30/10/2012 15:11 CEST - Personaggi

Matosevic scavalca Tomic: la crisi del baby prodigio

TENNIS - Tomic non è più n.1 d'Australia. E' stato superato in classifica da Matosevic, n.47, che ha iniziato l'anno da n.203. E' il segno di un 2012 da dimenticare. Dagli Australian Open ha vinto solo un set contro i top-30. Alessandro Mastroluca

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Bernard Tomic (Getty Images North America Cameron Spencer)
Bernard Tomic (Getty Images North America Cameron Spencer)

Non sono già tutte descritte le grandi destinazioni. E sicuramente Bernard Tomic non avrebbe mai pensato che la sua strada verso la gloria sarebbe iniziata da una vendita informale di oggetti usati. Le chiamano “garage sales”: si svuotano i garage, le soffitte, le cantine, e si vende quello che non serve.

Durante uno di questi mercatini improvvisati, Ivica Tomic, ex calciatore e allenatore croato, scappato per la guerra in Australia dove si è reinventato tassista, trova una Slaazenger usata e la compra per 50 centesimi. La porta a suo figlio di sette anni, Bernard, che inizia a tirare qualche palla al muro. Presto si ritrova a giocare sul campo del complesso di Stockport dove vivono, e a battere i ragazzi del quartiere, anche di quattro o cinque anni più grandi di lui.

Da allora, Ivica si è reinventato ancora. Ha studiato biografie di sportivi, tennisti e non, ed è rimasto il coach di Bernard fino a oggi.

Ne ha fatta di strada dai tempi in cui giocava con una Slazenger usata. Ora è a metà del guado, chiamato a scegliere che strada prendere per raggiungere le sue grandi destinazioni. Per Roger Rasheed, prossimo coach di Tsonga ma in passato nello staff della nazionale australiana di Davis, la strada è una sola: “Bernard deve parlare col padre e capire cosa vuole dal tennis”.

Ivica Tomic è una persona che mette soggezione. Per lui non esistono zone grigie: o con noi o contro di noi”. Così lo descrive Mike Smart di news.com.au. Mette soggezione ai giornalisti, agli osservatori, ma soprattutto ha messo soggezione a Bernard, bambino prodigio che ha convissuto con la pressione e le aspettative.

A 12 anni aveva già vinto quasi 100 tornei, compresi quattro ITF under-18. Per questo Lawrence Frankopan gli offre un contratto triennale a sei zeri con l'IMG. Un anno dopo Tomic firma contratti di sponsorizzazione con Nike, Nokia e Garnier. È il primo giocatore a vincere l'Orange Bowl in tutte le categorie (under-12, under-14 e under 16) e il più giovane campione agli Australian Open junior.

E papà Ivica è sempre stato una presenza ingombrante, fin da allora. Quando Bernard aveva 14 anni, già prometteva agli amici un posto nel box del figlio quando avrebbe giocato a Wimbledon. Negli anni ha protestato contro tutto e tutti, dalla famiglia Hewitt agli organizzatori degli Australian Open, e minacciato di far giocare il figlio per la Croazia. A Miami si è sfiorato il punto di rottura quando, nel quinto game del secondo set contro David Ferrer, Tomic ha provato a far cacciare il padre dagli spalti. “Mi sta annoiando, vorrei che se ne andasse. Ma è mio padre, come faccio?” dice sconsolato al giudice di sedia, Cedric Mourier, che gli assegna un warning e lo invita a ringraziare.

Tre anni prima le parti in commedia erano invertite. Durante un torneo a Perth, invita il figlio a uscire dal campo per protestare contro i giudici di linea che non vedono i continui falli di piede dell'avversario: Tomic obbedisce e viene squalificato per un mese. Chi era l'avversario? Marinko Matosevic, che questa settimana ha superato Tomic in classifica ed è il nuovo numero 1 australiano (n.47 del mondo). Matosevic ha iniziato la stagione al numero 203. Il sorpasso dà la misura del 2012 di Tomic, che ha chiuso l'anno con la sconfitta 62 60 da Mikhail Youzhny a Basilea, la nona al primo turno in 13 tornei giocati dal Roland Garros in poi.

Di lui si è parlato più per questioni extra-tennistiche: le multe per eccesso di velocità mentre guidava la sua BMW arancio, con relative accuse ai poliziotti di avercela con lui, per cui dovrà comparire in tribunale; la fine della relazione con la sua fidanzata Donay Meijer; i festeggiamenti prolungati per il suo 20mo compleanno con tanto di rissa all'alba in piscina e conseguente intervento delle forze dell'ordine.

Il segno della resa, in campo, era arivato già agli Us Open, con il terzo set non giocato contro Roddick, e ancora di più a Shanghai. Il suo commento dopo aver perso da Florian Mayer, “Ho dato l'85%”, dice tutto. “Ho giocato troppo, avrei dovuto fermarmi di più dopo il Roland Garros”, sostiene Tomic. Ma la stampa australiana evidenzia impietosa il confronto con il 2001 di Lleyton Hewitt. Nella stagione in cui ha compiuto 20 anni, Rusty ha giocato 98 partite vincendone 80, ha conquistato il suo primo Slam (decimo titolo in carriera), gli Us Open in finale su Sampras, e chiude l'anno da numero 1 del mondo.

Tomic di partite ne ha giocate 98 in tutta la carriera. Il punto più alto rimangono i quarti a Wimbledon dell'anno scorso. L'australiano è il più giovane dai tempi di Becker ad aver raggiounto questo traguardo ai Championships, torneo cui è legata la sua unica superstizione: usa sempre la stessa doccia. Se la trova occupata, aspetta che si liberi.

Quest'anno non è mai arrivato nemmeno in finale. Il miglior risultato è la semifinale a Brisbane, primo torneo della stagione. Le uniche vittorie contro un top-30 sono arrivate agli Australian Open, contro Verdasco e Dolgopolov, prima della sconfitta contro Federer. Da allora ha vinto solo un set contro un avversario tra i primi 30 del mondo: sempre con Dolgopolov, allora numero 21, a Montecarlo.

Per la serie di sconfitte, i frequentatori di twitter hanno iniziato a chiamarlo “Tomic the tank engine”, “Tomic il treno a vapore”. Un nickname che sta avendo notevole successo. Ma come i treni a vapore, anche per i sognatori che aspettano un'altra primavera, di stazione in stazione l'inverno passerà.

Alessandro Mastroluca

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