22/07/2013 08:46 CEST - Rassegna Nazionale

Uno-due di Fognini dopo Stoccarda vince ad Amburgo Battuto Delbonis. Sul cemento misurerĂ  la sua crescita (Crivelli, Bertolucci, Valesio, Rossi, De Martino, Giorni)

22.07.2013

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Uno-due di Fognini dopo Stoccarda vince ad Amburgo Battuto Delbonis

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 22.07.2013

Stavolta non servono giri di parole: quella dell'ex cavallo pazzo Fognini è una grandissima impresa. Fenomenale. Storica. Perché un italiano, maschio, che vince un torneo costruisce già qualcosa che va molto oltre l'ordinario. Però riuscirci due volte in otto giorni dà la misura non solo di un talento finalmente espresso in pienezza, ma anche di una dimensione tecnica ormai prossima all'empireo. Leggenda e storia Bisogna tornare a Panatta, ai trionfi lontani e imperituri di Roma e Parigi di 37 anni fa, per scorgere il nome di un azzurro capace di trionfare sul circuito due volte di seguito. Certo, quei successi posseggono un alone sacro inavvicinabile nella leggenda del nostro tennis, ma un torneo di peso e prestigio come Amburgo mancava al movimento maschile dal 1991, quando Camporese si impose a Rotterdam contro Lendl. Quindi Fogna può gonfiare giustamente il petto, in due settimane tra Stoccarda e la città sull'Elba ha inanellato 10 vittorie consecutive, regalandosi in pompa magna l'ingresso tra i primi 20 del mondo: «Non mi sarei mai aspettato quindici giorni così, ho giocato un grande tennis, è un'emozione grandissima». Di più: se il numero 19 del ranking appare un premio adeguato e auspicabilmente da ingrandire, la posizione nella Race, cioè la classifica stagionale, lo porta da 13 a ridosso di chi sogna di giocare il Masters a novembre. Gira II vanto Gli americani lo chiamano momentum, è il tocco di grazia che ti accompagna e che può trasformare in oro ciò che prima ti restava tra le mani come carbone. Perché la finale contro Delbonis, l'argentino numero 114 uscito dalle qualificazioni e giustiziere in semifinale del declinante Federer, per errori, nervi tesi e obnubilamenti tecnici è stata ad un passo dal trasformarsi in una scena del passato, del Fognini genio sregolato delle occasioni gettate. Però il. vento adesso è girato e dunque fortuna, concentrazione e determinazione soffiano sulle guance del ligure…..HANNO DETTO  FULVIO FOGNINI (padre) «C'erano volte che non potevo vedere una partita di mio figlio: troppi alti e bassi. Poi abbiamo scelto coach Perlas, con un notevole sforzo economico, ma ne è valsa le pena Fabio adesso ha trovato la giusta serenità» o JOSE' PERLAS (coach) «Chi mi ricorda del giocatori che ho allenato? Forse Moya, perle serietà sul lavoro. Fabio ha ancora limiti inesplorati: quello-che mi colpi la prima volta non fu l'enorme talento, ma come soffriva per non riuscire a sfruttarlo»….

 

Sul cemento misurerà la sua crescita

Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 22.07.2013

Finalmente ci siamo! Aspettavamo questo Fabio Fognini da un paio di anni, incuriositi e affascinati da quel ragazzo talentuoso, spesso in gara con se stesso, che lasciava per strada situazioni favorevoli e che spesso inciampava sul più bello della contesa, rischiando di gettare al vento il suo notevole patrimonio tennistico. Per fortuna il ligure si è incamminato nella giusta direzione, affidandosi alle cure e all'esperienza del coach spagnolo Perlas e sotto la sua guida ha dapprima raccolto soddisfazioni ad intermittenza per poi esplodere con continuità sulla terra tedesca. Giocatore in grado di sviluppare tecnicamente un tennis solido basato su due ottimi fondamentali di rimbalzo, Fabio può permettersi il lusso di guardare dall'alto in basso la maggior parte dei colleghi quando la partita assume connotati prettamente fisici. Messe da parte (speriamo definitivamente) le pause mentali e limitati gli scatti d'ira, può mettere a frutto la mano educata e !'imprevedibilità del suo gioco…..Da questo punto di vista la trasferta sul cemento americano sarà un banco di prova perfetto per continuare, con umiltà, la salita e porre l'asticella sempre più in alto verso misure inebrianti.

Super Fabio. E' il kaiser di Germania

Piero Valesio, tuttosport del 22.07.2013

«SI DICE sempre che ogni grande uomo è tale perché ha al fianco una grande donna. Evidentemente la fidanzata di Fabio è una grande donna.. Parola di Paolo Bertolucci l'ultimo azzurro a vincere ad Amburgo giusto qualche giorno fa: correva l'anno 1977, peraltro battendo Manolo Orantes che valeva certo più di Delbonis. Bertolucci su Fognini e il suo team ha le idee molto chiare: «Hai un bel dire che la donna con cui stai non conta. Guardate le fidanzate di Nadal o di Djokovic: sono ai tornei per stare vicino…. Insomma nella seconda nascita agonistica di Fabio Fognini sarebbe più importante Svetoslava di Josè Perlas, il coach già di Moya e Almagro, che da un anno circa ha trasformato la carriera di Fabio? Trattasi di iperbole, ovvio. Spiega Corrado Barazzutti, il capitano di Davis che nei match contro Croazia e Canada ha curato da vicino il «nuovo. Fognini: «Lui non vinceva perché era incostante. Il fisico reattivo l'ha sempre avuto, il tocco anche. Ma o per un motivo o per un altro (una distrazione, un down, una perdita di tensione) si smarriva lungo il percorso. Adesso non è più così. Penso che Perlas, il quale è bravissimo anche sotto il profilo psicologico, sia intervenuto proprio su questo e Fabio sia stato bravo a seguire la strada che lui gli ha indicato. I risultati si vedono.. Dunque più José di Svetoslava. Lui, il coach iberico ha sintetizzato cosl la giornata di ieri: «Quello contro Delbonis è stato un match molto duro che ha richiesto un grande sforzo tecnico, tattico e fisico da parte di Fabio. Ma l'aspetto predominante è stato quello emotivo. Fabio è stato bravissimo nel vincere soprattutto su quel terreno. Ed è proprio su questo che continueremo a lavorare. Ma per favore: non fateci fretta!». Perfetto, si potrebbe dire: Perlas risponde alla domanda che dopo il doppio successo tedesco è lecito porsi: dove può arrivare il nuovo Fognini? Lontano se lo si lascerà proseguire sulla strada di questa crescita che, seppur tardiva, lascia ampio spazio alla speranza. LUCKY Lui, Fogna, dopo il trionfo anseatico ha usato parole gioiose per commentare il suo successo. Ma soprattutto misurate: «Sono stato fortunato: il mio avversario ha giocato in modo incredibile ma sapevo che stava molto bene che non sarebbe stato per niente facile batterlo. Io sono stato fortunato; è vero, ma questo è lo sporte. Si può parlare di «fortuna» quando un avversario non riesce a capitalizzare tre palle match e poi il match lo perde? Ognuno la può pensare come vuole. Ma il fatto che Fabio abbia adoperato proprio quel termine prima di ogni altro per commentare la sua prestazione, questo invece ci passa un messaggio non difficile da interpretare: Fabio ha capito che il ruolo dello showman a tutti i costi non lo avrebbe portato da nessuna parte. Meglio imparare la nobile arte del low profile. Specie quando si è in possesso di mezzi come i suoi. DURO E adesso? Ha un bel reclamare calma, José Perlas. Perché il nostro da oggi sarà in gara ad Umago per concludere la stagione sulla terra e se possibile infilare un fantastico tris. Ma di qui a poco inizierà la stagione sul cemento americano. Superficie-verità nel senso che niente come il duro fa il punto sulla graduatoria del valori in campo: Fognini può ambire ad entrare fra i primi dieci giocatori al mondo? Dice Bertolucci: «Se c'è una superficie sulla quale il nostro dovrebbe avere più problemi è la terra. Perché lo costringe a tenere alta la concentrazione per un lasso di tempo superiore. In teoria sul cemento uno col gioco di Fognini dovrebbe trovarsi benissimo. Specie dopo aver preso coscienza, come è successo in queste due settimane, del suo valore. I top ten? Una volta entrati nei venti avanzare in classifica diventa molto pia problematico rispetto a prima. Ma Fognini non ha vinto due tornei di fila per caso. Nessuno può dire oggi fino a dove arriverà. Ma possiamo dire che sta lavorando seriamente per arrivarci». Ed è già tantissimo,a ben vedere.


Magnifico Fognini, vince anche ad Amburgo

Paolo Rossi, la repubblica del 22.07.2013

II ragazzo senza mezze misure ha saltato il fosso. Finalmente il tutto, dopo annidi niente. Fabio Fognini entra, per usare un termine a lui congeniale, in tackle a piè pari nella storia del tennis italiano. A modo suo: con dieci partite vinte di fila conquista due tornei Atp (l'altra settimana Stoccarda, ieri Amburgo) e regala al nostro libro delle pagine liete un evento —quello di due tornei vinti consecutivamente — che ci riporta all'indimenticabile 1976, l'accoppiata Foro Italico/Roland Garros di Adriano Panatta. E ora? Trampolino di lancio o illusorio punto di arrivo? I segnali fanno propendere (sperare?) perla prima ipotesi: perché il Fognini dei primi venticinque anni di vita (ora ne ha 26) non avrebbe tenuto questa continuità. Perché il Fognini dei tempi passati — sul 4-6,1-4 in favore dell'altro finalista, l'argentino Delbonis — avrebbe spaccato qualche racchetta e regalato al cameraman di turno una qualche gestualità irripetibile. Invece, con una umiltà sconosciuta ai più, ha reagito ad un'ammonizione del giudice di sedia («ma non stavo perdendo tempo: attendevo una racchetta...»), e ha continuato a giocare come nulla fosse. «Sono stato fortunato» ha detto durante la premiazione, quasi minimizzando la prova del nove appena superata. Un'analisi parziale, se non si aggiunge la fiducia in se stesso, nuova consapevolezza della sua vita. Non si spiega, altrimenti, l'aggancio e l'approdo al tie-break, per non parlare dei tre match-point annullati a Delbonis. ll teizo set è stato un cammino in discesa: 5-1, poi il 6-2. Da oggi Fognini è numero 19 del mondo. Ma non fa bagordi,  non va in vacanza Tiene il low-profile, resta sobrio come ha mostrato sul campo incassando la coppa a forma di elica. Da oggi è a Umago, per sfatare due luoghi comuni: il primo, riguarda se stesso e il suo passato. Il secondo, che il torneo di Amburgo non porta sfiga a chi lo vince, come è accaduto a più d'un tennista.

Fognini entra nella storia

Alberto Giorni, il giorno del 22.07.2013

QUANDO mai si era visto un azzurro vincere due tornei di fila? L'unico precedente risaliva al mitico 1976, anno in cui Adriano Panatta trionfo prima a Roma e poi al Roland Garros. Da ieri i libri di storia vanno aggiornati grazie a un Fabio Fognini «úber alles»: ha conquistato l'Atp di Amburgo, dopo quello di Stoccarda otto giorni fa (i primi due titoli in carriera) e sale al numero 19 del mondo (ottavo italiano top 20 della storia), a pochi punti dalla top 15. DOPO i tanti successi italiani in rosa, la vittoria di ieri (in un «Atp 500») è una delle più importanti degli ultimi trent'anni a livello maschile. Ancora più indimenticabile perché arrivata in un match al cardiopalma, in cui Fognini si è rialzato più volte a un passo dal baratro. Il talento argentino Federico Delbonis (n 114 Atp, da oggi n 67), giustiziere di Federer in semifinale, è stato un osso duro. Fabio era sotto 6-4, 4-2, nel tiebreak del secondo set ha annullato ben tre matchpoint prima di imporsi 4-6, 7-6(8), 6-2 in 2h27': inginocchiatosi sulla terra rossa, è andato subito ad abbracciare il coach spagnolo José Perlas, fondamentale per la sua crescita. Il 26enne di Arma di Taggia ha sempre posseduto un grande talento, ma gli mancava la continuità. Ieri sono riemersi i vecchi fantasmi quando ha discusso con il giudice di sedia per un «warning» (eccessivo) per un cambio di racchetta troppo lento e quando ha scagliato l'attrezzo a terra per la rabbia. MA STAVOLTA Fabio, fascia da pirata in testa, non si è disunito. «Sono stato anche fortunato — ha ammesso mentre Michael Stich gli consegnava il trofeo — ma è lo sport: in queste due settimane mi sono espresso in modo incredibile». I precedenti successi su Haas (n 11) e Almagro (n 15), battuti con un gioco brillante e aggressivo, testimoniano che sul rosso Fognini è tra i primissimi. FIDANZATO con la modella bulgara Svetoslava Simeonova, tifoso di Inter, Genoa e Valentino Rossi, Fabio è pronto per spiccare il definitivo salto di qualità. Ora lo aspetta la terra croata di Umago, poi inizia la stagione del cemento americano: la speranza è che il meglio debba ancora venire.

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