15/09/2012 05:00 CEST - Flash

Anderson spiega il suo no alla Davis

14.09.2012

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Non gli sono piaciute tutte le voci e le insinuazioni che hanno accompagnato la sua rinuncia a rappresentare il Sudafrica nello spareggio di Davis contro il Canada, e così Kevin Anderson, n.35 dell’ultima classifica ATP, ha scritto una lettera aperta sul suo blog nella quale ha spiegato i motivi della sua decisione. “Ci sono state dichiarazioni a proposito della mia scelta che non sono solamente inesatte, ma sono anche totalmente fuori contatto con la realtà del mondo professionistico attuale, per cui ho ritenuto opportuno intervenire e chiarire la situazione”.

Anderson non si era reso disponibile anche per l’incontro di aprile con la Slovenia, mancando la sua opportunità di rientrare nei criteri di eleggibilità olimpica e di poter quindi partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012 per i colori del Sudafrica. In quell’occasione il suo rifiuto era motivato dall’impossibilità di uscire dagli USA (ove ora abita con la sua neo-moglie americana) in quanto in attesa di ricevere la Carta Verde. Questa volta però i motivi sono di ordine diverso: più precisamente si tratta di “vil denaro”.

Grazie al tanto lavoro ed ai sacrifici fin qui fatti, sono riuscito a raggiungere un livello di gioco che mi permette di poter avere un gruppo di lavoro dedicato a me: un allenatore a tempo pieno ed un fisioterapista che mi seguono in esclusiva. Questo tipo di organizzazione però come potete immaginare è molto costosa, e comporta una spesa di almeno $250.000 l’anno (circa 190.000 euro). Per poter continuare a permettermi questo tipo di assistenza devo assicurarmi di rimanere in salute ed in forma, dal momento che la mia personale situazione di sudafricano residente negli USA non rende semplice trovare sponsor per supportare la mia attività, e siccome Tennis South Africa (TSA) non mi ha mai aiutato economicamente, l’unica mia fonte di reddito è rappresentata dal prize money dei tornei, che però non è mai garantito”.

“Ho giocato in Davis nel 2011 perché la prospettiva era economicamente vantaggiosa: le mie spese sono state coperte e sono riuscito a modificare il mio programma di tornei per adattarmi al calendario della Davis. Tuttavia, in occasione di questo spareggio con il Canada, queste condizioni non si sono verificate: il supporto che avevo richiesto, in termini di aiuto economico e protezione contro il rischio di infortuni, e che la TSA mi aveva assicurato sarebbe stato adeguato durante l’incontro avuto a Wimbledon, si è purtroppo rivelato non corrispondente ai miei bisogni, non lasciandomi altra scelta che declinare l’opportunità di rappresentare il mio Paese”.

“La formula attuale della Coppa Davis richiede pesanti sacrifici in termini di preparazione e di programmazione ai giocatori, ed è importante che tutti i tennisti, di vertice e non, facciano sentire la propria voce perché la formula possa essere modificata per rendere più semplice la rappresentazione del proprio Paese in questa competizione. Amo il Sudafrica, sono molto orgoglioso del mio Paese, e non credo di doverlo dimostrare sacrificando il mio calendario e la mia programmazione tre volte l’anno. Rappresento il Sudafrica con orgoglio ogni volta che metto piede in campo, e credo che rappresentare il mio Paese ai tornei dello Slam e sul circuito ATP sia ugualmente importante di quanto lo sia rappresentarlo in Coppa Davis”.

 


 

Vanni Gibertini

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