20/10/2012 15:26 CEST - PERSONAGGI

Flipkens, una vita sull’ottovolante

TENNIS - Ha vinto il primo titolo WTA un mese fa e chiuderà il suo 2012 al best ranking. Eppure a giugno si trovava al numero 262 della classifica. Ora, Kirsten Flipkens pensa in grande. E dall’anno prossimo avrà un’alleata in più. Daniele Vallotto

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Kirsten Flipkens, a sinistra, e Kim Clijsters (Getty Images North America Alex Trautwig)
Kirsten Flipkens, a sinistra, e Kim Clijsters (Getty Images North America Alex Trautwig)

La chiamano “Flipper” e con un cognome così e anche troppo facile capire il perché. Ma guardando qualche sua partita ci si accorgerà che il soprannome non dev’essere nato per caso. Dotata di un ottimo servizio nonostante una statura non certo eccezionale (1,65 m) e di un dritto imprevedibile, Kirsten Flipkens, quand’è in giornata, può far ammattire le sue colleghe. Fin dall'età di otto anni ci è riuscita alla grande vincendo praticamente tutto a livello nazionale. Quando ha sei anni fa la conoscenza di Kim Clijsters, che per lei diverrà non solo un’amica ma anche una sorella maggiore. Nel 2002 vince il titolo di doppio agli US Open junior con la sorella di Kim, Elke. Nel 2003 Kirsten conquista Wimbledon, US Open e numero 1 a fine anno (prima belga a compiere l’impresa), facendo presagire una carriera da professionista di altissimo livello. Il capitano di Fed Cup, Ivo Van Aken, sente che l’anno è particolarmente buono e la convoca per le semifinali di Fed Cup contro gli Stati Uniti: non ci sono le sorelle Williams ma la diciassettenne Flipkens se la deve vedere con Meghann Shaughnessy che proprio quell’anno aveva raggiunto i primi quarti di finale in uno Slam. Sarà un’autentica battaglia. Da numero 336 del mondo, Kirsten non trasforma un match point e l’esperta rivale vince per 9-7 al terzo dopo tre ore di lotta. Dopo due anni di assestamento arriva l’anno del debutto in uno Slam. Non sarà un debutto qualsiasi. Kirsten perde un’altra maratona durante le qualificazioni contro Virginie Pichet (8-6 al terzo) ma viene ripescata come lucky loser. Per ironia della sorte il tabellone le riserva proprio Pichet e Flipkens sovverte le regole del tennis prendendosi una netta rivincita ed eliminando dunque un’avversaria che l’aveva battuta soltanto due giorni prima. Ci penserà Flavia Pennetta a sbarrarle la strada nel turno decisivo. E L’Italia tornerà a guastare i piani di “Flipper” qualche mese dopo nella finale di Fed Cup. Kirsten perde i due singolari contro Francesca Schiavone e Mara Santangelo e poi dovrà arrendersi al doppio azzurro a causa del ritiro della compagna Henin, la quale aveva riparato i danni vincendo i suoi singolari. Dopo aver raggiunto la top-100 il 2007 sarà avaro di soddisfazioni per la belga che, a causa di un infortunio al polso, scenderà fino al numero 363 del ranking. La risalità sarà molto lenta, soprattutto per una come lei che aveva bruciato le tappe. Ci vorranno due anni per avere qualche risultato di prestigio: arriva al terzo turno a Wimbledon e agli US Open, dove viene battuta piuttosto facilmente dalla rientrante Clijsters. Il 2010 le regala la prima semifinale WTA sull’erba di casa a ‘s-Hertogenbosch ma proprio quando ha raggiunto il best ranking al numero 59 prima il polso e poi il ginocchio non le permettono di competere con regolarità. Il 2011 Flipkens lo passa più in infermeria che sui campi di tennis e il ranking a fine anno è desolante: è numero 196 del mondo. Ma l’ottovolante non spaventa “Flipper” che dal giugno di quest’anno ha ricominciato la sua riscossa. A ‘s-Hertogenbosch, torneo talismano, batte Stosur al primo turno (prima top-10 battuta in carriera) e arriva in semifinale da numero 262 del mondo, risultato che le permette un salto di 77 posizioni, mentre il secondo turno agli US Open la riporta a ridosso delle prime cento. In Quebec Flipkens conclude il cerchio: batte Cibulkova al primo turno e si spinge fino in finale dove non esita a sconfiggere in due set Lucie Hradecka. È il suo primo titolo WTA. Subito dopo la vittoria chiama la sua amica Kim e condivide con lei la gioia di un trionfo che sa soprattutto di riscatto. “È il più bel giorno della mia vita”, dirà poco dopo la vittoria. La semifinale di Linz e il secondo turno in Lussemburgo le permetteranno di raggiungere il suo best ranking al numero 55 coronando una risalita da sogno: 207 posizioni scalate in neanche cinque mesi. Lei stessa ha definito il 2012 “l’anno più duro e il più bello della mia carriera”. Ora, infortuni permettendo, Kirsten vuole riportare in alto il nome del Belgio. L’eredità di Henin e Clijsters è forse troppo pesante per lei e Yanina Wickmayer ma dal prossimo anno ad aiutarla ci sarà proprio uno dei due mostri sacri del tennis belga: Kim Clijsters. Kim non sarà il coach dell’amica ma seguirà Flipkens in alcuni tornei. Chi meglio di lei? “La conosco da 20 anni, l’ho sempre considerata una sorella maggiore. Si è presa cura di me e ha cercato di aiutarmi. Per tutti lei è una tennista ma per me lei è soltanto Kim”. L'alleanza potrebbe contribuire a portare alla ribalta un personaggio rimasto nell'ombra negli ultimi anni ma che promette di dare del filo a torcere a chiunque dovrà affrontare.

Daniele Vallotto

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