21/12/2012 10:42 CEST - Tennis flash

Massacro di Newtown, Murray: "Rischiai anche io così da piccolo, posso capirli"

21.12.2012

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Con la strage di Newtown, in Connecticut, è tornato di triste attualità il tema dell'uso delle armi negli USA, e delle stragi nelle scuole americane. Un tema su cui il talento di Michael Moore ha dedicato una delle pagine più toccanti e struggenti, con "Bowling a Columbine", ma che è evidentemente fa ancora poca presa in una società come quella americana. 

Disperazione? Isolamento? Un'educazione e un'informazione che portano ad avere poca fiducia nell'altro, tanto da giustificare una pistola in tasca? Non lo sappiamo, o forse non vogliamo trovare ragioni per tanta assurdità, sinceramente. Sicuramente però, e fortunatamente, non ne abbiamo mai avuto un'impressione dal vivo. Diversamente da Andy Murray, protagonista di un episodio simile nel lontano 1996, quando da piccolo studente di elementari alla Dunblane Primary school, visse a pochi metri di distanza la follia dello scout leader Thomas Hamilton, che sparò e uccise sedici bambini e la loro insegnante.

Un episodio scioccante, che Murray già ricordava nella sua autobiografia del 2009 "Hitting Back", e che non si può dimenticare, specie in questi momenti, come ha fatto lo scozzese su Facebook: "Il mio cuore va a tutti quei poveri ragazzi, alle loro famiglie e alla comunità. Sono triste e arrabbiato".

Ma se in Gran Bretagna quell'episodio portò il governo di Tony Blair ad approvare una legge molto rigida sul possesso di armi, ci si aspetta che negli States qualcosa cambi, e al più presto.

Davide Uccella

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