30/03/2013 14:53 CEST - Masters 1000 Miami

Haas

TENNIS - Miami. Ferrer d. HAAS 46 62 63. Traduzione di Giulia Vai

| | condividi

Q.  Cos’è successo sul 3-1 nel terzo? Sembravi in controllo del match e dopo un game perso, la partita è scivolata via.
TOMMY HAAS: Sì, proprio lì è cambiato. Sapevo che dopo il secondo set lui aveva iniziato a giocare in modo più solido, cercavo di tenere le palle lunghe, ma lui mi ha reso la vita difficile. Ho cercato di non pensarci e di dirmi ‘pensa solo a giocare un ottimo terzo set per riuscire a raggiungere un obiettivo importante’. Ci siamo breakkati un paio di volte all’inizio del terzo e mi sentivo bene. Poi sul 3-2 non riuscivo a mettere in campo una prima di servizio, sul 15-30 ho giocato un ottimo scambio, in avanti contro un avversario che ti mette sempre pressione non è facile. Anche sul 3 pari ero ok ma ho iniziato a sbagliare un po’ e lui invece non ha più mancato un colpo. Qui sta la differenza. Ecco perché lui ha vinto. Non puoi permetterti di sbagliare, anche se di poco, contro i top.

Q. Dopo l’ultimo break subito sembravi veramente arrabbiato con te stesso.
TOMMY HAAS: Quando perdo voglio almeno sapere di averci provato, voglio che sia perché l’avversario mi ha passato o almeno gli ho messo pressione addosso. Oggi ho commesso un paio di errori non forzati, non riuscendo a capitalizzare delle occasioni, ecco perché non ero contento ed ero frustrato. Contro Raonic a San Josè so che lui è stato più bravo di me, quindi sono uscito da campo sentendomi in pace con me stesso.

Q. Ovviamente la delusione è recente ma cosa provi in generale per la tua performance della settimana avendo battuto Novak l’altra sera?
TOMMY HAAS: C’è bisogno di far passare un po’ di tempo. La frustrazione è sempre dura da superare però essere qui con mia figlia e la mia famiglia per questi dieci incredibili giorni a Miami è stato bellissimo. Voglio anche ringraziare il mio amico Jeff Stauffer che mi ha dato casa sua e il suo staff in questi giorni. Battere Novak Djokovic e Simon, arrivare in semifinale è stato incredibile ed è un ricordo che conserverò per tutta la mia vita. Cercherò di migliorare e di far proseguire questo momento di forma. È il massimo per me giocare in stadi pieni contro i giocatori migliori, sentire di avere ancora una chance e giocare delle buone partite. Mi rende felice, cercherò di continuare più a lungo che posso.

Q. Gli over 30 hanno avuto una buona settimana qui: tu, David e Melzer. Dici che sta cambiando qualcosa nel tour, che i trentenni riescono meglio rispetto a 10-15 anni fa?
TOMMY HAAS: Ci penso anch’io e vedo anche gli atleti che fanno Triathlon e Iron Man sono ultratrentenni che eccellono. Alla fine più invecchi, più diventi saggio: ora tutte le conoscenze su come nutrirsi, sulla fisioterapia, sul giusto allenamento ti aiutano a continuare a stare bene. Quando hai 21-22 anni stai ancora cercando di conoscere il tuo corpo e capire cosa lo migliora. Ora invece tutti questi top 100 oltre i 30 anni hanno capito come fare a stare bene, sanno che a differenza del golf, la nostra carriera non è infinita e hanno voglia di provarci e non sono stanchi del viaggiare. Rispetto molto, giocatori come Federer, Nadal, Djokovic o Murray che tutte le settimane ci danno con tutta l’attenzione che hanno intorno. Io in questa settimana mi sono un po’ rituffato in quest’ambiente. Basta guardare Ferrer: se rimane così in forma può andare avanti a giocare ancora 2, 3 o 4 anni.

Q. Quanto è dura giocargli contro?
TOMMY HAAS: E’ un piacere vederlo giocare ma è dura giocargli contro. Rispetto la sua etica del lavoro.

Q. Quali sono i tuoi piani? E’ questo il tuo ultimo anno?
TOMMY HAAS: No, non che io sappia. Vivo il momento. Non guardo troppo avanti né indietro. Ora so che il mio prossimo torneo è a Houston. Ora mi prenderò una vacanza, ricaricherò le batterie e aspetterò la stagione sulla terra. Ho qualche obiettivo per i grandi tornei sull’erba e sul cemento americano e poi l’Asia, la stagione indoor, il giorno del ringraziamento e Natale. Per il resto del poco tempo libero che ho cerco di essere un buon padre e un buon marito, in attesa del 2014.

Q. Quali furono le tue impressioni della prima vittoria Slam del tuo amico Roger Federer?
TOMMY HAAS: E’ stato meraviglioso. Non ho mai vinto uno Slam quindi non so, ma quando nel 2001, 2002 sono andato in semifinale un paio di volte, sentivo di poter provare a raggiungere il mio sogno. Poi con l’incidente ai miei genitori e la mia operazione alla spalla sono stato fuori 15 mesi. In quel periodo Roger si è migliorato e ha preso il comando del gioco. Penso che una volta che ti sei tolta la scimmia dalla spalla con la prima vittoria Slam, tutto il resto viene più facile, e una volta assaporata la sensazione, la vuoi riprovare.

Q. Conoscendolo così bene, ti ha sorpreso il suo dominio nel 2004-5-6?
TOMMY HAAS: Ci ho giocato contro nel 2005 forse la prima volta in Australia, fu una buona partita ma lui semplicemente andò su un altro pianeta. Faceva tutto alla perfezione. Abbiamo sempre saputo che avesse quel tipo di gioco completo, ma il duro lavoro, la concentrazione e la voglia di vincere hanno reso possibile il suo dominio.

Q. Ti sei spesso allenato con Maria Sharapova che un po’ di tempo fa diceva che non stavi molto bene mentre ora era molto fiera del tuo ritorno. Vedi analogie con la sua situazione? Anche lei è riuscita a riprendersi da una brutta operazione alla spalla. Hai sempre pensato che ce l’avrebbe fatta?
TOMMY HAAS: Assolutamente, conosco la sua etica del lavoro. L’ho vista all’Accademia di Bollettieri quando aveva 7 anni. E quando ripenso a come lei dominava già allora non mi sorprendo del suo ritorno. Mi sono molto immedesimato nel suo infortunio alla spalla: mi ha chiesto chi mi aveva operato, penso si sia affidata anche lei allo stesso chirurgo. Ci vuole tempo a riguadagnare fiducia nel proprio gioco, per lei soprattutto si trattava di ritrovare il servizio. Ora lei è allenata da uno dei miei ex allenatori che penso sia tra i migliori in circolazione, e anche se la gente mi prende in giro perché mi alleno con lei quando siamo insieme a Los Angeles o in Florida, non sanno che la sua voglia e i suoi colpi sono un ottimo allenamento per me. Sono stato molto contento che sia riuscita a vincere i French Open l’anno scorso, la seguo ovviamente e sono molto fiero di lei.

Q. Quando eri fuori per infortunio e non sapevi se saresti tornato, avevi pensato a delle alternative?
TOMMY HAAS: Avevo delle idee di cui non posso dirvi, ma penso che per un po’ mi sarei allontanato dallo sport e mi sarei preso un anno di riposo o almeno quanto avrei ritenuto necessario per non impazzire a casa a fare niente. Alcune persone fanno subito qualcosa dopo la carriera tennistica ma io me la prenderei con calma. Sarà interessante e allo stesso tempo spaventoso vedere cosa succederà, come reagirò a non essere più un tennista. Dipende dalle situazioni: avere una famiglia sicuramente mi aiuterà a dedicarmi ai figli. Poi mi piacerebbe fare qualcosa probabilmente con il tennis, ma aspettiamo di vedere.

Q. La schiena di Federer inizia a fargli male e lui ha 31 anni. Tu ne hai quasi 35 e sei stato infortunato per tanto tempo. Pensi che sia il motivo per cui sei ancora affamato (di vittorie)?
TOMMY HAAS: Potrebbe essere. A volte cerco di paragonare la mia carriera a quella di Andy Roddick. Lui è diventato forte a 18 anni, giocando 25-30 settimane ogni anno. È stato uno dei giocatori più continui del circuito. Quando si è ritirato l’anno scorso agli US Open ero un po’ scioccato. Ma allo stesso tempo se mi metto nei suoi panni, è stato così continuo per tanti anni (sempre nei top 10, avanti nei tornei, ogni anno al Master e spesso in Coppa Davis), puntava sempre alle vittorie Slam, forse quando ha capito che quel treno era passato, ha detto basta però tennisticamente aveva percorso molto km. La mia carriera è stata totalmente diversa, sempre su e giù. Ho avuto 15 mesi di stop (non solo per infortuni) e poi ho avuto l’interventi alla spalla e all’anca anche se all’inizio non volevo farli, e poi mi sono dovuto ricostruire la classifica, è stato frustrante ma sono ancora qui e la cosa mi rende orgoglioso. Riuscire a giocare contro i migliori, mi rende felice.

Traduzione di Giulia Vai

QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti