13/07/2013 12:39 CEST - PERSONAGGI

Dall’alto di Ivo

TENNIS - Dopo tre mesi Ivo Karlovic è tornato a vincere una partita del circuito. L’ha fatto a Newport, sull’amata erba. “Non sapevo se sarei potuto tornare”. Daniele Vallotto

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Ivo Karlovic
Ivo Karlovic

Quasi tre mesi fa Ivo Karlovic si è dovuto fermare per una meningite virale che ha fatto spaventare tutti gli appassionati. Martedì, dopo un lungo digiuno, il croato è tornato a vincere una partita battendo la testa di serie numero 5 del torneo di Newport, Edouard Roger-Vasselin. La medicina servita dal dottor Ivo è stata quella solita: gli ace. Ne ha serviti 22 contro il francese, 7 contro il canadese Pospisil e 14 contro John Isner. Peccato che ieri l’americano ne abbia messo a segno nove in più di lui estromettendolo così dal torneo americano. Ma per il croato i quarti raggiunti a Newport sono un ottimo risultato dopo lo spavento di aprile. Mentre è a casa con la sua famiglia in Florida, Karlovic sente che il braccio destro gli si sta addormentando. La moglie gli chiede qualcosa ma lui risponde farfugliando. I paramedici gli praticano una terapia endovenosa ma appena se ne vanno Ivo comincia a vomitare e a sentire un forte mal di testa. Viene portato in ospedale a Miami e inizialmente si teme che sia stato colpito da un piccolo ictus. Fortunatamente la diagnosi sarà diversa: una meningite virale che lo costringe a non potersi allenare per più di un mese e a ritornare solo questa settimana nel circuito. Per me è incredibile. Non sapevo se sarei potuto tornare” ha detto il croato, numero 167 del mondo. “I dottori non mi avevano assicurato che avrei recuperato al cento per cento”. Il recupero è piuttosto lungo. Per debellare il virus ci sono voluti parecchi giorni. “Non ero cosciente. Non sapevo più il mio nome e che anno era. Il mio braccio destro era addormentato, avevo forti emicranie e così via. Fosse durato di più, le conseguenze avrebbero potuto essere peggiori”.
A 34 anni il fuoco di Ivo non si è ancora spento. Dopo aver raggiunto il picco della carriera nel 2008, quando raggiunse il numero 14 del ranking e batté Roger Federer a Cincinnati, Karlovic ha subito un infortunio piuttosto serio nel 2010. Il gigante croato dovette fermarsi per un infortunio al tendine d’Achille. La sua stagione finì a Madrid e solo otto mesi dopo, a Doha, Ivo fece ritorno nel circuito. Il 2011 fu un anno di transizione. Per la prima volta dopo sei anni Karlovic chiuse la stagione con un saldo negativo di 16 vittorie e 21 sconfitte (compresa una battaglia ai quarti di Indian Wells con Nadal e persa solo al tie-break del terzo set). Il 2012, però, non portò nulla di buono a Karlovic. Tra marzo e agosto vinse appena tre partite su quattordici. Nel finale di stagione la semifinale di Mosca lenì i dolori di una stagione deludente ma rimediò solo in parte ai cattivi risultati: Dr. Ivo, in un anno, aveva perso quasi cinquanta posizioni chiudendo la stagione al numero 100 del mondo, il suo peggior risultato dal 2002. Con i quarti di Newport Ivo è riuscito finalmente a smuovere la classifica. Non poteva che succedere sull’erba, la superficie che gli ha dato più gratificazioni. Nel 2003 Karlovic causa una delle più grosse sorprese negli Slam battendo al primo turno di Wimbledon - fatto mai successo nell’Era Open - il campione in carica, Lleyton Hewitt. Sempre a Wimbledon raggiunge il suo unico quarto di finale Slam, nel 2009. Infine, sull’erba ha vinto due dei suoi quattro tornei, entrambi a Nottingham.
Naturale che la rinascita di Ivo partisse dai prati verdi, anche se non si è trattato di quelli più prestigiosi di Church Road. Nella battaglia tra giganti ha avuto la peggio ma Karlovic non è tipo da farsi abbattere dalle avversità. Quando aveva 14 anni e non aveva soldi per pagarsi un allenatore aspettava che i campi si svuotassero per praticare il colpo che lo ha reso celebre: il servizio. Quando ne aveva venti, durante un tour in Francia per una serie di tornei ITF, passò una notte a dormire in un bagno pubblico perché lo sponsor che gli aveva promesso di coprirgli le spese non gli aveva spedito nulla. “Non ricordo la città perché giocai vari tornei di seguito. Era freddo e non avevo nulla, per cui decisi di dormire in un bagno pubblico. Quella notte mi chiesi se il tennis faceva per me”. Non che ci fossero dubbi, ma la meningite non gli ha fatto perdere la voglia di scherzare. Quando il sito onthegotennis.com gli ha chiesto con chi vorrebbe scambiare due chiacchiere lui ha risposto così: “Rihanna, Gesù e il presidente Kennedy”. Bentornato, dottore.

Daniele Vallotto

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