07/07/2013 19:42 CEST - Wimbledon

Quinzi già rilancia la sfida: "Vincerò uno Slam"

TENNIS - Gianluigi Quinzi si racconta dopo il trionfo a Wimbledon. "Quando entro in campo penso che non mi possa battere nessuno" dice. "Vedevo e vedo poco tennis in tv, il mio idolo era Agassi. Ma preferivo lo sci e Tomba". "Non ho ancora la fidanzata, sono sempre in giro per il mondo".

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Gianluigi Quinzi festeggia la vittoria a Wimbledon (Ray Giubilo)
Gianluigi Quinzi festeggia la vittoria a Wimbledon (Ray Giubilo)

"E' stato il miglior torneo della mia vita". Esordisce così Gianluigi Quinzi nella sua prima conferenza stampa da campione di Wimbledon "E' una gioia enorme, non ho quasi realizzato che avevo vinto Wimbledon. Non capivo più niente".

"Il torneo che volevo vincere da piccolo" confessa "sono sempre stati gli Us Open, perché ho iniziato su quella superficie". Wimbledon, però, ha un altro fascino, un'altra storia, un'altra tradizione. E Gianluigi ha una misura immediata dell'importanza di questa vittoria: "Adesso ho 45 messaggi di What's up da leggere (ride)"

Guardare il tennis in tv, racconta, lo annoia (un tratto che ha in comune con un'altra campionessa di Wimbledon, Petra Kvitova, unica giocatrice nata negli anni '90 nell'albo d'oro dei Championships). "Non ne guardavo e non ne guardo molto. Mi piaceva molto Andre Agassi, guardavo quasi tutte le sue partite. Non guardavo tornei così, mi piaceva più lo sci: più veloce, più adrenalina. Tra gli sciatori adoravo Tomba, Hermann Maier, mi piace molto adesso Lindsay Vonn".

Girare il mondo, aggiunge, ha i suoi piccoli lati negativi. "E' difficile avere fidanzate adesso. Quando avrò soldi sarà più facile. Ho tante amiche, però...".

Per la sua carriera, spiega, questo torneo ha avuto e avrà un impatto decisivo. "Questo risultato m'ha aiutato molto mentalmente, perché quando giocavo da junior era difficile esprimere il mio tennis. Qui, questa settimana, ho capito che sono pronto di giocare con chiunque, anche a livello challenger. Sono al 100% fisicamente e mentalmente. Quando entro in campo penso ora che nessuno mi può battere".

Diego Nargiso, l'ultimo italiano ad aver vinto il titolo a Wimbledon (vinse il torneo junior nel 1987 in finale su Stoltenberg) ha detto che il miglior consiglio per Quinzi in questo momento è di non fare il passo più lungo della gamba. E il marchigiano non potrebbe essere più d'accordo. "Giusto, non devi strappare adesso, un passo alla volta. Futures, poi Challenger, poi quando sarò pronto i 250. Quest'anno giocherò quasi solo challenger. Un passo per volta, sempre piano piano".

Riesci a capire il tuo livello attuale, gli chiede Ubaldo Scanagatta. "Sul tennis tennis posso giocare alla pari col 40-50. Ma tutti sanno giocare a tennis. Però mentalmente no, non sono ancora a quel livello.

Molti, gli dice Alberto Giorni, dicono che sei "il nuovo Tomba", il nuovo grande idolo italiano: sei contento? "Sì, molto. Però continuo a lavorare, a seguire il mio allenatore".

Al coach Medica, spiega, "non gli interessa se vinco o se perdo, gli interessa che in campo io esprima quello su cui abbiamo lavorato in allenamento. Poi le vittorie arriveranno. Prima io giocavo bene in allenamento, ma facevo fatica a esprimermi in campo. Lui mi aiuta molto a essere positivo, mi aiuta sempre anche dal punto di vista psicologico. Tecnicamente, in allenamento mi dice quello che devo migliorare per ogni colpo. Però lavoriamo e ragioniamo più sugli schemi: giocare palle pesanti, fare più male col servizio".

A proposito di schemi, gli domanda Vincenzo Martucci della Gazzetta dello Sport, "qual è il tuo gioco?". Quinzi si descrive così: "Quando ero piccolo ero uno che stava dietro, anche se sapevo attaccare, perché avevo paura di sbagliare. Ora ho capito che questo schema non rende, a meno che non hai un fisico come Ferrer. Negli ultimi anni ho cambiato un po' il mio gioco: io sono un giocatore che deve chiudere al terzo, quarto colpo. Adesso vado avanti un po' più spesso".

Dimostra di essere un ragazzo che ha i piedi per terra e gli occhi che guardano lontano. Educato abbastanza da non spaccare racchette (si lamenta solo che in campo parla troppo con se stesso), Quinzi dedica la vittoria "a mia mamma e mio papà, che riescono a farmi andare avanti. Loro spendono tanti soldi per me, sono un ragazzo molto fortunato. Il mio coach che mi segue sempre".

Comunque, Quinzi sa bene dove vuole arrivare. "Io sono sicuro che se farò tutto per bene posso vincere uno slam".

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