27/10/2012 15:21 CEST - WTA CHAMPIONSHIPS

Piccola grande Sara: il cuore non basta

TENNIS - Sara Errani gioca la partita più lunga del Masters 2012. Contro Radwanska vinceva 76 54. Ma perde 67 75 64 dopo 3 ore e 29. E' il match più lungo, al meglio dei 3 set, nella storia del Masters. Da Istanbul, Ubaldo Scanagatta

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Wta Championships, Agnieszka Radwanska (Getty Images Europe Julian Finney)
Wta Championships, Agnieszka Radwanska (Getty Images Europe Julian Finney)

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta

ISTANBUL _ Arrivare a un game dalla semifinale in un Masters, 7-6,5-4 non basta. Rimontare da 1-4 e 2-5 a 4-5 15-30, cioè a due punti dal 5 pari nel terzo, non basta nemmeno. Sara Errani ha lottato come una belvetta contro la n.4 del mondo, la polacca Radwanska che per l’appunto corre quanto lei e usa il cervello come lei. Ma alla fine, dopo 3 ore e 29 da record, ha dovuto arrendersi, stremata, stanca, “morta e sfatta già dal secondo set” come ha detto lei.

Nessuna delle due avversarie aveva _ nè mai avrà _  il colpo che uccide, il colpo che stende. Quindi è stato necessariamente un match tattico, molto tattico. Sara ha finito per correre il doppio della sua avversaria perché la polacca stava più spesso dentro il campo, ed è intelligentemente venuta a prendersi dei punti importanti anche a rete, come i due che ha fatto sul 5-4,15-30 nel set decisivo. 

Se Sara è mancata in qualcosa non è stato certo nello spirito combattivo che l’ha invece sorretta oltre ogni ragionevole dubbio, oltre ogni aspettativa.

La Radwanska, che è stata anche n.2 del mondo _non va dimenticato _ è un filino più completa. Intanto ha un servizio che le consente di prendersi anche qualche punto gratis, e comunque di variare la velocità della prima. Poi di rovescio non sbaglia veramente mai. E sempre sul sul rovescio ha insistito Sara che avrebbe potto trovarle il dritto se avesse giocato qualche rovescio lungolinea in più.  Quando la polacca è stata sotto 5-4 nel secondo set ha messo dentro 4 prime, tre delle quali a più di 160 km orari. E da quella spinta ha fatto 12 punti di fila per vincere il set e portarsi al terzo con il morale alle stelle.

Mentre ovviamente quello di Sara precipitava al punto _ persi 6 games filati _da far temere una debacle sullo 0-3, con due palle per il 4-0 per la Radwanska. Solo il grande orgoglio, lo spirito davvero indomito della Errani, ha permesso anche nel terzo set di far vivere grandi emozioni ad un pubblico di oltre 13.000 spettatori piuttosto entusiasti, con molta suspence fino alla fine visto che ad un certo punto il 5 pari è apparso alla portata di Sara, che però nel finale era davvero molto stanca e non ha saputo tenere l'iniziativa.

Insomma la Errani ha perso, non si è qualificata per le semifinali del Masters per un soffio, credo lo si possa dire. E questo significa quel che si sarebbe dovuto capire da tempo: e cioè che è all’altezza di tutte le più forti tenniste del mondo, escluse forse le prime tre. Non lo è nei confronti della miglior Serena, forse nemmeno della Azarenka e della Sharapova:  la bielorussa e la russa ancora la intimidiscono con le loro pallate. Ecco una differenza fra Sara e la Radwanska: la polacca non è tipo che si lascia intimidire. Gioca alla pari anche con loro, almeno ci prova, Sara invece è ancora un gradino sotto.

Ma il salto di qualità compiuta da Sara resta  straordinario, oltre che inatteso perfino per il suo allenatore che mai avrebbe pensato, cominciando l’anno a n.45, di ritrovarla a n.7 del mondo e competitiva con la n.4 (la Radwanska appunto), la n.5, la n.6, oltre che ovviamente con tutte quelle che la seguono.

E’ questa la miglior notizia che viene da questo Masters: non sono stati fuochi di paglia i quarti raggiunti all’open d’Australia, la finale a Parigi, la semifinale all’US Open, i tornei vinti.

A n.7 del mondo arrivò anche Barazzutti. Che pure pareva limitatissimo. Batteva quelli più deboli ma non aveva il talento per sorprendere quelli più forti. Soprattutto con quelli che gli stavano davanti non ti dava mai la sensazione che potesse batterli. Sara invece, tolte le prime tre per ora, le altre può batterle tutte. Non è cosa da poco.

E se Panatta nel ’76 e Barazzutti nel ’78 hanno in realtà ballato una sola estate da top-ten Sara sembra _ anzi è _ molto più umile e consapevole. E potrebbe durare più a lungo, per meriti suoi e per la situazione del tennis femminile che non è brllantissima alle spalle delle top-ten. Sara ha ragione quando dice: “E’ bello essere n.7 o n.8 del mondo, è stupendo, ed è meritato…ma poi il merito non basta. Se non lo difendi settimana dopo settimana, torneo dopo torneo, quel posto lo perdi. Queste partite, anche quella persa con la Sharapova (6-3,6-2) ti aiutano ad alzare il livello, ti fanno migliorare. Più ne giochi e meglio è”. Sara non aggiunge che prima o poi cominci a vincerne anche di più, ma è chiaro che è così, se il divario non è troppo accentuato.

Certo un match con ben 18 breaks segnala e sottolinea che il tennis femminile ha ancora grossi margini di miglioramento, perfino quando si vedono scambi bellissimi come ce ne sono stati stasera fra Saretta e Agnieszka. Alcuni da standing ovation per i recuperi di Sara ( uno in particolare sul finire del primo set ha richiesto 34 scambi!). Il fatto che i vincenti siano stati in numero superiore agli errori gratuiti mi dice che il match da fondocampo è stato di buonissimo livello (salvo qualche pausa): 53 vincenti per la Radwanska e 43 gli errori (non pochissimi comunque), 49 i vincenti di Sara e 47 gli errori (idem). Sono dati da prendere con le molle, non assolutamente obiettivi, peraltro. Perché un errore non forzato che arriva dopo 34 scambi, ad esempio, è errore non forzato fino ad un certo punto: se uno ha la lingua di fuori e sbaglia una palla sulla rete, siamo sicuri che non è forzato dallo scambio che l’ha preceduto e ha fatto tirar fuori la lingua?
Ciò detto, con i dubbi del caso, un tennis in cui il servizio non vale più della risposta non mi convince troppo.

Certo spiega perché Serena al top della condizione sia decisamente  la più forte di tutte, in barba alle classifiche del computer: lei infatti serve più o meno come un uomo e quando perde cinque volte il servizio legittimamente può lamentarsi e dire _ come ha detto l’altro giorno dopo il match con la Li Na _ “Oggi davvero il servizio non funzionava, ogni volta che entravo quasi mi sorprendevo!”

Non credo che a Serena sia mai capitato di perderlo dieci volte come è accaduto a Sara contro la Radwanska. Ma come si fa a vincere un match importante e contro un'avversaria forte se perdi 10 volte il servizio?. Sara, dal momento in cui è riuscita a tenere la battuta per salire 5-4 nel secondo set, lo ha perso 7 volte su 9.

Dieci, come dicevo, i break subiti da lei, e otto invece quelli di Agnieszka. Tanti, tantissimi, francamente troppi per concludere che si sia trattato di un grande match, al di là delle emozioni che ha riservato. Partita divertente, palpitante, incerta, questo sì. Ma grande match no, senza nulla togliere alle due giocatrici che hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità.

Insomma magari la gente si diverte perché _ a differenza che nel tennis maschile dove i break sono l’eccezione e in partenza ci si aspetta che il battitore tenga sempre il servizio _ in quello femminile ogni game è ricco di suspense. Perchè l'esito è imprevedibile.

18 break su 34 games _ più della metà quindi _ rendono di fatto incerto ogni game, al suo avvio. Però vedere seconde battute che viaggiano di poco sopra i 100 km orari e talvolta rimbalzano a metà del rettangolo di battuta, fa pensare: non si arriverà un giorno a vedere 7 o 8 delle prime dieci del mondo che servono tutte come Serena  Williams?

Mettendosi nei panni di Sara Errani speriamo che quel giorno sia il più lontano possibile. Ad ogni modo lei, nonostante i 164 centimetri d’altezza certo non l’aiutino, il servizio può e deve migliorarlo. Ciò se vuole procurarsi un numero di soddisfazioni sempre maggiore, Non mi convince, della sua battuta, né la presa né il lavoro che fa fra gormito e spalla. Quando fa scendere troppo in basso la palla dietro la schiena, è chiaro che non potrà ricavarne un grande effetto. Potrà forse inprimere un po’ di lift, ma mai sarà in grado di dare potenza alla palla.

Quindi deve lavorare anche sulla tecnica. Se ne deve convincere e deve studiare chi può aiutarla a farlo nel modo migliore. Non deve ripetere l’errore di Filippo Volandri che, in possesso di uno dei migliori rovesci del mondo e anche di un dritto di tutto rispetto, non ha cercato di allenarsi con i migliori specialisti del mondo (Fisher che insegnò a Sampras, Davenport, Spadea a fine carriera prolungandogliela, un altro americano di cui mi sfugge il nome che ha lavorato molto sul servizio di Justine Henin - alta meno di Sara _ e su quello di Fish all'Accademia di Saddlebrook) su quel colpo che avrebbe potuto consentirgli di issarsi stabilmente fra i top 15 del mondo. Un vero peccato.
Visto che il livello del tennis femminile è discreto ma non stratosferico, e che Serena ha già 31 anni, Venus ormai è in chiaro declino
(non è che vincere in Lussemburgo abbia cambiato qualcosa), che la stessa Sharapova ha forse già dato il meglio di se stessa, una ragazza con l’intelligenza tennistica, l’umiltà e la grinta della Errani può fare ancora di più di quel tantissimo che ha già fatto. Spero che sia lei sia il suo simpatico e saggio allenatore Lozano se ne rendano conto e si attrezzino. Il servizio si può migliorare.

Ma alla fine tanti complimenti a Sara, e anche sinceri ringraziamenti per quanto ha saputo offrirci in questo 2012, augurandole affettuosamente di ripetersi, e magari di migliorare ancora, nel 2013. Grazie a lei si è parlato molto più di tennis di quanto si sarebbe altrimenti fatto.

E non è finita, perché c’è il doppio. Stasera lei e Roby Vinci se la vedranno contro Petrova e Kirilenko. Le hanno battute molto più spesso di quanto ci abbiano perso. Spero che si confermino. E che vincano l’intero torneo a suggello di una superiorità sorprendente, almeno per me che pensavo che in doppio le lunghe leve per coprire la rete e i grandi servizi fossero requisiti essenziali per dominare la specialità. Fra le donne, evidentemente, non funziona così.

 

Rileggi i tweet di Ubaldo durante il match!

Ubaldo Scanagatta

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