11/08/2013 20:25 CEST - Masters 1000 Montreal

Neanche Nole ferma Rafa sul duro

TENNIS - Nadal continua il proprio percorso netto sul cemento nel 2013: Djokovic ko 64 36 76(2). Finale con Raonic alle 21 italiane. Da Montreal, Gibertini

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Rafa Nadal - Foto di Francesca Sarzetto
Rafa Nadal - Foto di Francesca Sarzetto

Continua l’imbattibilità stagionale di Rafael Nadal sul cemento, che quasi sembra diventata una superficie a lui molto meno indigesta, se presa a piccole (piccolissime?) dosi. Nella seconda partita odierna decisa al tie-break del terzo set ha superato la testa di serie n.1 Novak Djokovic in un match non bellissimo, almeno per un set e mezzo, ma che è salito di tono man mano che la notte avanzava e la temperatura scendeva, e che ha regalato l’emozione finale di un tie break decisivo ad un pubblico che ha dimostrato tutto il suo apprezzamento per questi due campioni i quali hanno messo in campo se non proprio tutto il loro miglior tennis, sicuramente una grande carica agonistica. Forse anche troppa, come dimostrato dal colpo “al bersaglio grosso” tirato a distanza ravvicinata da Nadal sul 2-2, 30-30 del terzo set. Soluzione più che legittima nella circostanza, dato che Rafa stava arrivando in corsa con l’avversario piazzato a rete, e per la quale lo spagnolo si è abbondantemente scusato a più riprese, ma che lì per lì Djokovic non sembrava aver gradito particolarmente: “Era un punto importante, per cui al momento mi sono un po’ arrabbiato - ha spiegato successivamente Djokovic - ma non credo abbia mirato alla mia testa di proposito”.

Al contrario di quanto accaduto per la prima semifinale tutta canadese, l’Uniprix Stadium è pieno fino all’orlo di appassionati che hanno accettato di comprare un biglietto “standing only”, per seguire la sfida in piedi dall’ultima fila delle gradinate. La loro attesa per un classico thriller dall’esito incertissimo viene subito scossa da un Nole piuttosto pasticcione, che con due doppi falli nel game d’apertura cede il servizio da 30-0 e si trova subito a rincorrere prima ancora che i VIP nei palchi delle prime file (che hanno scucito quasi 500 dollari a testa) abbiano arraffato una birra fresca nel ristorante riservato e si siano accomodati a bordo campo.
Rafa dal canto suo non si fa scoraggiare dalle prime risposte messe in tribuna e mantiene un atteggiamento aggressivo soprattutto sulla seconda di Djokovic, il quale fatica non poco a tenere percentuali accettabili di conversione quando non mette la prima (chiuderà il primo set con il 36%), rispolverando anche il servizio versione US Open 2010, con una prima a 205 chilometri orari. Nole continua a litigare con la sua battuta, commettendo un doppio fallo a game fino a metà set, quando si impappina ancora una volta da 40-30 e concede il 5-2 pesante a Nadal, il quale può anche permettersi di cedere il turno di servizio successivo, grazie anche ad un paio di risposte molto arrischiate di Djokovic, e chiudere comunque il set per 6-4 in relativa tranquillità.

Quasi tre quarti d’ora di partita e si sono visti solamente scampoli del grande tennis che questi due possono regalare: certo merito di un Nadal molto concentrato ma ancora piuttosto impreciso quando vuole giocare “da cemento”, ovvero appiattendo i colpi per cercare più penetrazione e senza tutto il top spin che usa sulla terra, ma anche di un Djokovic nemmeno vicino a quello quasi perfetto che aveva cancellato Gasquet solo 24 ore prima. Gli errori gratuiti superano abbondantemente i vincenti, che nel secondo set sono merce tanto rara quanto i parcheggi liberi intorno allo stadio.
A riscaldare gli oltre 11.000 presenti in questa fredda serata canadese (19 gradi) arriva il primo vero scossone del match, nella forma del primo vero scambio ad alta velocità, tipico del “tennis arena” che i due protagonisti hanno sdoganato al grande pubblico con le loro memorabili battaglie. Arriva sul 3-3, 30-15, dopo più di un’ora non dico di sbadigli, ma quantomeno di aspettative parzialmente disattese. Djokovic finalmente trova il campo con maggiore continuità, la seconda ha ripreso a funzionare, e pigia sull’acceleratore. Nadal accusa il ritmo, diventa sempre più impreciso, sbaglia un diritto interlocutorio da fondo che forse non sbagliava dai tempi dell’asilo e, facendosi rimontare da 40-0, cede la battuta per la seconda volta nel match e manda Nole a servire per il set. E per aggiungere un altro po’ di pathos alla vicenda arriva anche un bel pastrocchio del giudice di sedia Gerry Armstrong, che per piro caso non ha combinato una bella frittata: sul 30-15 Nadal gioca un diritto incrociato definitivo che viene chiamato fuori, il “falco” mostra che la palla ha pizzicato la riga, ma Armstrong non annuncia il punteggio di 30-30, con il tabellone elettronico che segna il 40-15. Rafa parlotta con l’arbitro, sembra soddisfatto, ma il pubblico rumoreggia. Si gioca un altro punto e Djokovic mette in rete un diritto: è palla break Nadal, ma il tabellone dice sempre 40-15, e Armstrong non chiama nessun punteggio. Grande confusione in campo, nessuno sembra sapere cosa stia succedendo, fino a quando qualche buon anima aggiorna il tabellone, permettendo a Nole di conquistare tre punti consecutivi e di impattare il match.

Nadal inizia il terzo set continuando ad imperversare da fondo campo, spingendo Djokovic sempre più lontano dalla linea di fondo. Il servizio del serbo però adesso tiene, ed anche grazie a qualche imprecisione di un Nadal sempre più convinto a tirare i suoi colpi da fondo a tutta potenza, riesce a difendere i suoi turni di battuta, anche quando deve fronteggiare le uniche due palle break del set, all’ottavo game. Dal 4-4 in poi chi risponde racimola la miseria di tre punti in quattro giochi, lasciando quindi al tie break l’onere di definire chi dei due dovrà affrontare Milos Raonic in finale.
Il “brise d’egalité”, come lo chiamano da queste parti (il Quebec è l’unico posto al mondo nel quale non si usa né “tie break” come in tutto il mondo non francofono, né “jeu decisif” come al Roland Garros, ma questa traduzione letterale bislacca dell’espressione inglese), vede il diritto di Djokovic naufragare miseramente nei primi punti, permettendo a Nadal di staccarsi sul 5-0, per un vantaggio che si dimostra impossibile da colmare e che permette al maiorchino di esplodere in tutta la sua gioia per la nona vittoria consecutiva sul cemento nel 2013 (su nove incontri) e per la decima finale raggiunta quest’anno (su undici tornei giocati). “Non mi aspettavo minimamente di arrivare in finale in questo torneo – ha detto l’iberico dopo la vittoria – ero mentalmente preparato anche a perdere al primo turno, invece sono riuscito a giocare molto bene in tutti gli incontri, specialmente in quello di stasera, nel quale sono stato sempre aggressivo, come devo fare su questa superficie. Domani contro Milos sarà molto difficile, lui servirà bene, come fa sempre. Dovrò semplicemente fare del mio meglio, e se lui sarà più bravo, sarò il primo a congratularmi con lui”.
Comprensibilmente deluso, ma tutto sommato sereno Djokovic, che si è lamentato particolarmente del suo servizio: “Ho fatto davvero troppi doppi falli stasera, ma è stato un match molto equilibrato, questione di pochi punti, e forse alla fine lui ha giocato meglio”.

Vanni Gibertini

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