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01/07/2012 10:59 CEST - Wimbledon

Tutto sul record che conta poco!

TENNIS - La Errani stupita di tanto interesse per un 24-0 e la Shvedova neppure se n’era accorta! Eppure ci aveva provato un’altra volta. Non ricorda nemmeno quella. Gli altri primati italiani trascurati. Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
WIMBLEDON _ E’ il torneo dei record per le ragazze italiane, tutti positivi e uno curiosamente negativo…ma del quale oggi parlano tutti più che degli altri! Eppure non c’è dubbio che aver raggiunto la finale a Parigi è un risultato ben più importante, significativo e memorabile, che non aver perso un set 6-0 senza vincere un punto.

Sto riferendomi, per chi non l’avesse capito, a Sara Errani, battuta 6-0 (e 24 punti a zero) 6-4 dalla Shvedova (vedi la nostra flash). Non avete idea della processione di colleghi, inglesi e americani soprattutto ma non solo, che sono venuti a chiedermi cosa fosse successo, come fosse possibile, se Sara non si fosse impegnata, se avesse qualche problema. Molti di loro, da Scott Price di Sports Illustrated a Sandra Harwitt del Miami Herald, da Tom Perrotta del Wall Street Journal a Howard Fendrich dell’Associated Press, insomma molti corrispondenti dei principali media mondiali, si sono scomodati per venire poi anche alla sua conferenza stampa. E su twitter è stato tutto un cinguettare. Ho cinguettato anch’io (lo dovevo ai 2085 followers).

Tutti insieme oggi, inclusa Sara un po’ più tardi, abbiamo così scoperto che perdere 24 punti di fila, 4 per game per un 6-0, significa perdere un Golden Set! E, spulciando sugli almanacchi, abbiamo scoperto un paio di altre cosette. La prima: Bill Scanlon (un texano che odiava, e batteva di tanto in tanto, John McEnroe, e che fu anche colui che battè nel 1984 un sedicenne Boris Becker…complice un infortunio alla caviglia di Boom Boom) aveva stabilito l’unico 6-0 che si ricordi senza perdere un punto contro il brasiliano Marcos Hocevar al torneo di Delray Beach 1983.

La seconda: la Shevedova ci aveva già provato, era quasi recidiva. Contro Amy Frazier a Memphis 2006 aveva fatto 23 punti di fila, 5-0 40-0. Poi aveva fatto doppio fallo e perso 6-0,6-0! L’avesse saputo, chissà, Saretta si sarebbe esaltata quando ha fatto il primo punto, il primo del secondo set che per l’appunto non ricorda nemmeno! Era stata un errore di dritto della Shvedova.

Sono andata avanti 2-0 nel secondo, ma anche nel secondo set, sebbene io abbia avuto due pallegame e break per il 4-3 non mi sentivo a mio agio, mi ha sempre preso a pallate. Se guardate le mie statistiche …ho messo il 75% di prime, ho fatto 7 errori gratuiti, insomma non ho avuto la sensazione di giocare così male, di aver fatto schifo, altre volte ho giocato molto peggio, lei era ingiocabile, serviva a 119 miglia (191 km orari) e se gioca così …magari vince Wimbledon!”.

Rispondendo a un mio tweet, che ricalca il concetto con il quale ho cominciato quest’articolo, un “follower” ha replicato: “A Parigi ogni anno ci sono due finalisti, mentre un 6-0 con 24 punti a zero era successo una sola volta!”.

Quindi non c’è dubbio che la curiosità statistica c’è e resta, anche se la sostanza è modesta: “Quando perdi un set…che tu l’abbia perso 7-6 oppure 6-0, e senza vincere un punto, cambia poco, è la stessa cosa…anzi forse ti arrabbi di più per il 7-6!” diceva Sara, sorridente e simpatica come sempre, contenta perché la sua grande amica e compagna di doppio, Roby Vinci, aveva finalmente centrato il traguardo degli ottavi di finale e della seconda settimana in uno Slam al 31mo tentativo. Sei volte si era fermata al terzo turno.

Gianni Clerici era tutto eccitato al ricordo della sua Divina Suzanne Lenglen che aveva inflitto ventinove 6-0 a Wimbledon alle sue malcapitate avversarie e tredici a Parigi. Gianni è convinto che quelli parigini siano 18, i miei due superstats Rosato&Tirone dicono che furono 13…sui numeri mi fido più di loro. A meno che prima del 1925, quando a Parigi gli Internazionali non erano ancora davvero tali, la Lenglen avesse inflitto altri cinque 6-0…

Altra cosa curiosa: la Shvedova non si era mimimamente resa conto di aver fatto 24 punti di fila, Glielo ha detto il suo coach e lei non voleva crederci. Ma forse ha la testa un po’ per aria: perchp anche dell’episodio di Memphis contro la Frazier non ricordava nulla. Mah…

"Mi sono accorta soltanto che quando lei ha fatto un punto, sul primo o il secondo del secondo set, tutta la gente ha cominciato ad applaudire e gridare e io mi sono detta: 'Ma che succede? Mah, forse vogliono vedere un bel match...E poi invece in palestra, dopo il match, il mio coach è venuto e mi ha detto: 'Sai che è venuto uno a dirmi che non hai perso un punto?'. E io 'Davvero? Nessun errore non forzato and nessun punto perso? Incredibile!'"

Delle tre ragazze in gara negli ottavi Roby è quella che ha il tabellone meno difficile sulla carta. La Schiavone ha la Kvitova, campionessa di Wimbledon in carica, la Giorgi ha la Radwanska e per quanto suo papà le avesse detto “Hai la Sharapova in semifinale” beh ha un ostacolo durissimo da superare. Roby ha la Paszek, l’austriaca che ha vinto il torneo di Eastbourne e che lo scorso anno battè la Schiavone. Decisamente l’austriaca gioca bene sull’erba, però insomma non è né la Kvitova né l Radwanska.

E’ dunque _ comunque _ il torneo dei record per le donne italiane: Francesca Schiavone gioca qui il suo 48mo Slam consecutivo, segno di gran buona salute. Nessun altra tennista in attività può vantarne di più. Ma Ai Sugiyama, fra Wimbledon 1994 e US Open 2009 ne ha giocati 62 consecutivi e anche Patty Schnyder, Nathalie Dechy, Elena Likhovtseva, ne hanno giocati di più.

L’altro record, peraltro già sottolineato da Ubitennis fin da quando la Vinci ha conquistato il traguardo che le era sempre sfuggito, è quello di tre italiane negli ottavi, una “prima” assoluta. Grande e Farina c’erano arrivate insieme nel 2004, quando Silvia perse poi dalla Mauresmo e Rita dalla Suarez che, più doppista che singolarista, sarebbe stata alla sua portata e difatti la Grande vinse il primo set.

Da notare poi che nessun Paese ha, né nel tabellone femminile né in quello maschile, 3 rappresentanti. Insomma, lasciatemi sventolare un po’ di sano orgoglio patriottico. Se avete tempo e voglia ascoltate i video che ho realizzato fuor dai cancelli, per la home page italiana e per quella inglese (insieme a Steve Flink che è sempre un’enciclopedia storica viaggiante).

Personalmente sono molto curioso di vedere come se la caverà la Giorgi con la Radwanska. La ragazzina ha personalità da vendere, non credo che sarà intimidita dalla grande occasione. Tutto sommato essendo il lunedì il giorno di tutti gli ottavi di finale, uomini e donne, la deliziosa Camila potrebbe anche sfuggire alla super-pressione che di solito questi match impongono, e riuscire a passare semi-inosservata. Anche il fatto che siano tre, e non solo lei, le italiane in gara le toglierà qualche attenzione ed è meglio così.

Con il ranking n.145 è di gran lunga la peggior classificata delle 16 superstiti. Dietro a lei c’è la Shvedova, n.65, ottanta posti più giù, in un tabellone in cui le teste di serie sono solo 8 su 16. E’ vero però che ci sono tutte le prime quattro, Sharapova, Azarenka, Radwanska e Kvitova, più la n.6 Serena Williams che se l’è vista brutta con la Zheng, prima semifinalista cinese della storia a Wimbledon, e battuta soltanto 9-7 al terzo. Insomma le più forti sono ancora tutte in corsa. Sharapova-Serena è secondo Flink forse la finale più probabile anche se nessuna delle due è apparsa fin qui così in palla e a suo agio sull’erba come Petra Kvitova, che non a caso è la campionessa in carica. E la mia personale favorita.

Da Wimbledon, Ubaldo Scanagatta

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