16/10/2012 21:47 CEST - Circuito Atp

Stepanek non si arrende: "Vivo per il tennis"

TENNIS – Reduce dai quarti a Shanghai, il ceco si prepara alla finale di Davis e al Masters in doppio: "Mi alleno tantissimo e non mi ritirerò finché riuscirò a mettere in difficoltà i migliori". In carriera poteva vincere di più? Alberto Giorni  

 

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Stepanek
Stepanek

Quando in conferenza stampa, la scorsa settimana, un giornalista ha iniziato una domanda dicendogli “Tra qualche settimana compirai 35 anni…”, lui è entrato a gamba tesa per correggerlo: “No, 34!”. Radek Stepanek non ha alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo e l’ha dimostrato a Shanghai, dove è arrivato ai quarti in singolare e, in coppia con Leander Paes, ha vinto il titolo in doppio. Erano tre anni che il ceco non giungeva a questo livello in un Masters 1000: in Cina ha conquistato i preziosi scalpi di Gasquet ed Isner, e ha tolto un set a Murray prima di cedere al terzo.

Di solito la voglia di allenarsi è inversamente proporzionale all’età, ma per lui avviene l’opposto: “Questi risultati – ha spiegato – sono il frutto dei duri allenamenti a cui mi sono sottoposto per tutto l’anno. A volte in campo non mi esprimo come vorrei e ho subìto anche dure sconfitte, ma non ho niente da rimproverarmi perché lotto sempre fino all’ultimo e non mi arrendo mai”.        

Non è il tennista più simpatico del circuito (eufemismo) e l’ultimo esempio risale ad aprile, quando non ha incassato sportivamente la sconfitta in Davis per mano di Tipsarevic, 9-7 al quinto: “Non solo non mi ha stretto la mano – lo accusò il serbo –, ma mi ha anche mostrato il dito medio: scandaloso”. E’ un peccato che i comportamenti di Stepanek più di una volta abbiano lasciato a desiderare, perché sfoggia un gioco bello da vedere. Non ci si annoia mai durante un suo match, perché è uno dei pochi che va a rete non solo per stringere la mano all’avversario a fine partita. Spera ancora di raggiungere risultati importanti, ma il tempo stringe: finora poteva (e forse doveva) vincere qualcosa di più.

In bacheca vanta 5 titoli Atp. Negli Slam al massimo è arrivato nei quarti a Wimbledon nel 2006 (exploit che lo portò al n°8 nel mondo, ora è n°35), mentre nei Masters 1000 ha collezionato a Bercy una finale persa (da Safin) e due semifinali, poi una semifinale a Montreal e una a Roma nel 2008. Agli Internazionali quell’anno si concesse il lusso di eliminare Federer nei quarti (unica volta in cui ha battuto uno dei primi tre del mondo a fronte di 24 sconfitte) ma rovinò tutto un’ora e mezza prima della semifinale con Djokovic. A tavola non riuscì a trattenersi e l’abbondante pranzo a base di spaghetti al sugo e straccetti di carne con piselli gli rimase sullo stomaco, costringendolo a ritirarsi alla fine del primo set. Un sabato nero a Roma: nell’altra semifinale, Roddick dopo pochi game lasciò via libera a Wawrinka per un problema alla spalla.

Ma Stepanek non vuole guardarsi indietro e non vede l’ora che arrivi un finale di stagione che lo vedrà protagonista. Ha dovuto cancellarsi da alcuni tornei per arrivare al meglio alla prima metà di novembre, dove lo aspettano il Masters di doppio e soprattutto la finale di Coppa Davis, a Praga contro la Spagna. In doppio si è preso diverse soddisfazioni, riscoprendo una passione giovanile. Il binomio con Paes, nato nell’agosto di un anno fa, funziona a meraviglia; nel 2012 i due hanno trionfato anche agli Australian Open (battendo in finale i gemelli Bryan) e a Miami

L’impegno supplementare non è un problema: “Sono malato di tennis – ha aggiunto il ceco – e voglio rimanere in salute e in forma il più a lungo possibile: posso sostenere sia il singolare che il doppio. Giocherò fin quando mi sentirò bene e riuscirò a mettere in difficoltà i migliori. Vivo per il tennis 24 ore su 24 e sette giorni su sette, altrimenti sarebbe impossibile rimanere ad alti livelli”. Parola di Stakanov Stepanek.       

Alberto Giorni

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