08/08/2012 16:44 CEST - Personaggi

Federer, un destino nel nome

TENNIS - Roger Federer festeggia il suo 31mo compleanno, il settimo da numero 1 del mondo. La sua storia di grandezza inizia dal suo nome. E dalle ragioni per cui i genitori l'hanno chiamato Roger. Alessandro Mastroluca

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Federer
Federer

“Basilea è senza ombra di dubbio la mia città", ha affermato lo scorso inverno Roger Federer parlando al Credit Suisse. Anche se possiede appartamenti a Dubai e a Wollerau, e ha acquistato un terreno a Herrliberg, sopra il lago di Zurigo. A Basilea è nato, all’ospedale cantonale, al comune di Basilea ha sposato Mirka Vavrinec l’11 aprile 2009.

Ma, come ricorda René Stauffer in questo articolo, c’è una Basilea di città e una Basilea di campagna. Entrambe hanno buone ragioni per vantare i natali di Roger. Per diversi anni la famiglia ha vissuto a Riehen, comune di Basilea città. A 10 anni, si trasferiscono in una villetta a schiera nel quartiere Waserhaus di Münchenstein, distante mezz’ora a piedi dalla St. Jakobshalle, che è un po’ terra di confine. È a Basilea campagna, mentre il vicino stadio di calcio è già a Basilea città.

I suoi genitori sono soci del TC Ciba, a Allschwil. Ciba sta per Chemische Industrie Basel: è l’azienda farmaceutica per cui lavorano Robert e Lynette Federer. Robert, figlio di un lavoratore tessile e di una casalinga, a 20 ha lasciato la sua città natale, Berneck, nella valle del Reno sangallese, per andare a Basilea dove la Ciba gli offre il suo primo impiego. Dopo quattro anni decide di lasciare la Svizzera. Emigra in Sudafrica, ancora dominato dall’apartheid, dove non ha fatica a trovare un visto. Trova un lavoro nella stessa compagnia che ha la sua sede locale a Kempton Park, sobborgo non lontano dall’aeroporto internazionale di Johannesburg. Lì lavora come segretaria la 18enne Lynette Durand che viene da una famiglia Afrikaner e vorrebbe andare in Europa, in Inghilterra.

Si incontrano nel bar dell’azienda e iniziano a frequentarsi. Robert la porta allo Swiss Club a Johannesburg e Lynette, che giocava a hockey su prato, scopre una grande passione per il tennis, che la porterà a vincere il campionato inter-club del 1995 con il TC Ciba e poi a entrare nell’organizzazione del torneo di Basilea. Nel 1973 Robert sceglie di tornare in Svizzera. “Avevo come la sensazione di essere un uccello migratore” spiega a Stauffer per il suo documentatissimo ‘Quest for perfection’. Robert e Lynette si sposano e nel 1979 nasce Diana.

L’8 agosto 1981 viene alla luce il secondogenito destinato a far conoscere al mondo il cognome Federer. Fino ad allora il Federer più celebre era stato Heinrich, un prete diventato scrittore nato nel 1866 e sceso in Abruzzo nel 1902. Qui ha scritto una serie di racconti, scoperti e tradotti da Valentina Donatelli, in cui cerca di capire l’animo dei contadini e dei pastori, di indagare la realtà piccoli paesi anche denunciandone le problematiche sociali.

Robert e Lynette decidono di chiamarlo Roger perché è un nome che si pronuncia facilmente anche in inglese. Il loro primo pensiero, nella scelta del nome, è per i tanti, per quelli che lo chiameranno, che lo apprezzeranno, che lo tiferanno. È un segno: in quella scelta c’è scritto un destino di grandezza. Un destino che Federer sembra vedere ben chiaro dai primi anni in cui prende in mano una racchetta e decide di lasciare il calcio per il tennis. È un bambino che adora Becker, e non Edberg, perché il tedesco comunica voglia di vincere. Un bambino che vuole giocare il tennis perfetto, ma scegliere il colpo giusto al momento giusto non è facile. Un bambino che si arrabbia se non riesce a giocare come vorrebbe e cambia quando incontra un coach australiano, Peter Carter, che morirà nel 2002 in un incidente durante un safari in Sudafrica.

A lui Federer dedicherà il primo Wimbledon vinto l’anno successivo. Sono passati nove anni da quella prima vittoria, sono arrivati altri sedici Slam, altri sei Championships. Sono passate 291 settimane da numero 1 del mondo. Oggi, nel giorno del suo 31mo compleanno, il settimo festeggiato in vetta al ranking (un record eguagliato, solo Lendl come lui), Robert e Lynette sanno che hanno avuto ragione.

 

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Alessandro Mastroluca

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