27/06/2013 17:03 CEST - Wimbledon

Clamoroso a Wimbledon Fuori anche Federer!

TENNIS - Il mercoledì nero di Wimbledon si chiude con il ko di Roger Federer. Si ferma a 36 la serie di quarti di finale Slam consecutivi (dal Roland Garros 2004 contro Kuerten). Stakhovsky si impone 67 76 75 76. Federer: "Non è la fine di un'era, giocherò ancora molti anni". Stakhovsky: "Racconterò ai nipotini di aver preso Roger a calci nel sedere...". Da Wimbledon, Alberto Giorni

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Wimbledon 2013, Roger Federer
Wimbledon 2013, Roger Federer

Il tramonto del pallido sole londinese sul Centre Court dopo le otto di sera è l’immagine simbolo. Sotto 4-6 nel tiebreak del quarto set, Roger Federer salva il primo matchpoint con un passante da antologia, ma sul secondo si scrive la storia: il rovescio dello svizzero finisce in corridoio e tramontano le sue ultime speranze. Sergiy Stakhovsky, numero 116 del mondo, si getta sulla mitica erba, incredulo: si è imposto 6-7 7-6 7-5 7-6 in tre ore esatte, interrompendo la striscia di 36 quarti Slam consecutivi dello svizzero. “I can’t believe it!”, si sente esclamare in tribuna.

Viene subito in mente l’altrettanto clamorosa sconfitta di Pete Sampras nel 2002 contro il carneade George Bastl (sul campo n°2, il Cimitero dei Campioni) e il sospetto è che questo k.o. gli assomigli molto, anche se è necessario sottolineare che quel Sampras era in netto declino da tempo (salvo poi prendersi una grande rivincita qualche mese dopo agli US Open).

Eravamo seduti in tribuna stampa e ci hanno colpito le facce incredule dei giornalisti di tutto il mondo (accanto c'erano un giapponese e un americano...) e del pubblico, che ha perso uno dei suoi re più amati di sempre. Ma anche Stakhovsky ha ricevuto boati di ammirazione durante il match, e non raramente, dopo un bel punto, si sentiva urlare “Once again!”. Onore dunque all’ucraino, che ha giocato un match coraggioso, d’attacco (96 volte a rete!), mettendo a segno la bellezza di 72 colpi vincenti (contro i 57 di Roger): mica male, nel giardino del Re.

E pensare che all’inizio la curiosità maggiore era osservare le suole delle scarpe di Federer: non più rosse come al primo turno (è stato multato per questo dagli intransigenti organizzatori), ma bianche. Si è capito dopo pochi games che l’ucraino sarebbe stato un osso duro. Nel primo set, Federer non ha avuto nessuna palla break, ne ha dovute annullare due, e l’ha spuntata al tiebreak (7-5) con un ace. Nel secondo, parti invertite: è stato Roger a mancare due opportunità di break sul 5-5, perdendo il tiebreak successivo, sempre 7-5.

In un match dominato dai servizi, l’equilibrio si rompe sul 5-5 del terzo, quando lo svizzero stecca clamorosamente un rovescio: Stakhovsky non si fa pregare e chiude 7-5 in un lampo. Avanti 3-1 nel quarto, l’ucraino ha in mano il match, ma Federer con grande orgoglio agguanta il 3-3. In vantaggio 6-5, Roger manca un setpoint (coraggiosa volée di rovescio dell’ucraino) e si va così al tiebreak. Stakhovsky si porta subito avanti di un minibreak che difende fino al 6-4. Il resto l’abbiamo raccontato all’inizio.

Federer, mai così solo in mezzo a 15mila spettatori, esce mesto dal campo e quando alza il braccio per salutare, il boato è assordante. Non merita un’uscita di scena così, dal campo dei suoi 7 indimenticabili trionfi: il pubblico del Centre Court sogna la sua rivincita tra dodici mesi.

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In conferenza stampa, Federer appare particolarmente provato, ma allo stesso tempo battagliero: “E’ una dura sconfitta, ma devo accettarla. La striscia dei 36 quarti Slam di fila? Speravo non si interrompesse oggi, comunque 36 è un bel numero, posso essere orgoglioso di esserci arrivato”.

Poi rilancia: “Non c’è da farsi prendere dal panico, devo tornare al lavoro per tornare più forte. Spero di giocare bene nel resto della stagione. Certo non mi aspettavo oggi un k.o. ma può accadere, l’anno prossimo farò meglio”.

Gli chiedono se è la fine di un’era, ma Roger alza il sopracciglio: “Non è così, perché il mio progetto è quello di giocare ancora per molti anni!”.

E’ una sconfitta paragonabile a quella con Tsonga? “Assolutamente no. Stakhosky ha giocato alla grande con servizio e volée, era difficile prendere il ritmo contro un giocatore dalle sue caratteristiche. Il k.o. con Tsonga è stato molto diverso. Jo non fa serve& volley, qui si gioca sull’erba, era un secondo turno e non un quarto di finale”. 

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Stakhovsky è raggiante: "Almeno qualcuno può ancora giocare così (riferendosi al serve and volley). Non puoi battere Roger sull'erba scambiando da fondo. E' impossibile. Sente l'erba, sente lo slice. Può fare qualsiasi cosa con la palla. L'unica tattica che avevo era spingere con il servizio il più possibile ed entrare il più possibile. Più lo scambio è corto, meno ritmo ha. Oggi penso di aver avuto successo nel non dargli ritmo in risposta, se non sporadicamente nel quarto set".

"Ho cominciato a credere di potercela fare quando ho fatto il break nel quarto set. Non penso che questo segni il revival del serve and volley, è semplicemente il torneo e la superficie. Sono cresciuto con Sampras e Rafter come idoli, è quello il modo in cui cerco di giocare. Ma a volte ti devi adattare al tour e giocare da fondocampo."

"Cosa dirò ai miei nipotini? Beh, spero di andare ancora avanti per altri match, ma per il momento potrò dir loro di aver preso a calci nel sedere Roger Federer! (sorridendo, ndr). L'erba è forse più veloce quest'anno sì, ma questa è una superficie che risente molto delle condizioni atmosferiche. Quando c'è fresco e ventilato è più veloce, quando c'è caldo è più lenta".

Da Wimbledon, Alberto Giorni

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