15/04/2013 18:22 CEST - MASTERS 1000 MONTECARLO

Montecarlo, quante sfide epiche!

TENNIS - Non erano meglio le finali 3 su 5 anche nei Masters 1000? Breve amarcord delle migliori finali giocate nel Principato, come ad esempio il confronto di stili totale Muster-Becker. Federico Romagnoli

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Thomas Muster ha appena battuto Boris Becker nella finale 1995 di Montecarlo
Thomas Muster ha appena battuto Boris Becker nella finale 1995 di Montecarlo

Le partite più gloriose della storia del tennis sono quasi sempre finite al quinto set. Non è una regola fissa ovviamente, ma basti fare una panoramica sui match più celebri e si noterà quanto il quinto set domini.

Per questo motivo la riforma del calendario ATP, togliendo le finali al meglio dei cinque set ai Masters 1000, ne ha di fatto diminuito non il valore, ma senza dubbio l'epicità. Se si chiede agli appassionati del tennis anni Novanta una lista delle partite migliori di quel periodo, la finale di Monte-Carlo 1995 o quella di Stoccarda 1996 saranno quasi sicuramente fisse in elenco. Così come Roma 2006 lo sarà per lo scorso decennio.

Quante sono invece le finali dei Masters 1000 recenti che si possano considerare storiche? L'anno scorso solo Shanghai ha fatto un discreto scalpore, così come l'anno prima solo Miami: ma siamo sicuri che quando fra dieci-quindici anni si andranno a tirare le somme di questo decennio qualcuno le considererà all'altezza dei vari mastodonti da Slam coevi? 

Tutto questo preambolo è in sostanza una giustificazione: dicono, fai un pezzo sulle partite storiche di Monte-Carlo negli ultimi venti-venticinque anni. Sta bene, ma perdonatemi se dal 2007 in poi non metto nulla.
Non significa che non ci sia nulla di valore, significa semplicemente che sono pigro e che il mio concetto di partita da annali prevede se non cinque set, almeno quattro (e con qualche sorpresa): per bastarne tre set deve proprio succedere il finimondo (un esempio potrebbe essere la semifinale-maratona di Madrid 2009). Sottolineo che non sto parlando di partite belle (di match adorabili di tre set ho pieno il taccuino), ma di annali dello sport, che è un concetto diverso.
Certo è tutto opinabilissimo, ma purtroppo ho solo la mia capoccia su cui basarmi (chi volesse contattarla per reclamare può telefonare al 9876543210).
Vediamo le finali monegasche che hanno raggiunto l'epico o l'hanno sfiorato.

Rafael Nadal def. Roger Federer 6-2, 6-7(2), 6-3, 7-6(5) 2006
L'ultima partita al meglio dei cinque set nella storia del torneo. Match eccitante, equilibrato e tosto (quasi quattro ore), come non si sarebbe detto dal primo set, vinto agilmente dallo spagnolo punendo qualche discesa a rete di troppo da parte di Federer e portandolo all'errore di rovescio sul set point.
Federer alza il livello nel secondo set, chiudendolo con un ace, e nel quarto si porta addirittura sul 3-0 prima di venire riagganciato e superato al tie-break. Il punto più stupefacente del match lo segna Nadal nel set perso, con un dritto missilistico da accovacciato.  
Guardando il match si nota la grande capacità di Rafa nel costruire i punti, diversi dei quali terminano con vincenti che, dalla posizione del campo in cui lo spagnolo si era portato in quel preciso momento, erano davvero impossibili da leggere. A riprova di come su questa superficie, e i risultati non mentono, fosse a livelli massimi già all'epoca.

Rafael Nadal def. Guillermo Coria 6-3, 6-1, 0-6, 7-5 2005
Guillermo Coria era bello da veder giocare, come molti altri argentini dell'epoca. Certo la faccenda nandrolone rende difficile parlarne con serenità e pone molti dubbi sulla sua persona, ma tant'è, a livello meramente visivo molte sue partite erano gustose. Sopratutto perché era pazzo e gli piaceva suicidarsi a suon di doppi falli, magari dopo aver vinto punti durissimi in cui aveva mostrato grande capacità tattica, buttando così in pochi secondi all'aria tutta la fatica.
Questa partita quanto a sbalzi non fa eccezione: perde di gran lena i primi due set e poi dal nulla rifila un bagel. Un bagel, a Nadal, sulla terra! E sarà pure stato un Nadal ancora bambino, ma che evidentemente non si era accorto di esserlo, come testimoniano gli otto titoli su terra di quella stagione (Roland Garros incluso). Dopo quel bagel Coria torna a livelli umani (o Nadal si risveglia?) e ne esce un bel quarto set tirato.
Certo impallidisce un po' rispetto alla finale di Roma di quello stesso anno (non a caso di cinque set), ma quel 6-0, per giunta arrivato dopo un mezzo massacro in senso opposto, è troppo buffo e simboleggia troppo bene quello che Coria è stato per il tennis dell'epoca.

Thomas Muster def. Albert Costa 6–3, 5–7, 4–6, 6–3, 6–2 1996
L'orrore! Chissà cosa come gli esteti del gioco di volo ricorderanno una finale del genere, con da un lato Thomas "delicatezza" Muster e dall'altro l'asfissiante Albert Costa (per quanto oggi pagherebbero per giocatori magari monotoni, ma almeno col rovescio a una mano). Cinque set, come se non bastasse! Per quanto riguarda chi scrive, un gran match, abbecedario di terra rossa, sangue & arena, agonismo e perché no, diverse risate (confesso, le esultanze di Muster mi hanno sempre steso).

Thomas Muster def. Boris Becker 4–6, 5–7, 6–1, 7–6(6), 6–0 1995
La partita. Non una partita, ma la partita, almeno per quanto riguarda Monte-Carlo. Un match capolavoro assoluto, capolavoro persino nel set finale a senso unico, che non ha tolto un'oncia alla grandeur del tutto. Anzi ha rappresentato una sublime chiusura tragica, da classico greco, con l'eroe che stremato crollava a pezzi sotto i colpi del Cerbero ringhiante.
Becker, il campione che mai toccò terra (come recitava un vecchio articolo di Ubitennis), vince i primi due set attaccando da ogni parte del campo: dal fondo, a rete, persino volando se avesse potuto. Molti sostengono che su terra battuta, almeno da parte di un giocatore d'attacco, si tratti dei due migliori set dai tempi del 6-3 6-2 del McEnroe di Parigi 1984. Plausibile, visto anche il comune destino di chi li ha messi in atto.
Il terzo set è un 6-1 netto di Muster, dovuto probabilmente a una combinazione fra la necessità di Becker di riprendere fiato (o un'eventuale calo di tensione) e la capacità di Muster di crescere sulla distanza. Nel quarto Becker capisce che più la faccenda si allunga e meno ha possibilità di vincere: impiega tutte le energie rimaste per contrastare lo tsunami austriaco. Lo porta al tie-break e lì muore.
Sul 6-4 in suo favore cosa pensa bene di fare? Domanda retorica, lo sapete tutti, è un episodio di fama universale. Il roscio tenta un ace di seconda. Un ace di seconda su terra battuta. La palla va fuori ovviamente. Subito dopo affossa un dritto in rete mangiandosi anche l'altro match point. Muster sale in cattedra e con un paio di splendidi passanti conquista il set. Di cosa sia successo dopo abbiamo già parlato.

Sergi Bruguera def. Boris Becker 5–7, 6–4, 7–6(6), 7–6(4) 1991
Boris è la vittima sacrificale anche di quest'altra ben ricordata finale (non metto in elenco anche quella con Alberto Mancini del 1989 altrimenti sembrerebbe qualcosa di personale).
Quattro set gagliardi, due dei quali persi per un soffio contro un Bruguera ventenne alla sua prima partita davvero importante.
A rivederne gli highlights Bruguera appare già un fortissimo giocatore, di quelli fatti apposta per mandare in tilt chi ha nella propria natura lo scendere a rete, e per reggere lo scambio con chi invece preferisce stare dietro. A ogni modo, come scriveva il nostro Luca Pasta, lo schema - come in altri casi per Becker su questa superficie - appare chiaro: il tedesco parte a mille travolgendo tutto con la sua potenza, ma alla lunga la palude lo inghiotte e deve cedere. I passanti e il rovescio bimane di Bruguera non gli lasciano scampo.

Federico Romagnoli

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