30/07/2013 10:12 CEST - Personaggi

Andrea Gaudenzi: i miei primi 40 anni

TENNIS - Andrea Gaudenzi compie 40 anni. Ripercorriamo allora le tappe della sua carriera, le sue partite migliori attraverso gli articoli di Ubitennis. Dalla semifinale di Montecarlo 1995 contro Muster alla vittoria su Sampras nell'ultima partita di Pistol Pete al Roland Garros. In mezzo l'amore per la Davis e la dolorosa finale di Milano.

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Andrea Gaudenzi
Andrea Gaudenzi

Un simbolo di onestà e di etica del lavoro, un simbolo di un'Italia tennistica che negli anni Novanta cercava e trovava riscatto e soddisfazioni nella Coppa Davis. Andrea Gaudenzi, che oggi compie 40 anni, è stato l'ultimo italiano in top-20 (è stato n.18 nel 1995) prima di Seppi e Fognini, che segue nel ruolo di manager. Ha battuto Sampras al Roland Garros e Roger Federer al torneo di Roma del 2002. Ha ceduto un tendine alla patria, nel primo singolare della comunque indimenticabile finale di Coppa Davis del 1998 contro lo svedese Magnus Norman a Milano. Si è battuto per i diritti dei giocatori, chiedendo nel 1995 premi più alti per chi andava in Davis (quella che Roberto Perrone ha definito “la battaglia del grano”, ispirata dal suo manager di allora, Ronnie Leitgeib) e in nome della correttezza. Ripercorriamo allora le tappe della sua carriera, le sue partite migliori attraverso gli articoli di Ubitennis.

Nel 1990 Gaudenzi vince Us Open e Roland Garros juniores e diventa numero 1 ITF. Nel suo primo anno da professionista, la federazione gli sceglie come coach Bob Hewitt, sotto processo in Sudafrica per le accuse di molestie su sue ex allieve, minori all'epoca dei fatti, tra gli anni Settanta e Novanta. Hewitt, che in conseguenza di queste accuse è stato sospeso a tempo indeterminato dalla Hall of Fame, è stato uno dei più grandi doppisti di tutti i tempi, vincitore di 54 titoli, nove Slam (nel 1977 raggiunse il career Grand Slam a New York), sei major in doppio misto (riuscendo anche qui a vincere tutte e quattro le prove) e una discreta carriera anche in singolare, con semifinali in Australia, quarti a Wimbledon e US Open, dove ha giocato (e perso da Borg) la prima partita nel nuovo impianto di Flushing Meadows, e ottavi al Roland Garros. Con Frew McMillan ha composto una delle più grandi coppie della storia del tennis.

Hewitt l'ha seguito nel primo anno da professionista del faentino, ma i rapporti tra i due sono stati pessimi. Dopo un anno, Gaudenzi per poco non ha smesso col tennis ed è “scappato” in Austria da Ronnie Leitgeb e Thomas Muster.

Nel 1993 raggiunge la prima semifinale ATP, a San Marino, e i quarti a Tel Aviv: perde 67 76 75 da Cherkasov in 3 ore e 54, in quello che resta per anni il più lungo match sulla distanza corta prima di Nadal-Djokovic a Madrid.

L'anno successivo ottiene il miglior risultato in uno slam, gli ottavi al Roland Garros. Al primo turno batte Petr Korda, cogliendo la prima vittoria al quinto set. Korda, ricorda Roberto Perrone del Corriere della Sera, si lamenta per il lungo toilet break che l'azzurro si è preso dopo il terzo set, in svantaggio due set a uno. "Ho giocato col pranzo sullo stomaco: andavo male, non sfruttavo le molte occasioni che lui, non certo eccezionale, mi regalava. Sono andato in bagno, mi sono cacciato due dita in gola e ho vomitato". Supera poi Gilbert e Boetsch prima di sfidare Goran Ivanisevic negli ottavi di finale. Perde in quattro set ma chi c'era ancora ricorda come Andrea,  approfittando di una situazione assolutamente insolita _ l’arbitro ebbe un’ improvvisa necessità fisiologica e si prese un toilette-break _ salì sul seggio dell’arbitro, si impadronì del microfono e disse: “Jeu, set et match Gaudenzì!”. Tutti scoppiarono a ridere, “non so cosa mi passò per la testa, una follia improvvisa” ricorda Andrea ancora oggi.

Dopo la finale persa a Stoccarda nel 1994, a febbraio 1995 raggiunge il best ranking. E ad aprile gioca uno splendido torneo a Montecarlo.

LA COSTA PIU' AZZURRA CHE MAI
Andrea Gaudenzi inizia il suo torneo in maniera perfetta, 62 62 a Petr Korda (n.43 del mondo) e 62 64 all’altro ceco Rikl (n.149). In ottavi piega 16 75 75 Kafelnikov, quarto nel ranking e terza testa di serie, che era sempre arrivato ai quarti in tutti i tornei che aveva disputato dal novembre precedente. Ai quarti l’azzurro non fallisce la prova del nove. Anzi. Di fronte c’è Bruguera, due volte vincitore del torneo e campione del Roland Garros, che però è rientrato da un paio di settimane dopo un mese di stop per un infortunio al ginocchio. I 46 errori non forzati dello spagnolo non possono nascondere i meriti dell’azzurro, che nel primo ha avuto un set point sul 5-4 (salvato da Bruguera con una perfetta palla corta), ha servito per il set sul 6-5 ma chiude solo al tiebreak 7-4. Il colpo tramortisce lo spagnolo, che finisce per cedere 76 62.
In semifinale c’è l’amico e compagno di allenamenti Thomas Muster. L’austriaco sembra sempre sul punto di ritirarsi, ma alla fine vince 63 76. Gaudenzi esce infuriato, nemmeno gli stringe la mano ma i due si chiariscono presto.

GAUDENZI E LA DAVIS: 1996
Dopo aver superato la Russia nel gelo di Roma, arriva sempre al Foro nei quarti il Sudafrica di Ferreira. Nel primo singolare Ondruska sorprende Furlan, ma Gaudenzi con una grandissima rimonta la spunta in cinque sets proprio su Ferreira. Diventa decisivo il doppio, Gaudenzi e Nargiso (coppia letteralmente inventata da Panatta) contro Wayne ed Ellis Ferreira. I nostri vanno due sets sotto, vincono il terzo, poi nel quarto si va al tie break. Si arriva al match point per i nostri avversari, ma un solido servizio di Nargiso lo annulla. I nostri si rianimano, vincono anche il quarto e poi chiudono 6-2 sui Ferreira ormai stremati. Punto decisivo per il passaggio del turno. In semifinale affrontiamo la Francia a Nantes

Gaudenzi e Furlan illudono contro Pioline (che aveva interrotto il rapporto tecnico con il coach-psicologo Henri Dumont) e Boetsch (all’epoca in cerca di allenatore dopo averne provati tanti e aver trovato equilibrio in Scientology). Gaudenzi gioca splendidamente contro il numero 1 di Francia, Pioline vincendo in quattro set. Nel quarto si tuffa su un passante del francese e trova un incredibile pallonetto vincente. Ma quel tuffo gli costa un infortunio al polso sinistro determinante per l’esito del match. L’Italia, avanti 2-0 dopo la prima giornata, vince appena un set nelle successive tre partite. L’ultimo singolare, tra Gaudenzi e Boetsch, è segnato dallo strattone di capitan Panatta alla sedia del giudice arbitro, l’australiano Wayne McEwen. Sul 7-7 nel tiebreak del terzo set aveva osato il primo over-rule in tre giorni su una palla di Gaudenzi data buona, e a ragione, all’azzurro aprendo la strada al quarto match point per Boetsch che avrebbe chiuso solo alla quinta occasione.

1998: UNA SPALLA SU CUI PIANGERE
L'Italia per il terzo anno consecutivo raggiunge le semifinali della Davis, ma stavolta si vince in America e per la prima volta nella storia possiamo giocare la finale in casa. Andrea Gaudenzi è una sorta di “toro” da Davis, con le sue brillanti prestazioni in singolare ed in doppio (con Nargiso) ci ha praticamente condotto all'atto finale. Purtroppo qualche mese prima della finale accusa dei problemi al tendine della spalla. Ma lui ci vuole essere, decide di fermarsi per curarsi e per giocarsi tutto nella finale. Nel primo singolare affronta Magnus Norman, la partita è combattuta e lunghissima. Forse un Gaudenzi nelle condizioni ottimali la chiuderebbe prima, ma si arriva al quinto e lo svedese va avanti 4-0. Qui Andrea da tutto se stesso, rimonta e va avanti 6-5. Ma proprio sull'ultimo servizio il tendine cede.....è la fine....Gaudenzi è costretto al ritiro dopo quasi sei ore di gioco.....addio sogni di gloria......

2002: L'ULTIMA RECITA DI PETE SAMPRAS A PARIGI
Andrea Gaudenzi segna la fine del sogno di Pete Sampras di eguagliare Andre Agassi e conquistare tutti e quattro i titoli dello Slam. La sua ultima recita parigina è drammatica. Iniziata alle quindici, il match si è concluso oltre le ventuno, complici un paio si interruzioni per pioggia, con le lacrime dignitosamente trattenute dal campione sconfitto. Gaudenzi per un giorno torna quello dei tempi migliori, sembra di nuovo il campione con la spalla integra e il fisico tonico. Subisce per tutto il primo set il serve-and-volley di Pistol Pete, ma nel secondo si fa audace e prende campo quel tanto che basta a rendere meno agevole il gioco d'attacco dell'ex numero uno. La prima interruzione, sul 5-4 nel secondo set, restituisce un Gaudenzi rinato, leggero nel vestito migliore, che prende addirittura la rete e comanda. L'orgoglio del campione riemerge, ferito, dopo un terzo set umiliante, ma sul 5-3 Sampras la pioggia accarezza ancora il destino di Gaudenzi e trascina l'americano in un vortice di stanchezza e delusione.


I TRE TITOLI ATP

CASABLANCA 1998
Dopo 5 finali perse, Gaudenzi si aggiudica il torneo di Casablanca superando in finale lo spagnolo Alex Calatrava, n.110 dell'Atp, per 64 57 64.

ST.POELTEN 2001
Gaudenzi annulla il fattore campo battendo a St. Polten (425 mila dollari di montepremi) l'austriaco Markus Hipfl, 23 anni, che è seguito dal suo stesso manager, Leitgeib e da cui aveva appena perso nelle qualificazioni di Montecarlo. Gaudenzi, che arriva in finale battendo tra gli altri Rios e Gustafsson, chiude 60 75 e si prende una bella rivincita con se stesso: “Cercavo qualcosa o qualcuno che mi motivasse ad andare avanti, a tentare di giocare ad alto livello per altri due-tre anni. L' ho trovato”

BASTAD 2001
Terzo successo in carriera per Gaudenzi, che in 75 minuti batte il ceco Bohdan Ulihrach, quinta testa di serie, 75 63.  “Sono veramente molto felice di questo successo”, ha commentato Gaudenzi che contro Ulihrach avevo perso nei quattro incontri precedenti. 

LE SCONFITTE IN FINALE
1994: Stoccarda;
1995: Dubai; San Marino;
1996: Estoril;
1997: Bucarest;
1998: Kitzbühel;


GAUDENZI OGGI
Dal 2012, Gaudenzi è general manager della Real Fun Games dopo aver lavorato con vari incarichi in bwin dal 2006 (capo degli eventi &sponsorizzazioni internazionali, capo del marketing sportivo internazionale, poi nel settore sviluppo business & mercato, e come responsabile d'area per bwin.party digital entertainment).

A cura di Alessandro Mastroluca

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