05/07/2013 21:37 CEST - WIMBLEDON 2013

Del Potro non muore mai, ma in finale va Djokovic

TENNIS - Nella semi più lunga della storia di Wimbledon (4h43m), Djokovic supera Del Potro 75 46 76 67 63. Nel quarto l'argentino ha annullato due match point e ha avuto una palla break nel quinto. Da Wimbledon, Alberto Giorni

| | condividi
Wimbledon 2013 - Novak Djokovic (foto Art Seitz)
Wimbledon 2013 - Novak Djokovic (foto Art Seitz)

Scendiamo i gradini per uscire dalla tribuna stampa del Centrale con l’adrenalina ancora a mille. La fotografia del match è l’abbraccio a rete tra Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro: si sono presi a pallate per 4 ore e 43 minuti, ma non è mai mancato il fair play tra un punto e l’altro. Un esempio per i giovani.

“Vencido y vencedor, siempre con honor” (Vinto e vincitore, sempre con onore) recita una targa ancora affissa all’esterno dello stadio Azteca di Città del Messico per ricordare l’epica semifinale Italia-Germania 4-3 ai Mondiali di calcio del 1970. Un motto perfetto anche per questa semifinale al cardiopalma, incertissima fino alla fine.

L’ultimo rovescio di Djokovic è vincente: 7-5, 4-6, 7-6, 6-7, 6-3 recita il tabellone luminoso alle spalle del serbo, che esulta verso il suo angolo prima di congratularsi con l’avversario che lo ha spinto oltre i propri limiti.

Del Potro esce a testa altissima: finalmente abbiamo rivisto il giocatore che ha vinto lo US Open 2009, prima di essere travolto da svariati problemi fisici. Il dritto è tornato devastante: più volte Djokovic è finito al tappeto sull’erba dopo vane rincorse. Ancora una volta il Centrale di Wimbledon non gli porta bene, dopo l’altrettanto epica sconfitta 19-17 al terzo nella semifinale olimpica di un anno fa con Federer. L’auspicio è che mantenga questo livello anche in futuro e diventi un cliente abituale al tavolo dei big.

E tra un punto e l’altro, l’argentino ha fatto lo showman alla… Djokovic. Ha mostrato le proprie emozioni coinvolgendo il pubblico, se l’è presa simpaticamente con il nastro dopo un punto perso, ha tirato (delicatamente) una palla contro il tabellone dopo un “falco” che gli ha dato torto, ha scambiato due battute con Nole durante i cambi di campo….

Gli spettatori erano schierati decisamente dalla sua parte. Perché sarebbe stato un avversario meno temibile in finale per Murray? Può darsi, ma ci piace pensare che abbiano premiato anche il suo “corazón” e la sua voglia di non mollare mai. Chi avrebbe scommesso una sterlina su Delpo quando era sotto 4-3 (con break) nel quarto o quando doveva fronteggiare due matchpoint nel successivo tiebreak?

Anche Djokovic ha gettato il cuore oltre l’ostacolo: non poteva perdere un’altra maratona in semifinale dopo quella con Nadal al Roland Garros. Il serbo è stato freddo nel tiebreak del terzo set, gli è sfuggito quello del quarto, ma è stato bravo a cancellare dalla mente la grande occasione mancata. Ha perso i primi set del suo torneo, ma ora è l’ultima cosa che gli interessa. Si gode l’applauso della fidanzata Jelena in tribuna e punta al bis del titolo conquistato qui due anni fa.

--------------------------------------------

Riavvolgiamo il nastro delle emozioni e torniamo al primo set, molto equilibrato e dominato dai servizi. Sotto un caldo sole appena mitigato dal vento, la tribuna stampa sul Centrale è piena per tre quarti: durante il match di Murray ci sarà il pienone. Nel Royal Box c’è anche Stefan Edberg, e viene un po’ di nostalgia ripensando alla sue poetiche volée mentre si assiste a un violento braccio di ferro da fondocampo.

Le accelerazioni di Del Potro provocano spingono spesso il competente pubblico del Centre Court a un “ooooh” di meraviglia. Le emozioni però latitano: Djokovic manca una palla break sul 3-2 e il punteggio segue l’alternarsi dei turni di battuta.

Tutti aspettano il tiebreak e invece… colpo di scena. Sotto 5-6, Del Potro va 30-15, ma da quel momento Djokovic sale di livello e si conquista un setpoint. Il dritto dell’argentino finisce in corridoio e il serbo porta a casa il primo set: è solo la terza volta in tutto il torneo che Delpo cede la battuta.

Nole è più solido, prova qualche variazione in più con alcune intelligenti palle corte, mentre la “torre di Tandil” concede qualcosa di troppo. Avanti 3-2 nel secondo set, il serbo fa la voce grossa e arriva a giocarsi quattro palle break, ma l’argentino le annulla con coraggio: tre per merito suo (con una volée di dritto, un ace e un servizio vincente) e una grazie a una stecca dell’avversario: 3-3.

Nole accusa il colpo e nel game successivo si invertono le parti. Del Potro sale di tono, comanda con il dritto e fa il colpo grosso: ottiene un break a zero, accompagnato dal boato del pubblico (che spera in un match equilibrato): qua e là spuntano alcune maglie biancocelesti della Nazionale argentina di calcio e si sente gridare: “Vamos Delpo!”.

Nel game seguente, il sudamericano va 40-0, poi perde quattro punti di fila e concede una palla break, salvata con una volée di dritto in contropiede, preludio del 5-3. Al momento di servire per il set, sul 5-4, la battuta non lo tradisce: a suon di servizi vincenti, siamo un set pari.

Nel terzo, la musica non cambia. Poderosi missili di dritto da fondocampo e ogni tanto Djokovic finisce disteso sull’erba. Occasione per Del Potro sul 2-2: annullata da Nole con un servizio vincente. L’argentino prende sempre più l’iniziativa e ha altre due palle break sul 3-3. Se le gioca attaccando: prima mette in rete una volée di rovescio (e simpaticamente se la prende con il nastro), poi va vicino al vincente : il suo rovescio finisce di poco in corridoio.

E Djokovic? Tiene botta e aspetta il suo momento, mentre il pubblico si esalta per le “bombe” di Del Potro. Sul 5-4 Nole, ecco una mini-opportunità. Delpo va 0-30, ma poi si riprende alla grande costringendo due volte l’avversario al tappeto sull’erba: quattro punti di fila e 5-5.

Sul 6-5 per Djokovic, l’argentino va sotto 0-40: tre setpoint! Tutti annullati: rovescio lungo del serbo e due punti coraggiosi di Juan Martin, che vince un corpo a corpo a rete e poi esplode l’ennesimo dritto.
Si va così al tiebreak. Tutto regolare fino al 3-2 Nole, poi Del Potro combina la frittata affossando un comodo smash in rete; e subito dopo sbaglia un altro dritto. Djokovic diventa imprendibile e non perde più un punto: 7-2 e seria ipoteca sul match.

Il Royal Box si svuota (tornerà stracolmo per Murray) e all’inizio del quarto set Del Potro non molla, tenendo con autorità i propri turni di battuta. Nel rincorrere le palle corte, l’argentino a volte finisce di slancio nella metà campo di Djokovic, con il quale scambia due battute: la posta in palio è alta, ma il clima è improntato al fair play.

Quando Djokovic va avanti di un break nel quarto (4-3), sembra finita, invece dubito dopo subisce il controbreak. Altro tiebreak, il momento più thrilling del match. Djokovic va 6-4 e ha due matchpoint. Ma l’argentino è implacabile e in entrambi sfonda con il dritto. Il pubblico è in delirio: Delpo ribalta la situazione e conquista l’8-6 grazie a una risposta di Nole in rete.

La spia della benzina è in riserva per entrambi e il quinto set si gioca sui nervi. Del Potro manca una palla break sul 2-2, Djokovic sul 3-3 e il match si decide all’ottavo game. Sul 4-3 Nole, Delpo ha un passaggio a vuoto, esce il suo ultimo dritto ed è break: l’argentino è sulle gambe dopo l’ennesima corsa sfiancante.

Djokovic serve per il match sul 5-3, va 30-40, ma l’ennesima palla corta gli permette di salvarsi. E poi con il rovescio si prende la partita: game, set, match. Vencido y vencedor, siempre con honor.

 

Da Wimbledon, Alberto Giorni

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti