24/09/2012 15:19 CEST - Interviste

Ljubicic sulla Davis: “La terra indoor favorisce Karlovic”

TENNIS - Ivan Ljubicic ha le idee chiare sul primo turno di Davis a febbraio: “Al chiuso tutto può cambiare. Ivo può vincere un singolare e il doppio è giocabile". Un futuro da coach o in tv? “Perché no come Lendl con Murray?” Ubaldo Scanagatta

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Ivan Ljubicic a Torino
Ivan Ljubicic a Torino

TORINO _ L’ex n.3 del mondo, il croato Ivan Ljubicic che è stato n.3 del mondo e una Davis l’ha vinta per il suo Paese, ha le idee chiare su confronto Italia-Croazia, primo turno di Coppa nel 2013.

Ljubicic: “Ubaldo, se mi dici che sul bando della Federtennis si dice espressamente che il match si dovrà disputare su una superficie indoor in terra rossa, beh le azioni della Croazia salgono considerevolmente

Ubaldo: “Sono certo di quel che dico…(e a beneficio dei lettori di Ubitennis.com copio quanto pubblicato sul sito federale al riguardo: La Federazione Italiana Tennis è stata incaricata dalla International Tennis Federation (di seguito “ITF”), di organizzare l’incontro del primo turno di World Group della Davis Cup 2013 tra le squadre nazionali maschili d’Italia e Croazia (di seguito anche “Incontro”) che si terrà dal 1 al 3 febbraio 2013. L’Incontro si disputerà al coperto, a livello del mare e sulla terra battuta secondo le Regole ITF). Ma perché dici questo Ivan?"

Ljubicic: “Se si costruisce una terra indoor è quasi impossibile farla lenta. E allora credo che questa sia una scelta pericolosa per l’Italia. Infatti non solo Marin Cilic parte sulla carta favorito nei suoi due singolari, ma per Karlovic è la sua condizione preferita giocare su un campo indoor in terra. Se sta bene, e chissà se lui e Dodig staranno bene ai primi di febbraio, nessuno può saperlo, tutti e due hanno avuto diversi problemi, la Croazia può strappare un terzo punto anche in singolare. E il doppio direi che è comunque molto aperto, nessun team ha doppi straordinari ed imbattibili. Si fosse giocato all’aperto avrei data favorita l’Italia, ma indoor invece le cose cambiano…il match sarà completamente aperto”. (Ivan non dice apertamente che indoor considera favorita la sua Croazia, ma lo lascia capire).

Ubaldo: “Ma tu, dando per scontato il ruolo di n.1 a Cilic, se gli altri due stessero entrambi bene, chi faresti giocare contro l’Italia?

Ljubicic: “Ah io punterei su Karlovic”.

Ubaldo: “Ma questo Cilic che era salito a n.9 del mondo, e poi è rimasto lì nelle immediate vicinanze dei top-10, ha ancora margini di progresso?"

Ljubicic: “Secondo me sì. Marin può salire gradualmente. E’ un tipo che ragiona sempre molto, è molto riflessivo, sa cosa vuole e dove vuole arrivare. E’ deciso a lavorare molto per migliorarsi fisicamente, ma anche sul servizio e il resto. Io lo sento spesso, quasi tutti i giorni. Ora è in Oriente, Bob Brett (il suo coach) ha un centro anche lì…Io e Marin abbiamo un ottimo rapporto”.

Ubaldo: “Verrai a vedere il match ai primi di febbraio?

Ljubicic: “Dipende da dove lo si giocherà. Se è al nord magari ci faccio un salto. Io abito con la mia famiglia a Montecarlo, con mia moglie, con i miei figli, Leonardo che avrà 4 anni a novembre e con Zara, sì…scritto come il nome della catena dei negozi e la città croata, che è nata anche lei a novembre e avrà tra poco un anno. Seguo volentieri sia i miei connazionali sia quelli italiani, in particolare continuo a fare molte cose con Riccardo Piatti _ come la partecipazione alla manifestazione organizzata sabato scorso dal Circolo Stampa Sporting e dal vecchio amico Friki Chioatero con 200 ragazzi delle scuole piemontesi _ e lui, come me del resto, è molto legato a Andreas Seppi e a Massimo Sartori, al mio stesso preparatore atletico, Dalibor Sirola…Ci siamo sentiti anche in questi giorni che Andreas stava facendo bene a Metz. Riccardo, poi, lavora con il suo metodo di lavoro con alcuni circoli di Milano, e vogliamo affermare quel metodo in più parti con un progetto standard”

Ubaldo: “Avete in mente di collaborare con la Federazione Italiana Tennis?”

Ljubicic: “No, no, la federazione non c’entra niente”.

Ubaldo: “Curioso eh il fatto che i due giocatori croati che potrebbero affrontare l’Italia in Davis siano entrambi della Bosnia-Erzegovina, entrambi di Medjugorje…e tu pure, di Banja-Luka, lo sei…croati atipici direi. Se non ci fosse Karlovic che è di Zagabria…”

Ljubicic: “Mah, oggi ormai queste cose sono superate…” glissa un po’ Ivan.

Ubaldo: “Insomma aiuti un po’ Sartori e Seppi da lontano…”

Ljubicic: “Con lui o con altri, se capita…cerco di far valere la mia esperienza”

Ubaldo: “E questa giornata torinese come l’hai vissuta?”

Ljubicic: “Sono stanchissimo…ho smesso di giocare cinque mesi fa e oggi sono stato sei ore in campo con i ragazzi. Con Riccardo abbiamo invitato 150-200 bambini da tutta la regione, li abbiamo distribuiti in cinque campi da tennis e due campi di atletica…sette gruppi di una quindicina di ragazzi. E’ stato bello giocare con i bambini, raccontar loro qualcuna delle mie esperienze, ripercorrere la storia della mia carriera. E’ la prima volta che lo faccio, è stato organizzato da Friki Chioatero che era anche da Bucciero quando io ero là…è un mio legame con la città di Torino che è stata così ospitale con me”.

Ubaldo: “Ti piacerebbe diventare coach di un giocatore?

Ljubicic:” Beh, sai il tennis mi piace da morire, perché no? Ma vorrei seguire un progetto che mi piacesse…insomma non vorrei tanto prendere un giocatore da n.150 del mondo per cercare di portarlo su fra i primi 100. Preferirei dover lavorare con uno che sta già più su, uno fra i primi 30 per fare l’ultimo salto di qualità…

Ubaldo: “Oh magari un tipo alla Andy Murray per fare il…Lendl della situazione?”

Ljubicic: “Perché no?”

Mentre penso che, anche per averlo conosciuto benissimo ed essercisi allenato a lungo insieme, Nole Djokovic potrebbe replicare con lui benissimo il caso Lendl-Murray se un domani Nole avesse motivo di staccarsi da Marian Vajda (o questi da lui…), gli chiedo della sua più recente attività, quella di commentatore televisivo per Sky, dicendogli: “Non ti ho mai sentito in tv, perché ero sui teatri delle scene che commentavi, ma ho sentito solo pareri favorevoli sul tuo modo di intepretare questo mestiere nuovo per te, mi hanno detto e scritto su Ubitennis (dove sono piuttosto severi con chi bravo non è…) che sei bravo

Ljubicic: “Io non posso dirti davvero se sono stato bravo o no, ma è solo un inizio…certo che più lo si fa e più si impara. Posso dirti che mi sono divertito. Forse farò ancora qualcosa, stiamo parlando di Parigi Bercy e Londra per le finali mondiali Atp…”

Ubaldo: “Non so se ti daranno retta, ma dovresti convincere i capi di Sky a farvi fare i commenti dal posto e non dagli studi di Milano”.

Ljubicic: “Mah, loro preferiscono farlo da lì, credo che siano anche questioni economiche che li spingono a fare quel tipo di scelta…”

Ubaldo: “Certo che è così ma è un peccato, la qualità che si può dare stando sul posto è tutta un’altra cosa. Lo direi se dovessi farlo io, e lo dicevo a suo tempo _ chissà che non sia anche questa una delle ragioni per le quali il nostro rapporto non si è rinnovato, io a commentare dagli sgabuzzini di Milano soffrivo moltissimo di…claustrofobia e di nostalgia dai grandi teatri del tennis _ a maggior ragione lo ribadisco oggi che non posso essere sospettato di dirlo ‘pro domo mea’. Quel che si può raccontare vivendo un’atmosfera e gli incontri quotidiani con i giocatori sul luogo del torneo non lo si può recuperare da uno studio asettico piazzato a migliaia di chilometri di distanza…

Per finire chiedo a Ivan di Rocco Piatti, il primogenito di Riccardo, è venuto anche lui a Torino con voi:
Ljubicic: “Certo, lui non manca mai…”

Ubaldo: “E’ vero che gioca bene, come sostiene uno dei suoi primi tifosi, Gianni Clerici?”

Ljubicic: “Gioca bene, ti assicuro, ha un’ottima tecnica, buon servizio, il rovescio con più varianti, a una mano e a due…ma guarda che in questa giornata a Torino ho visto anche altri ragazzini interessanti. Qui in Piemonte stanno facendo un buon lavoro, non mi chiedere i nomi dei maestri adesso…, Ramon, Gipo, poi non so, ma stanno facendo un buon lavoro a giudicare dalle qualità dei ragazzini che ho visto. Molti mi sono parsi davvero bene impostati, poi lo sai, le qualità che servono per emergere davvero sono tante… ”.

Così si conclude la chiacchierata con Ivan Ljubicic, un campione che ha sempre avuto le idee chiare. Fossi un dirigente della FIT uno come lui lo ingaggerei subito, al volo. Come persona seria, competente, preparata, in grado di dare un vero esempio. Proprio per questo non credo che con gli attuali dirigenti ci sarà mai spazio per collaborare. Sono certo che Ivan non si farebbe mai…circuire. Riccardo Piatti ci è già passato attraverso. E ne è uscito per non tornarci più.

Ubaldo Scanagatta

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