11/08/2013 09:33 CEST - Montreal Masters

Raonic e Pospisil nella storia

Vasek Pospisil approfitta del ritiro di Davydenko sul 3-0. Raonic supera Gulbis 76 46 64. perfezionando la prima semifinale tutta canadese del Canadian Open. Da Montreal, Gibertini

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Milos Raonic a Montreal
Milos Raonic a Montreal

Sembra davvero la Rogers Cup dei colori canadesi questa edizione 2013 del Masters 1000 canadese: dopo la qualificazione di due giocatori di casa per i quarti di finale (prima volta dal 1989), il giovane Vasek Pospisil, già giustiziere di Berdych in un match thriller giovedì pomeriggio, si è avvantaggiato del ritiro di Nikolay Davydenko nel primo quarto di finale venerdì pomeriggio per raggiungere la sua prima semifinale in carriera di un torneo Masters 1000 (e la seconda in totale nei tornei ATP dopo quella del mese scorso a Bogotà), segnando il primo canadese ad entrare nei primi quattro dal 1969.

Davydenko ha deciso di gettare la spugna dopo un breve consulto con il medico dell’ATP al primo cambio di campo, sul 3-0 Pospisil nel primo set: “Di solito non parlo di quello che ho, lascio parlare i medici ed il fisioterapista – ha spiegato il russo appena uscito dal campo – già ieri sono stato fortunato a portare a casa il match, oggi ho provato a vedere se riuscivo a giocare, ma nel secondo gioco ho capito che non potevo competere a questo livello in queste condizioni. Non so esattamente cosa sia, i sintomi sono simili a quelli della bronchite, ma anche se non sono sicuro che potrò partecipare a Cincinnati la settimana prossima, spero di potermi rimettere in sesto per gli US Open”.

Ovviamente raggiante Posipisil, che in una sola settimana porta a casa più di 135.000 dollari (meno le tasse, che in Canada sono abbastanza pesanti, soprattutto per i canadesi, anche se residenti all’estero come Vasek) ma soprattutto si assicura l’ingresso nei primi 50 del mondo, che gli garantisce l’accesso diretto in quasi tutti i tornei ATP. “Non avrei mai pensato di arrivare in semifinale in questo torneo – ha dichiarato ad una folla di giornalisti canadesi che affollava la sala stampa di Montreal – la vittoria della mese scorso al Challenger di Vancouver era uno dei miei obiettivi, sapevo che era un risultato raggiungibile, ma qui sono entrato solamente grazie ad una wild card ed il tabellone era pieno di giocatori che di solito non affronto. Questo dimostra quanta differenza faccia la fiducia nelle proprie possibilità: ho avuto momenti di bel gioco contro top players prima, ma non ero mai riuscito a chiudere nei momenti decisivi”.
Pospisil ha ottenuto dagli organizzatori di Cincinnati uno special exempt che gli consentirà di entrare direttamente nel tabellone principale senza passare per le qualificazioni. Resta da vedere in che condizione ci arriverà, dal momento che questa settimana è già stata molto faticosa per lui e c’è ancora almeno un altro match da disputare: “Certo questa giornata di riposo è una boccata d’ossigeno che davvero ci voleva. Farò un massaggio ed un bagno nella jacuzzi e poi mi riposerò per tutto il resto del giorno”. Immancabile anche la domanda sulla possibile sfida di semifinale contro Milos Raonic. “Ovviamente ci conosciamo molto bene, siamo cresciuti insieme [entrambi classe 1990, sono un prodotto del Centro Tecnico Nazionale di Montreal] ed abbiamo giocato probabilmente quattro o cinque volte l’uno contro l’altro”. I precedenti parlano infatti di 3 vittorie ad una per Pospisil, con Raonic che ha vinto l’ultima in ordine cronologico (nel 2010 al Challenger di Lexington) e l’unica non disputata in tornei Future.

E la festa dei colori biancorossi (che sono anche quelli della bandiera del Canada, non soltanto quelli degli sponsor del torneo, Rogers e Banque Nationale) è proseguita anche nel secondo quarto di finale in programma, nel quale Milos Raonic è venuto a capo di una partita tutt’altro che semplice contro il giustiziere di Fognini, Ernsts Gulbis, il quale per buona parte del set decisivo era sembrato poter piazzare la zampata vincente, ma che poi è capitolato sul più bello.

Niente di particolare da segnalare nel primo set, se non la grande fedeltà del punteggio alla regola del servizio: nessuna palla break e solamente un game ai vantaggi nei primi undici giochi del parziale. La tensione sale solamente sul 6-5 Gulbis, quando un rovescio totalmente fuori controllo e due doppi falli di Raonic concedono al lettone due set point, peraltro annullati in maniera molto perentoria dal canadese. Si approda al tie break con due punti in più sul tabellino di Raonic, che diventano molto velocemente sei, perché in un attimo il beniamino di casa s’invola sul 4-0, grazie ad un errore di rovescio piuttosto gratuito di Gulbis e del suo quinto doppio fallo del set. Nemmeno la restituzione del doppio fallo sul 5-1 da parte di Raonic (dopo che Gulbis ha frantumato la sua Wilson contro il cemento) riesce a rimettere in corsa il confuso Ernsts, ed il set si chiude con un ace di seconda di Milos dopo 54 minuti di gioco.

Il più classico dei momenti di rilassamento dopo la vittoria di un parziale costa al canadese il break in apertura di secondo set, break che gli risulterà fatale, perché da quel momento Gulbis cederà tre punti nei successivi quattro turni di battuta, per tornare ad inguaiarsi nel decimo game, quando serve per portare il match al terzo parziale. Raonic aumenta il pressing che cerca di portare da tutto il match, e con due errori gratuiti di Gulbis si guadagna una palla del 5-5: un ace la cancella, un doppio fallo gliene dà un’altra, sul quale però il lettone non trema e tira quattro diritti a tutta velocità da una parte e dall’altra del campo, chiudendo il set con grande autorità.

Dopo un’ora e 23 minuti, Raonic ha un punto in più segnato a referto, ma il match è in sostanziale equilibrio. All’inizio del terzo set il livello si alza, Milos deve convertirsi al serve and volley costante per uscire da un primo game complicatissimo, durato 12 punti e nel quale sull’unica palla break concessa vede il nastro fermare un passante di rovescio su cui non avrebbe potuto far nulla. Anche Gulbis non ha vita facile sul suo servizio, ma si disimpegna senza concedere palle break. Il lettone cerca di variare il gioco, spostando l’avversario per provocarne l’errore: saranno 50 alla fine i gratuiti di Raonic, che ha comunque tenuto il piede sull’acceleratore per quasi tutto il match. Sull’1-2 arriva il più classico dei “Gulbis-moment”: un servizio vincente e ben quattro doppi falli nel game (degli 11 in totale) mandano Raonic avanti per 3-1 senza colpo ferire, ma qui il gigante di Thornhill commette l’errore di non consolidare il vantaggio e con tre gratuiti rimette in corsa l’avversario. L’inerzia del match sembra pendere verso Gulbis, che si vede rimontare da 0-30 sul 3-3 da due missili di servizio di Raonic (221 e 222 chilometri orari rispettivamente) conditi da altrettanti diritti vincenti.
Ernsts continua a dominare sui propri turni di battuta e continua a procurarsi occasioni su quelli di Raonic: altra palla break sul 4-4, che questa volta va in fumo con un passante in rete, su un diritto da metà campo molto timoroso del canadese. E come spesso capita, la legge del contrappasso tennistico su abbatte implacabile su colui che non sfrutta le palle break: sul 4-5 il giocatore che per tutto il match era stato più costante negli scambi da fondo spara lunghi un paio di diritti di troppo, e sul match point per Raonic è il rovescio a tradire, ponendo fine alla battaglia dopo 2 ore e 26 minuti.

Se comincio a fare quei passanti che ho sbagliato sul 4-4, magari questi giocatori comincio a batterli – ha sintetizzato Ernsts Gulbis in conferenza stampa – la partita è stata tutta lì, abbiamo servito tutti e due molto bene, impedendoci di darci ritmo l’un l’altro”. Nonostante la sconfitta ha comunque espresso la sua soddisfazione per il buon risultato ottenuto in questa settimana, ed anche quella del suo fan principale. “Mio padre mi ha mandato un SMS, non era qui in Canada. Ha detto che questo torneo è il migliore che mi ha visto giocare da un bel po’ di tempo a questa parte, se non dal punto di vista del gioco, sicuramente da quello mentale. Ed anch’io mi sento allo stesso modo, anche se magari non sono tutti sorrisi tutto il tempo, perché voglio mostrare il mio spirito combattivo. Ma tutto sommato mi sento bene”.

Secondo Raonic la chiave nel match è stata aver servito bene nei momenti importanti, specialmente sui due set-point che ha dovuto fronteggiare nel primo set: ”Fortunatamente molti dei momenti chiave sono venuti sul mio servizio. Rispetto a qualche tempo fa, ora mi concentro più sulla battuta in sé piuttosto che non cosa fare dopo il servizio”. L’avvenimento della semifinale tutta canadese, così come pure la possibilità di entrare nei top 10 in caso di vittoria, non lo scompongono per nulla: “E’ sicuramente un fatto molto importante per il movimento in Canada e per l’effetto traino che può avere, ma dal punto di vista personale, di ciò che devo fare per ottenere gli obiettivi che mi sono prefisso, non cambia nulla”.

Da Montreal, Vanni Gibertini

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