31/08/2012 12:28 CEST - Personaggi

Roddick annuncia il ritiro nel giorno del suo compleanno

TENNIS - Tra la sorpresa generale, il neo 30enne Andy Roddick ha annunciato che questo US Open 2012 sarà il suo ultimo torneo. "Sono stato abituato a dare tutto me stesso oppure a smettere"

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Roddick retires Michael Heiman/Getty Images
Roddick retires Michael Heiman/Getty Images

Nel giorno del suo trentesimo compleanno, il campione americano Andy Roddick, ex n.1 del mondo e vincitore di un Open degli Stati Uniti nel 2003 si è seduto nella sala interviste di Flushing Meadows giovedì pomeriggio a New York ed ha annunciato il suo ritiro.

“All’inizio di quest’anno sapevo che una volta arrivato a questo torneo avrei saputo se era giunto il momento di dire basta oppure no. Quando sono sceso in campo per il primo turno, ho sentito che era il momento”.

“Anche a Wimbledon, alla fine del match con Ferrer, mi sono reso conto che non riuscivo a vedermi tornare il prossimo anno, e sono uscito dal campo sapendo che era la mia ultima partita in quel torneo”.

“Lo stato di salute del mio corpo, e la maniera nella quale riesco a giocare, non so se sia sufficiente per continuare a rimanere al vertice. Questi giocatori sono davvero molto, molto bravi e non so se sono in grado di fare ciò che voglio fare dato il mio stato di salute. Non volevo mancare di rispetto al gioco continuando a ciondolare da torneo a torneo fino alla fine. Sono stato abituato a dare tutto me stesso oppure a smettere: mi sono sempre comportato in questo modo in tutto quello che ho fatto”.

“Volevo un’occasione per dire addio, non so cosa accadrà venerdì sera, spero di rimanere in gara ancora un po’, e non volevo che pensaste che sto perdendo il lume della ragione nel caso in cui mi fossi emozionato o commosso.”

“Ritengo di essere stato una persona fortunata: ho giocato in finale a Wimbledon e sono stato il leader della mia squadra di Davis. E’ stato un vero piacere poter fare quello che ho fatto, ho amato ogni singolo minuto”.

Serena Williams, informata della dichiarazione di Roddick subito dopo il suo incontro, ha dichiarato che era già a conoscenza delle intenzioni del suo connazionale da qualche tempo: “Ci conosciamo da quando avevamo 10 anni, è un mio grande amico e mi aveva confidato che questo avrebbe potuto essere il suo ultimo torneo. Ho sperato che cambiasse idea, ma gli vorremo sempre bene comunque. E giusto per la cronaca, io non ho alcuna intenzione di ritirarmi, mi vedrete ancora per un po’…”

Anche Roger Federer, intervistato da Darren Cahill della ESPN prima di scendere in campo per il suo secondo turno contro Phau, ha detto che sapeva della decisione di Roddick: "Me l'ha detto un'ora prima della conferenza stampa, ed è stato uno shock, onestamente. Credevo che avrebbe continuato almeno per un altro anno, ma ha deciso così, e gli auguriamo tutti il meglio per il suo futuro. Domani sera sarà una grande serata per lui".

A chi gli ha chiesto se non sia un po' troppo presto ritirarsi a 30 anni, dato che Federer a 31 è ancora il numero 1 del mondo, ha risposto con la sua solita verve: "Grazie, non volevo finire questa conferenza stampa senza un confronto diretto con Roger, per cui ti ringrazio di cuore. Ma non è tanto una questione di età, quanto di chilometraggio. Se guardi tutti quelli che hanno iniziato a giocare con me, ce ne sono pochi ancora competitivi".

"Ora mi dedicherò un po' alla mia fondazione, con la quale stiamo costruendo un centro tennis vicino ad Austin. Poi lavorerò un po' sul progetto del programma radiofonico cui partecipo da qualche tempo. Passerò più tempo con i miei amici, che riusciranno ad avere qualche partita a golf in più con me. Vedo già qualche testa annuire... Poi il mio cane sarà sicuramente eccitatissimo di avermi intorno. Non sarò un papà pantofolaio, sicuramente, e non rimarrò tre anni senza prendere in mano la racchetta."

"Mi sono sempre piaciute le cose semplici del tennis, il colpire una pallina, vedere un ragazzino che gioca bene. Col tempo credo che il circuito mi mancherà, ma nell'immediato credo che saranno queste piccole cose e le amicizie del tour a mancarmi di più."

"Oggi mi sento sereno. Forse ho già versato tutte le lacrime che dovevo versare prima, ma al momento mi sento bene. Il tennis è sempre stata una grossa parte della mia vita, ma non è mai stata tutta la mia vita, per cui ho molta fiducia nelle cose e nelle persone che troverò dopo la fine della mia carriera".

"Certo non ho la presunzione di credere che sarà tutto facile, passare dalla vita nomade del circuito ad una vita più 'normale'. Il processo di aggiustamento richiederà parecchio tempo, spero che mi diano un accredito per tornare a farvi visita ed a salutarvi".

Alla domanda scontata su cosa gli mancherà di più, ai giornalisti presenti Roddick ha risposto: "Tutti voi!". 
Sempre a scherzare, Andy. A noi tutti invece tu mancherai per davvero.


 

I RISULTATI  DI RODDICK AGLI US OPEN

Nel 2000 sconfitta al primo turno con Albert Costa.

Nel 2001 quarti di finale in una splendida partita con Lleyton Hewitt.

Nel 2002 fu sconfitto sempre nei quarti da Pete Sampras in tre set.

Nel 2003 il suo unico successo in uno Slam in finale su Juan Carlos Ferrero.

Nel 2004 perse nei quarti con Joachim Johansson.

Nel 2005 a sopresa fu sconfitto in tre tiebreak da Gilles Muller.

Nel 2006 l'ennesima finale persa in uno slam con Roger Federer.

Nel 2007 ancora una sconfitta con Federer ma nei quarti.

Nel 2008 quarti persi con Djokovic.

Nel 2009 sconfitta al terzo turno con Isner.

Nel 2010 secondo turno con Tipsarevic.

Nel 2011 0-3 con Nadal nei quarti.


 

DALL'ARCHIVIO

Federer fa 15, battuto Roddick
455 Slam giocati, mai una finale più lunga: 77 games! Davanti ad un parterre de roi piega un grande Roddick dopo 4 ore e 18: 5-7, 7-6, 7-6, 3-6, 16-14. (Ubaldo Scanagatta)

Così siamo rimasti avvitati alle nostre panchine verdi sul centre court per cinque magnifici ed interminabili set, due tiebreak e un set decisivo durato un’ora e 33 minuti e finito 16 a 14. Record che strabatte i 71 games degli Internazionali d’Australia del 1927. Quattro ore e 18 minuti di incredibile e soprattutto inattesa suspence.
Una partita un filino appena meno bella di quella vinta un anno fa da Nadal su Federer 9-7 al quinto (durò mezz’ora di più, 4h e 48m), ma non meno incerta. Onore per questo ai due protagonisti, ma soprattutto a un grande Andy Roddick che, pur perdendola, ha come riabilitato tutta una carriera nella quale, vincendo soltanto uno Slam, l’US Open 2003, sembrava essere stato un n.1 del mondo quasi per sbaglio.
“Se Andy avesse vinto anche il secondo set, dopo essere stato avanti 6 punti a 2 nel tiebreak con quattro setpoints, lo straordinario Roddick di oggi non sarebbe stato rimontato neppure da Federer” ha sentenziato Boris Becker che quando parla di tennis, avendo vinto tre Wimbledon, deve essere considerato più credibile di quando parla di come metter su famiglia e educare i figli. I due setpoint sul proprio servizio sono stati i soli punti giocati male dall’americano.

Da sottolineare però che Federer aveva giocato 19 tie-break nelle 19 finali Slam e ne aveva vinti 16. I soli tre che aveva perso, li aveva persi tutti con Nadal. Sia il primo dato che il secondo non si possono definire un caso. Il conto dei tie-break contro Roddick nelle finali che contano è 4-0 per lo svizzero.
Ma il grande merito dello sfortunato perdente, che ha ceduto un solo game di battuta nel quinto set _ dopo aver ben sopportato l’inimmaginabile stress di servire dieci volte per salvare il match avendo cominciato a battere per secondo nel quinto set quando è stato sempre costretto ad inseguire _ contro i due break subiti da Federer, è stato quello di non arrendersi mai, nemmeno dopo aver sciupato quelle grandi opportunità per passare in vantaggio due set a zero.
Dopo 18 vittorie in 20 incontri di Federer su Roddick, nemmeno il più sfegatato tifoso del kid del Nebraska poteva immaginare che avrebbe assistito alla finale più lunga e combattuta della storia, di 123 Wimbledon e non solo. Si auspicava soltanto che ci fosse battaglia. Accidenti se c’è stata.
Alla fine ha vinto il solito Roger Federer, per la sesta volta qui _ una meno di Sampras _ quindicesimo Slam in bacheca, e sotto gli occhi dello stesso Pete Sampras che fino a ieri codeteneva con lo svizzero il record dei 14 Slam e che, sconfiggendo la nota pigrizia, era arrivato in mattinata con la moglie-attrice Bridgette Wilson per sedersi nel Royal Box accanto agli altri grandissimi del passato, Rod Laver, Bjorn Borg. Quelli insomma che contendono a Roger Federer il titolo che non potrà mai essere ragionevolmente assegnato: il più forte di tutti i tempi.
Lo svizzero, compiendo l’accoppiata Roland Garros come riuscì l’anno scorso a Nadal e anni fa a Borg e Laver, ritorna n.1 del mondo, smentendo quanti soltanto pochi mesi fa _ dopo una brutta batosta a Miami patita da Djokovic (aveva vinto il primo set ma giocato malissimo secondo e terzo) _ lo ritenevano sprofondato negli abissi di una crisi irrimediabile.
Federer ha servito come non mai, 50 aces non li aveva mai fatti né lui né nessun altro finalista d’uno Slam (appena 5 meno del record di Karlovic: Roddick si è fermato a 27) ed è stato sempre calmo. Non ha mai dato, al contrario di Roddick, la sensazione d’esser affaticato. Però sull’8 pari nel quinto ha concesso due palle break (annullate dal servizio) che valevano due mini-matchpoints. Lui ne aveva avuto uno soltanto per il mancato 2-0.
Pete Sampras ora vede Federer “In grado di vincere almeno 18,19 Slam se giocherà ancora per 3 anni: non ha ancora 28 anni”.
Roger li compierà l’8 agosto, quando potrebbe anche esser già diventato padre. “E’un’estate straordinaria questa. L’anno scorso su questo campo sono uscito io da sconfitto, oggi ho vinto davanti alle leggende del tennis. Andy potrà capitare anche a te”. Poi ha ringraziato Sampras per “essere venuto”. Un minuto prima Roddick rivolgendosi allo stesso Sampras aveva detto: “Sorry Pete ci ho provato…(a difendere il tuo record), Roger è un vero campione, ma io non dispero che un giorno ci sia anche il mio nome accanto a quello di Pete, di Rod e di Bjorn”. Non so se accadrà, ma il tennis ha ritrovato un grande protagonista, un giocatore che ha dimostrato di essere ancora competitivo anche quando si parla di probabili vincitori di Slam. Da qualche anno non era più così. E' un Roddick...born again. E, oltre che suo, il merito deve essere anche di Stepanki, un tipo che già aveva fatto miracoli con Rios, Kafelnikov e Gonzalez (con McEnroe non c'era bisogno...John i miracoli li faceva da solo!).
Andy ha perso la sua terza finale con Federer, ma mai come questa volta Roddick è stato vicino a vincerla. Chapeau per due grandi campioni. E chapeau a Wimbledon che non tradisce mai. Non si sa come mai ma le finali qui sono sempre bellissime. E l'erba sarà anche cambiata, ma il tennis che ci si gioca sopra è sempre affascinante.Un bellissimo spot per il tennis. Firmato Federer e Roddick.
Federer b.Roddick 5-7,7-6(8-6),7-6(7-5),3-6,16-14 in 4 h e 18m

 

Redazione

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