31/03/2013 11:20 CEST - WTA Miami

Masha lotta, ma alla fine "urla" Serena

TENNIS - Serena si aggiudica per la sesta volta il torneo di Miami battendo la Sharapova 46 63 60. Russa avanti un set e un break, poi la Williams fa 10 game di fila. Tabù Miami per Masha: 5 finali e nessuna vittoria. Da Miami, Vanni Gibertini

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Serena Williams vince per la sesta volta a Miami
Serena Williams vince per la sesta volta a Miami

(1) S.Williams v (3) Sharapova 46 63 60

Chissà per quanto tempo Maria Sharapova penserà a quel vantaggio di 6-4 3-2, quando sembrava avere la partita in pugno e Serena sembrava immersa nei suoi problemi con il servizio, con la caviglia e con un diritto che ha fatto le bizze per oltre un’ora. Invece non è riuscita dare la spinta finale ad un’avversaria che stava arrancando sull’orlo del precipizio, e quell’avversaria fortissima ha trovato il modo di risalire la china e chiudere il match con una straordinaria serie di 10 giochi consecutivi per aggiudicarsi il suo sesto titolo al Sony Open di Miami.

La finale anticipata di mezz’ora, dalle 12.30 alle 12 per soddisfare le richieste della CBS (il canale generalista che trasmette le finali in diretta negli USA, al contrario di quanto è accaduto per Indian Wells che ha dovuto ripiegare sul canale sportivo ESPN) è stato uno spettacolo degno di una sfida tra le prime due giocatrici del mondo, e la presenza della superstar locale, nonché miglior tennista americana (di sempre?), Serena Williams ha aumentato l’interesse a livello locale durante un’edizione nella quale il pubblico è diminuito di circa il 7-8%. Sharapova ha fatto vedere tutti i suoi progressi negli spostamenti, nel diritto (che ora ha più spin e quindi più controllo) e soprattutto nella battuta, che per lunghi tratti del match ha tenuto a bada l’aggressività di Serena. L’americana dal canto suo ha lottato con la sua solita ferocia, ha saputo alzare il livello quando è stata in difficoltà, rischiando molto su tutti i colpi, ma riuscendo a capovolgere l’esito del match anche e soprattutto grazie alla grande, quasi sconfinata fiducia nei propri mezzi, che le permettono di lasciare andare il braccio anche in situazioni di precario equilibrio.

Le prime avvisaglie della battaglia si hanno subito al secondo game, durato ben 20 punti, nel quale Serena deve salvare subito tre palle break, tutte con grande autorità. Sharapova è centratissima, si muove con grande agio ed è la prima ad ottenere il break al quinto game, subito restituito il gioco seguente per colpa di un paio di errori gratuiti. Maria è molto efficace al servizio, e le sue seconde palle viaggiano vicino se non oltre le 100 miglia orarie. Ma è il diritto di Williams ad essere protagonista in negativo della fine del parziale: Serena ne mette in rete tre, che con un doppio fallo e la consueta aggressività di Maria confezionano il break per il successivo 6-4 sharapova in 55 minuti.

Maria stava giocando benissimo – ci ha detto Serena dopo il match -  si muoveva in maniera incredibile ed io non sentivo di avere molte energie. Credo di aver lavorato troppo in palestra ieri, penso che sia questo il motivo per cui non mi sentivo sufficientemente carica all’inizio del match, ma ho cercato di caricarmi il più possibile perché non volevo perdere. So che posso alzare il livello del mio gioco, so che sono in grado di farlo, per cui in ogni situazione cerco sempre di trovare un modo per uscire dai problemi”. E le ci sono volute tutte le sue doti fisiche e nervose per rovesciare il match che sembrava le stesse scappando di mano. Dopo un veloce 2-0 iniziale, un brutto game da parte di Williams (un doppio fallo e tre gratuiti) ristabiliva la parità, e il secondo break consecutivo subìto, a causa di un apparente problema con il servizio contro sole, sembrava dare a Sharapova il vantaggio che poteva essere decisivo.
Non credo che quel vantaggio sul 3-2 sia stato dove ho perso la partita” ha spiegato la siberiana dopo il match, abbastanza composta nel suo incontro con la stampa, ma sufficientemente inacidita dalla sconfitta da prendere in giro ripetutamente un giornalista che aveva posto una domanda a dire il vero piuttosto confusa. Anche se non è stato decisivo, a nostro avviso è stato sicuramente importante: se Sharapova fosse stata in grado di aggredire la Williams, impedendole di giocare troppi colpi per ritrovare il suo ritmo, sul 2-4 forse Serena avrebbe sentito un po’ di più la pressione assalirla.

Invece dal quel momento l’americana ha infilato una serie di 10 giochi consecutivi che hanno chiuso il match e siglato il sesto successo in carriera al Sony Open. “In quei 10 games ho avuto parecchie occasioni – ha detto Sharapova – sono stata 40-15 in un paio d’occasioni, alcuni colpi sono usciti di poco, le cose sarebbero potute andare diversamente”. E invece sono andate così, con Serena a sollevare il trofeo ed a fare le fotografie sulla spiaggia di Crandon Park nel suo top rosa a “fare pendant” con le unghie, e Maria ancora ad analizzare l’ennesima sconfitta.

Ora arriva la stagione sulla terra battuta, nella quale Sharapova entra da campionessa uscente del Roland Garros, e Serena entra da n.1 del mondo con tanta voglia di rivincere il solo titolo dello Slam che ha conquistato una volta sola: “Adoro la terra. Adesso poi con i campi in cemento molto più lenti di quanto non fossero qualche tempo fa, adattarsi è molto più semplice, devo solo fare un po’ di allenamenti specifici sugli scivolamenti. Non vedo l’ora di confrontarmi con tutte le altre top players, perché è quello che amo fare, è quello che mi dà la motivazione. Datemi una racchetta, una pallina, ed una superficie qualunque, dalla terra al ghiaccio, ed io sono pronta”. Le altre sono avvisate.

 

Da Miami, Vanni Gibertini

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