato Djokovic a sperimentare le condizioni indoor, al debutto contro Olivier Rochus in quello che è diventato l'incontro finito più tardi nella storia del torneo, alle 22.58 locali.

Francesca Schiavone ricorderà il suo primo match in carriera sul Centrale di Wimbledon. La pioggia interrompe la sfida con Jelena Dokic sul 6-4 1-6 1-1 40-40. L'azzurra conclude con il tetto chiuso e vince il terzo 6-3 prima che Murray torni a giocare indoor contro Gimeno-Traver (vince dopo aver perso il primo).

"Il tetto cambia le condizioni" dichiara lo scozzese dopo il match. E Tom Perrotta, in un articolo pubblicato sul Wall Street Journal il giorno dopo, sottolinea come secondo l'Hawk-Eye, a parità di velocità, una palla perde 7 kmh in più dopo il rimbalzo con il tetto chiuso a causa della maggiore umidità.

Il professor Steve Haake, direttore del centro di ricerca in ingegneria dello sport all'Università di Sheffield, e consulente tecnico dell'ITF per cui ha svolto ricerche su impatto delle palline, superfici e aerodinamica, non è convinto che questo effetto dipenda dalle differenti condizioni tra outdoor e indoor. In un intervento sul blog Engineering Sport, prova a spiegarlo.

La differenza di densità dell'aria non basterebbe a giustificare un rallentamento così cospicuo (la riduzione dovrebbe essere tra 1 e 1,5 kmh a seconda della temperatura esterna prima della chiusura del tetto). 

Nemmeno la superficie più morbida e la minor frizione possono spiegare il dato, anche perché per produrre un rallentamento di 7 kmh serve un cambiamento nel coefficiente di frizione di oltre il 30%, che certo non matura nel breve tempo in cui il giudice di sedia fa fermare il gioco e coprire il campo.

Rimangono le palline. "E' probabile", scrive il professor Haake, "che quando le palle si bagnano a causa della pioggia e poi si asciugano, aumentino temporaneamente di diametro perché aumenta il volume del pelo. E bastano 2 mm in più per rallentare la velocità dopo il rimbalzo di 7 kmh".

Alessandro Mastroluca

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