19/10/2012 13:31 CEST - Storie di tennis

Svizzera, oltre a Federer c'è di più

TENNIS - Nell'ultimo ventennio la Svizzera ha prodotto campioni del calibro di Hingis e Federer. Una tradizione destinata a continuare con Belinda Bencic, quindicenne predestinata, che con la Hingis condivide una certa precocità e... Stefano Pentagallo

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Belinda Bencic
Belinda Bencic

GOAT di qua, GOAT di là.

Perché iniziare un articolo in cui parlare di una promettente ragazzina di quindici anni, la più promettente del suo paese, citando la parola GOAT, che al solo pronunciarla apriti cielo? Semplice, perché il paese in questione è la Svizzera e quando si parla di Svizzera è inevitabile che il pensiero, anche solo per un istante, vada a Roger Federer. E con lui è un divertissement piuttosto frequente quello del GOAT. È lui? Non è lui? Chissà, non v'è dubbio però che in Svizzera lo sia.

Svizzera, però, non equivale a dire soltanto Federer. C'è altro, c'è stato altro. Non potrà vantare la tradizione tennistica di paesi come gli Stati Uniti, l'Australia o anche la Cecoslovacchia, ma la Svizzera nell'ultimo ventennio è stata capace di sfornare più che buoni giocatori, talvolta ottimi - vedi Rosset, Wawrinka, Schnyder - talvolta addirittura campioni - Federer, per l'appunto - o campionesse, come la Hingis. E, sebbene è presto per dirlo, la tradizione sembra destinata a continuare.

Lasciamo il Cantone Basilea Città per dirigerci verso sud-est in direzione del Canton San Gallo, a Flawil, giusto per essere precisi, piccola cittadina di circa novemila abitanti che da quindici anni dà i natali a Belinda Bencic. Siamo nella Svizzera orientale e la Bencic non è l'unica ad esservi cresciuta, poco più in là, a Trübbach, risiede una grandissima del tennis svizzero, Martina Hingis.

È nata sotto una buona stella la Bencic. Con la Hingis condivide anche le origini slovacche, la madre ed un destino da predestinata.

"Vedo Martina tre o quattro volte all'anno e mi dà dei consigli," dice Belinda.

Il papà, Ivan Bencic, fugge con i genitori dal suo paese natìo, la Cecoslovacchia, durante la Primavera di Praga del 1968 per trasferirsi in Svizzera. Una scelta forzata, dettata dal rombo dei carri armati sovietici che incombono su un'intera nazione, ma che non gli impedisce di coltivare la sua passione per lo sport. Del resto lo sport è nel DNA dei Bencic. Il padre d'Ivan ha militato in una delle migliori squadre slovacche di hockey sul ghiaccio, l'HC Slovan Bratislava. E il primo successo in uno Slam della Hingis gli è d'ispirazione.

"Nel gennaio del 1997, prima della nascita di Belinda, Martina Hingis ha vinto il suo primo torneo del Grande Slam. Questo è stato uno stimolo per me a giocare a tennis con i miei figli."

Così, prima ancora che nasca Belinda, inizia già a pianificare la carriera della figlia. Monta una rete nel vialetto di casa e già a due anni Belinda prende per la prima volta in mano la racchetta. Si allenano tutti i giorni per due volte al giorno. Anche le vacanze diventano un'occasione buona per conciliarvi il tennis. Come meta scelgono Wollerau, nel Canton Svitto, laddove c'è il Tennis Club Ried Wollerau. In una delle sale del club, all'ingresso, si legge "Melanie Molitor Hall". A qualcuno il nome non dirà niente, ad altri sì. Ivan chi sia Melanie Molitor lo sa bene, sa che in quel club insegna ai giovani, sa che è la madre, nonché ex allenatrice, di Martina Hingis. Ed è a lei che si affida nel ruolo di co-allenatrice per la formazione sportiva di Belinda e del figlio maschio Brian - che oggi ha dodici anni.

Passano le stagioni e per Ivan l'eco dei carri armati e dei suoi sogni infranti sono sempre meno reboanti. Belinda cresce, cresce bene. A undici anni inizia a riscuotere i primi consensi, a lei dedicano un servizio su un emittente svizzero-tedesca; a quattordici già vince il campionato dedicato alle under 18. Adesso che ne ha quindici è la migliore del mondo tra le ragazze della sua età. Brucia le tappe, la Bencic. All'inizio di quest'anno, con la sua Svizzera, ha preso parte ai tie di Fed Cup contro l'Australia e la Bielorussia, trovando spazio entrambe le volte in doppio. In coppia con la Sadikovic ha perso contro il duo Dellacqua/Dokic 7-5, 6-4, a febbraio, e con la stessa Sadikovic ha sconfitto le bielorusse Lebesheva/Sasnovich 6-7(5), 7-6(7), 7-5, ad aprile. A maggio gioca il suo primo Slam juniores, il Roland Garros, uscendo subito in singolare e raggiungendo i quarti in doppio. In singolare non le va tanto meglio a Wimbledon e agli Us Open dove esce entrambe le volte al secondo turno, mentre in doppio raggiunge la finale sia a Londra che a New York. Ma è solo una questione di tempo prima che possa togliersi le prime soddisfazioni anche a livello individuale. A settembre, si rende protagonista di una vittoria back-to-back nei tornei ITF di Sharm el-Sheikh, sconfiggendo in finale Fatma Al Nabhani e Barbara Haas, e nel primo di questi tornei trionfa anche in doppio insieme a Lou Brouleau. Grazie ai due tornei vinti in Egitto compie un balzo di 170 posizioni nel ranking, raggiungendo la sua più alta classifica al numero 722. E a coronamento di una stagione che l'ha vista in perenne miglioramento, questa settimana, le assegnano una wild card per l'Open del Lussemburgo, suo primo torneo WTA.

Un sogno appena accarezzato, perché per uno strano scherzo del destino, la sua avversaria designata è Venus Williams. Ne esce fuori uno scontro generazionale improbo, che si conclude con la vittoria della 32enne americana sulla 15enne svizzera per 6-3, 6-1.

Troppo il divario fisico tra le due, come riconosce la stessa Bencic al termine dell'incontro: "Venus Williams è molto più potente di me. Questo significa che devo allenarmi di più sulla forza e sulla condizione. E poi mi manca l'esperienza in tornei di questo livello."

La base su cui lavorare è buona, considerata anche la giovane età. Alta 1,73 metri, la Bencic possiede già una buona velocità di palla. E poi Martina ha fatto scuola, si può colmare alla mancanza di potenza sviluppando quelle caratteristiche che sono rare da riscontrare nel tennis moderno, forse quasi non ci sono più. Bisogna possedere gran talento, intelligenza ed istinto e sviluppare fluidità nei colpi, acume tattico e abilità sottorete. Non è poco, ma la Bencic qualcosa l'ha fatta intravedere.

I complimenti le sono arrivati anche dalla Venera Nera: "Se continua ad allenarsi duramente può diventare molto forte. Contro di lei tutto è possibile!"

Per il futuro ha le idee ben chiare. Da quando ha concluso la sua istruzione obbligatoria a Wollerau ha iniziato a viaggiare all'estero verso le varie accademie per allenarsi - Repubblica Ceca d'estate e Spagna e Florida d'inverno. Non poteva mancare una tappa a Bradenton, alla Bollettieri Tennis Academy, sulla scia di quanto fatto dai suoi idoli di gioventù: Hingis e Sharapova. È proprio in Florida che concluderà la sua stagione con la partecipazione all'Orange Bowl e all'Eddie Herr nella categoria under 18, per poi iniziare quella nuova con determinazione ed un bel carico d'aspettative. Ha già programmato di giocare i tornei del Grande Slam juniores e quelli ITF compresi tra i 10.000 ed i 25.000 dollari, con il grande obiettivo di migliorare la sua classifica, che attualmente la vede alla posizione numero 619 (ottava miglior giocatrice svizzera), per crearsi così la possibilità di partecipare nuovamente a dei tornei della WTA.

"Il mio obiettivo è diventare una giocatrice professionista. E sogno di diventare la numero 1 del mondo," rivela con sicurezza.

Già, numero 1 del mondo. Chi prende una racchetta in mano e non sogna almeno una volta nella propria vita di diventarlo?

Sicuramente non ce la farà a sedici anni, come solo l'inarrivabile Hingis ha fatto, sarebbe impensabile, ma è giusto sognare. I sogni aiutano a crescere. E talvolta si ha la fortuna di crescere sognando. Non importa quando si avverino, l'importante è viverli. Tra un anno o anche dieci sarebbe ugualmente bello ed indimenticabile. Sarebbe felice Belinda e con lei l'intera Svizzera. Significherebbe aver prodotto ancora una volta non una semplice buona giocatrice, bensì una nuova campionessa.

 

Stefano Pentagallo

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