03/12/2012 17:50 CEST - La Grande Sfida

Grande Sfida: Italia sconfitta. Errani e Vinci bene in doppio

TENNIS - Sharapova e Ivanovic vincono in singolare. Errani e Vinci conquistano il punto in doppio. Da Milano, Alberto Giorni

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Fed Cup: Ana Ivanovic
Fed Cup: Ana Ivanovic

La festa milanese del tennis si apre poco dopo le 16 con una presentazione all’americana. Entra prima la Vinci, poi la Ivanovic, poi la Errani e infine la più attesa, Maria Sharapova. Al suo passaggio, come era prevedibile, l’applausometro raggiunge il picco e in tribuna spunta anche una bandiera russa con la scritta: “Davai Masha, simply the best”. E’ il momento degli inni nazionali: sembra una sfida di Fed Cup, ma oggi a sfidarsi sono Italia e Stelle dell’Est. Le note di Mameli sono accompagnate da applausi ritmati del pubblico del Forum (quasi esaurito: 9608 spettatori per un incasso di 360mila euro) e l’oscar di striscione più simpatico appartiene ad alcuni ragazzi che sventolano: “Noi voliamo Cichi’s Air, il volo n°1 parte alle 6 e 16”, con riferimento alle posizioni delle nostre giocatrici nei ranking di doppio e di singolo.

Finalmente si parte: Vinci contro Ivanovic. Il primo punto è di Roberta, accompagnata da un applauso di incoraggiamento. Ana è molto elegante nel suo completo fucsia (pochi minuti prima della Sfida, Giorgio Armani ci ha detto che come modella la preferisce alla Sharapova…), ma anche la tarantina si difende bene in maglietta bianca e gonnellino scuro. Il clima in campo è disteso e dopo alcuni bei punti si sprecano i sorrisi. La gente mostra di apprezzare il gioco classico della Vinci, che non si fa pregare per andare a rete e chiudere gli scambi con stupende volée.

Nonostante a Milano un torneo manchi da parecchi anni, il pubblico è molto “tennistico”: non vola una mosca durante gli scambi e anche negli incitamenti (“Dai Roberta!”) non si esagera. I game filano via veloci, scanditi da duelli di puro tocco: le palle corte della Vinci incantano, mentre la Ivanovic strappa applausi con precisi passanti. “Chiedi il Falco!”, urla uno spettatore dopo un dritto della serba nei pressi della riga: la presenza di Hawk Eye aumenterebbe lo spettacolo (ma costa troppo!), però naturalmente il risultato è l’ultima cosa che conta. Avanti 3-2, la Vinci non sfrutta una palla break e la Ivanovic festeggia lo scampato pericolo esultando con il sorriso a braccia alzate.

I tabelloni del Forum non fanno le bizze come l’anno scorso e, oltre a riportare il punteggio, tra un punto e l’altro presentano i primi piani delle giocatrici. La tribuna stampa è dietro uno dei lati corti del campo e la violenza di uno smash della Ivanovic fa arrivare una pallina anche qui. L’equilibrio si rompe sul 5-5 quando l’azzurra cede il servizio, ma la serba al momento di servire per il set ricambia il favore (provando anche un tweener senza successo) e si va al tiebreak. La serba vola sul 5-2 e poi 6-3. Roberta salva il primo “matchpoint” con una bella risposta, poi la serba mette un dritto in rete, ma la terza opportunità è quella buona. Il rovescio di Ana non si può recuperare ed è lei a vincere la prima sfida.

Dopo il saluto di Lea Pericoli (seduta vicino al presidente della Fit Binaghi: mancava l’inseparabile Nicola Pietrangeli…), ecco in campo la Errani e Sua Maestà Sharapova. La romagnola nel look è gemella dell’amica Vinci, mentre Maria sfodera un abitino giallo limone intonato con le scarpe. E’ una rivincita non ufficiale della finale del Roland Garros: non si gioca sulla terra ma sul Play-it, e anche il pubblico è più coinvolto. Già nel secondo game, dopo i primi errori della romagnola, la gente la sostiene a gran voce cercando di aiutarla a superare il momento di difficoltà; ma Masha è implacabile e con un poderoso schiaffo al volo le strappa il servizio a zero: 2-0. Subito dopo Sara reagisce e, dopo un dritto inguardabile della siberiana, recupera il break di svantaggio.

Sotto 2-1, la nostra giocatrice commette due doppi falli di fila e si scusa a braccia alzate con tutto il Forum, che le dedica un applauso sincero; non basta però per evitare il secondo break. La sfida entra nel vivo. Uno spettatore urla mentre Maria sta servendo e si merita un’occhiataccia della n°2 del mondo, che non appare in gran forma e con una prima di servizio quasi centra la Peugeot che fa bella mostra di sé in un angolo. La russa commette qualche errore di troppo e Sara non si fa pregare, ottenendo ancora il controbreak dopo aver costretto l’avversaria a fare il tergicristallo. Boato del pubblico: siamo 3-2 per la russa e il servizio è tutt’altro che un fattore determinante, per usare un eufemismo.

Altro game, altro break della russa, che poi prende il largo e vola 5-2. Sara fa quello che può, ma deve presto fronteggiare due “matchpoint”: annulla il primo con una pregevole palla corta, ma poi si deve arrendere visto che il suo ultimo dritto finisce in corridoio.

Dulcis in fundo, è il momento del doppio. La coppia più affiatata è ovviamente quella azzurra e non si vede solo dal fatto che veste lo stesso completo: basta un’occhiata per capirsi. Dall’altra parte della rete, Sharapova e Ivanovic non possono dire lo stesso, ma fanno del loro meglio e contribuiscono a dare vita a scambi divertenti.

Tra l’altro, le esibizioni sono utili alle giocatrici per conoscersi meglio e, se proprio non nasce un’amicizia, di sicuro aumenta il rispetto tra chi ha condiviso un’esperienza comune. Se l’anno scorso Pennetta e Schiavone hanno migliorato il loro rapporto con le Williams, magari dalla prossima stagione la Sharapova nello spogliatoio si comporterà in modo più amichevole con le azzurre: la Vinci alla vigilia aveva rivelato che la russa nello spogliatoio saluta “a volte sì, a volte no”.

Roberta in campo dà spettacolo intercettando alcune palle a rete, mentre Sara è protagonista di recuperi impossibili con la sua Babolat (da lei soprannominata Excalibur): le azzurre vanno 4-2 e lo spettacolo resta gradevole. La Sharapova sta al gioco dimostrando di aver capito appieno lo spirito dell’esibizione, regala sorrisi e addirittura dà il “cinque” alla Ivanovic per ringraziarla di un bel rovescio. E subito dopo la russa, scherzando, si lamenta di una palla giudicata fuori, si avvicina alla giudice di linea e le fa segno di mettersi gli occhiali.

Le “Stelle dell’Est” riequilibrano il punteggio sul 4-4, ma le nostre accelerano e chiudono 6-4, con l’ultimo dritto della Ivanovic che muore sulla rete. E’ mancata soltanto una cosa: il balletto “petto-dito-mano” nato dopo il successo agli US Open, che Vinci ed Errani non si sono sentite di riproporre (mentre l’anno scorso a Milano Pennetta e Schiavone si erano scatenate sulle note di Michael Jackson). Le perdoniamo, a patto che lo esibiscano presto per festeggiare un’altra vittoria importante…

Da Milano, Alberto Giorni

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