22/03/2013 15:20 CEST - Operacion Puerto

Operacion Puerto, Fuentes: "Pronto a fare i nomi di tutti"

TENNIS - "Se la WADA me li chiede, farò i nomi di tutti gli atleti che sono venuti da me". Parola del dottor Fuentes, principale imputato al processo per l'Operacion Puerto. Da me venivano anche calciatori e tennisti" aveva ammesso Fuentes. Che farà la Spagna? Alessandro Mastroluca

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Il dottor Eufemiano Fuentes
Il dottor Eufemiano Fuentes

"Se me li chiedono, faccio i nomi di tutti". Insiste il dottor Eufemiano Fuentes, principale imputato del processo nato dalla Operacion Puerto, la maxi indagine condotta dalla Guardia Civil spagnola nel 2006, per la quale è stato arrestato insieme alla sorella Yolanda, ai medici José Luis Merino e Alfredo Cordova, agli ex direttori sportivi di squadre di ciclismo Manuel Saiz, José Ignacio Labarta e Vicente Belda. Al termine dell'indagine la polizia ha sequestrato 116 sacche di sangue e 99 di plasma, ognuna delle quali era identificata da un codice numerico o da un soprannome dell'atleta cui apparteneva. La Guardia Civil ha decifrato 58 di questi nomi, tutti di ciclisti, tra cui Alberto Contador, Jan Ullrich e Ivan Basso.

Già durante la prima udienza in cui è stato chiamato a deporre, Fuentes, che è imputato di reati contro la salute pubblica in quanto all'epoca dei fatti ancora non esisteva una legge antidoping in Spagna, si era detto pronto a fare i nomi di tutti gli atleti che aveva seguito ma il giudice Julia Patricia Santamaria ha respinto la richiesta, che non avrebbe avuto alcun effetto sui capi di imputazione.

Il processo contro Fuentes, che dovrebbe concludersi il 2 aprile, non si estende oltre le vicende legate al ciclismo e ai nomi già noti. Ma il ciclismo, ha spiegato Fuentes, rappresentava solo il 30% del suo lavoro. "Da me venivano anche tennisti e calciatori" aveva detto alla vigilia dell'udienza, un mese fa. Da allora nuove ombre si sono addensate intorno al dottor Fuentes. Inaki Badiola, ex presidente della Real Sociedad, ha rivelato che la squadra ha pagato oltre 300 mila euro l'anno a Fuentes, per pratiche e sostanze non dichiarate. Questi pagamenti sono registrati anche per la stagione 2002-2003, quando la Real Sociedad è arrivata seconda, rimanendo in lotta per il titolo insieme al Real Madrid fino all'ultima giornata. Una volta arrivato alla presidenza, nel 2008, Badiola ha interrotto i pagamenti e licenziato i medici, ma non ci sono state indagini sui calciatori. Contemporaneamente Manolo Saiz, ex direttore della squadra di ciclismo della Liberty Seguros-Würth, ha dichiarato a Madrid che tre dei suoi corridori -Roberto Heras, Ángel Vicioso e Marcos Serrano- hanno lavorato con Fuentes. La Gazzetta dello Sport ha poi rivelato l'esistenza di documenti che proverebbero il rapporto tra Fuentes e Mario Cipollini, che sarebbe stato aiutato a vincere il Mondiale del 2002 a Zolder con una scientifica somministrazione di sostanze proibite.

Molti nomi restano ancora oscuri, però. E le dichiarazioni di Fuentes lasciano presagire un possibile terremoto in vista: "Se la Wada e le autorità spagnole ritengono che io possa essere utile e me li chiedono, sono pronto a fare i nomi di tutti gli atleti, di tutti i miei clienti. Non lo farei per uno sconto di pena, ma per uno spirito di reciproca collaborazione".

Per l'avvocato che rappresenta l'UCI, Pablo Jimenez de Parga, "è arrivato il momento che il mondo intero conosca la risposta della Spagna a questo tipo di comportamenti". Una risposta che può essere influenzata nel segno della trasparenza anche dalla candidatura di Madrid alle Olimpiadi del 2020, su cui ha molto insistito il membro più anziano del CIO, Juan Antonio Samaranch, che martedì ha visitato la città insieme agli altri componenti del comitato olimpico internazionale. "Madrid non può permettersi di fermarsi adesso" ha detto in risposta a una manifestazione di giovani che chiedevano il ritiro della candidatura vista la grave crisi economica che la Spagna sta attraversando.

Alessandro Mastroluca

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