31/08/2012 03:55 CEST - Us Open

Fish e Almagro che maratone! Fuori Tsonga, Federer deluxe

TENNIS - Inaspettata battuta d'arresto del francese che si fa sorprendere dallo slovacco Klizan, allenato da Karol Kucera, in quattro set con il punteggio di 6-4 1-6 6-1 6-3. Federer si diverte con il tedesco Phau.

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Klizan b. Tsonga 64 16 61 63

Erano altri tempi, tempi lontani, quelli in cui due dei "quattro moschettieri", René Lacoste ed Henri Cochet, interrompevano il dominio statunitense a casa loro, nel torneo una volta conosciuto come lo U.S. National Championships. Da lì, ne è passata di acqua sotto i ponti se pensiamo che mai più un giocatore francese ha raggiunto la finale a New York. Un lungo digiuno, probabilmente, destinato a protrarsi, soprattutto dopo che i transalpini hanno dovuto salutare prematuramente il loro giocatore più rappresentativo, Jo-Wilfried Tsonga, sconfitto dall'outsider Martin Klizan, alla sua prima vittoria in carriera su un top ten.

I primi indizi che spingono a pensare ad una giornata storta di Tsonga li abbiamo già al primo gioco, allorquando il transalpino si fa strappare, immediatamente, la battuta dal più giovane avversario, ringalluzzito dall'incoraggiante avvio. A Tsonga non basta neanche recuperare l'iniziale svantaggio, poiché, mal supportato dalla seconda di servizio (0/6), è costretto a cedere nuovamente la battuta nel nono gioco e, poco dopo, il set per 6-4. L'immagine con Tsonga che si sorregge la testa è la perfetta fotografia di quella che sarà, poi, la partita.

Il secondo set, infatti, è una mera illusione. Il francese parte male, annulla tre palle break consecutive, con la compartecipazione del suo avversario, e va a prendersi a sua volta il break, su una scellerata palla corta di dritto dello slovacco finita in corridoio. Avrebbe anche un paio di occasioni per rientrare nel set, Klizan, ma Tsonga aggrappandosi al servizio le annulla, involandosi sul 3-0. Un passaggio a vuoto prolungato quello che colpisce Klizan, che fa in tempo a cedere nuovamente il servizio con un doppio fallo, prima di portare a casa l'unico game del set con il punto più bello della partita. È 6-1 Tsonga, si parte daccapo.

Il francese pare, così, essersi messo nella miglior condizione possibile, con l'inerzia del match dalla sua parte contro un avversario inesperto in partite di questo calibro. Eppure il terzo parziale ci racconta una storia completamente differente. Tsonga stenta a decollare, ma, anzi, perde pericolosamente quota, permettendo a Klizan di portarsi sul 5-0, non prima di aver spaccato una racchetta. Ormai, però, è troppo tardi per scuotersi, gli undici errori gratuiti pesano come un macigno, cosi come l'aver perso la terza frazione col punteggio di 6-1.

Il doppio fallo con cui inizia il quarto parziale, poi, inizia a far trapelare segnali preoccupanti, che diventano allarmanti una volta visto andare il francese in svantaggio per 3-0, con doppio break. Ma se c'è una cosa che non si può certo rimproverare a Tsonga, anche in una giornata come questa, è la determinazione, la caparbietà e la grinta con la quale va a prendersi il contro-break del 4-2, sospinto dai boati del Louis Armstrong ad accompagnare i suoi punti vincenti. Un atteggiamento che sembra un tantino infastidire Klizan al momento di servire sul 4-3. Il ragazzo, però, si dimostra tenace, con gli attributi, respinge gli assalti di Tsonga e nell'ultimo game, sul 5-3, con coraggio, si procura due match point. Il secondo è quello decisivo. Lo slovacco può lasciarsi andare a tutta la sua gioia per l'impresa appena compiuta. Chardy o Ebden non possono fargli paura. (Stefano Pentagallo)

Almagro b Petzschner 63 57 57 64 64
Nico Almagro raggiunge il terzo turno agli Us Open per la quinta volta in sei anni. Ma non è mai arrivato agli ottavi. Ha rimontato un set al tedesco Petzschner e chiuso in tre ore e 20: è l'11ma vittoria al quinto set per il murciano su 19 match giocati.

Scambi rapidi nel primo set. Almagro, spagnolo messo spesso in secondo piano dai risultati dei connazionali di punta, è quasi ingiocabile al servizio (oltre il 75% di punti sia con la prima sia con la seconda) e chiude 6-3. Lo spagnolo, però, soffre l'imprevedibilità del gioco di "Picasso". Il tedesco, un tempo grande speranza del tennis teutonico, vincitore del Roland Garros junior in doppio nel 2002, ha dato la svolta alla sua carriera da pro nel 2006. Durante Wimbledon, convince Klaus Langenbach a farlo entrare nella sua equipe, che lavora a Leverkusen d'estate e Pulheim, vicino Colonia, d'inverno. Con lui si allenano, tra gli altri, Bjorn Phau e Dominik Meffert.

La trasformazione si completa nello studio del dottor Werner Krass, ad Aschaffenburg, che lo cura per una doppia lacerazione ai legamenti e lo fa diventare un atleta.

Il campione in carica in doppio (quinto titolo e secondo Slam tutti vinti in coppia con Melzer) si fa breakare quando serve per il secondo set sul 5-3 ma rimedia e strappa il servizio a zero nell'ultimo gioco del parziale: 7-5.

Un break nell'ultimo gioco decide anche il terzo set, con lo stesso punteggio, a favore del tedesco. La partita procede su scambi rapidi, e questo inevitabilmente aiuta Petzschner, che mostra qualche prevedibile difetto di tenuta, soprattutto dalla parte sinistra.

Con i suoi tipici calzettoni bianchi (li usano lui e Bethanie Mattek), cerca di buttarsi a rete spesso e volentieri. Nel quarto set, però, la tattica non funziona e un break basta ad Almagro per arrivare al quinto.

Il tedesco perde subito il servizio, e frustrato lancia la palla al cielo, con trobreaka immediatamente ma stecca di dritto concedendo un secondo, decisivo, break nel settimo game. Ancora il dritto lo tradisce nel punto che chiude la partita.

Fish b Davydenko 4-6 6-7(4) 6-2 6-1 6-2

Per due set Mardy Fish si è trovato di fronte l’ex numero 3 del mondo Nikolay Davidenko, poi per sua fortuna e sollievo è tornata la versione 2012, cioè impresentabile a certi livelli.

Il giocatore americano si qualifica al terzo turno dello US Open dopo 3h26, recuperando 2 set di svantaggi all’ex semifinalista di questo torneo, dominando però i 3 set conclusivi quando il russo ha perso inspiegabilmente la testa ed è uscito dal match.

Nel primo set Davydenko domina anche più del 6-4 conclusivo, ritrovando il suo proverbiale senso del ritmo e del campo e impedendo a Fish di fare il suo gioco offensivo. Al contrario comincia a commettere errori dovuti alla frustrazione.
Solo la tensione del russo gli consente momentaneamente di rientrare nel set, quando Davydenko sciupa il break ottenuto nel secondo gioco, proprio quando si trovava a servire per il set; tuttavia un immediato controbreak nel game successivo, regala al russo il primo set vinto assolutamente con merito.
Il secondo set è l’unico equilibrato dell’incontro e vede un dominio incontrastato dei servizi fino a un decisivo tie-break, che dalla metà in poi Davydenko gioca decisamente meglio e senza sbavature.

Avanti di 2 set, finalmente Fish riesce a limitare il numero degli errori e mostrare un segno di reazione che gli regala il break del 3-1. Ora i colpi di Fish sono penetranti ed esplosivi specie il servizio, Davydenko non riesce a rientrare e l’americano chiude 6-2 con un altro break nell’ottavo gioco.

Il quarto set è l’unico dove Davydenko perlomeno tenta di lottare più di quanto dica il punteggio; sono però tornati gli incubi di Cincinnati contro Djokovic, con il russo che improvvisamente non sembra più essere in grado di servire, un problema psicologico più comune in campo femminile che non maschili; 4 dei suoi 10 doppi falli sono in questo quarto set e dunque sebbene fosse stato in grado di recuperare il primo break subìto, cede 6-1 senza trovare una maniera di competere.

Il quinto set diventa una formalità al di là del punteggio: Fish va avanti 4-0 e Davydenko riesce a salvare il tabellone con un paio di turni di servizio tenuti ma privi di valore.

Fish riesce addirittura a chiudere con un saldo positivo dopo 2 set molto negativi (46 vincenti contro 43 gratuiti con ben 16 ace) contro quello ampiamente negativo del russo (31 contro 45). Lo scarso rendimento sulla seconda palla del russo spiega molto di questa partita (36%), ma non può spiegare la crisì d’identità di un ex campione che non riesce a ritrovare sé stesso e che probabilmente non riesce a fare i conti col fatto di non essere più il giocatore di qualche anno fa. Un destino amaro che accomuna tutti i tennisti prima o dopo e che lascia sempre un senso di tristezza in chi ricorda i giocatori al loro meglio.

Fish dunque, passata la paura, guarda avanti, al terzo turno dove dovrebbe incontrare Gilles Simon opposto oggi al giocatore di Taipei Wang; servirà più costanza, più presenza mentale, e una grande giornata al servizio per andare avanti in questo torneo, anche se il Davydenko vero, non quello del 2012, è sempre avversario duro per tutti; per sua fortuna è apparso solo per 2 set, a Flushing Meadows ne servono 3. (Luca De Gaspari)

Federer b Phau 6-2 6-3 6-2
Altro match convincente per il numero 1 del mondo che batte in un'ora e 30 minuti il tedesco Bjorn Phau, offrendo il consueto campionario di grande tennis a tutto campo.

Mai in pericolo al servizio, Federer concede una sola palla break in tutto il match, senza mai cedere il servizio e affonda il numero 83 delle classifiche mondiali a suon di vincenti, che saranno addiritura 44 a fine match contro appena 18 errori gratuiti.

Federer domina tutti i parziali, strappando 5 volte in totale al servizio al suo avversario, 2 nel primo, 1 nel secondo e 2 nel terzo set. Lo fa grazie a una performance maiuscola al servizio con 15 ace e un eccellente difesa della seconda palla (63% di trasfomazione) a differenza del suo avversario (41%) e mostrando una grande propensione verso la rete con 47 discese che sono culminate in 32 punti.

Il tedesco ha giocato una partita più che onesta ma non ha potuto far molto per evitare di essere travolto dal fuoriclasse svizzero, che è apparso, come sempre, in grande controllo del match fin dalle prime battute, quando in assoluto agio ha preso ben presto un vantaggio impossibile da colmare.
Phau chiude sostanzialmente in equilibrio tra colpi vincenti ed errori (16 contro 17), ma a fine match saranno ben 30 i punti di differenza tra i 2 giocatori, un dato che la dice lunga sulla differenza di valori in campo.

Ora per Federer il primo vero test, sabato contro Fernando Verdasco nel suo match di terzo turno, anche se quello visto oggi non sembra proprio un giocatore che può essere infastidito dal mancino spagnolo, almeno non da questo mancino spagnolo, specie se quello che lo ha sempre impensierito è così lontano da New York City.  (Luca De Gaspari)

 

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