28/08/2013 12:16 CEST - Personaggi

Victoria Duval: la forza del destino

TENNIS - Cresciuta a Haiti, Victoria Duval scopre il tennis per caso. A 7 anni banditi armati la tengono in ostaggio. Nel 2010 suo padre Jean Maurice rischia di morire nel terremoto che devasta l'isola: un amico di famiglia paga 18 mila dollari per un volo charter da Atlanta per salvarlo. Era in tribuna a vederla battere Sam Stosur sul Louis Armstrong. Alessandro Mastroluca

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Victoria Duval festeggia il successo su Sam Stosur agli Us Open
Victoria Duval festeggia il successo su Sam Stosur agli Us Open

Mamma Nadine la voleva ballerina. Lei sognava di diventare biologa marina. Ma il destino aveva in mente un'altra strada per la giovane Victoria: il tennis. A 17 anni, Victoria Duval ha vissuto il terrore, il dolore, la paura, la grande gioia. La gioia di calcare l'Arthur Ashe, lo stadio più grande del mondo, l'anno scorso, e di giocare contro il suo idolo e modello, Kim Clijsters. La gioia di tornare a Flushing Meadows, entrare sul Louis Armstrong e, al suo secondo match in uno slam, prendersi il lusso di battere Sam Stosur e vedere suo padre felice in tribuna. Eppure questa storia avrebbe potuto non essere mai scritta.

Victoria, nata e vissuta a Haiti per otto anni, scopre il tennis per caso. Mamma Nadine la porta con sé a Santo Domingo, dove i suoi figli più grandi sono impegnati in un torneo. Il direttore suggerisce a Nadine di far provare a giocare anche Victoria. Così, a 7 anni, entra in campo per la prima volta. Non sa tenere il punteggio, non sa bene nemmeno come impugnare una racchetta, eppure comincia a vincere. È un'epifania. Lascia la danza classica e sceglie il tennis. La passione è sempre più forte e colora il suo orizzonte di bambina che ama i cartoni di SpongeBob (il suo personaggio preferito è Gary il cui motto è “Divertiti”, Have fun) e spera di riuscire a battere i suoi fratelli.

Un giorno però l'orizzonte si oscura e si restringe, assume la forma e le dimensioni della canna della pistola che un bandito le punta contro. Sono in tanti, sono armati e pericolosi. Hanno fatto irruzione in casa, la tengono sotto tiro insieme alla zia e a diversi cugini. Nadine è terrorizzata, e all'inizio nemmeno l'intervento degli agenti che intervengono per catturare i rapinatori e liberare la famiglia la rincuora. Li sente parlare di un'operazione e il primo pensiero va alla chirurgia, forse per deformazione professionale. Nadine infatti è medico e insieme al marito Jean-Maurice gestisce una clinica di ostetricia e ginecologia nella capitale dell'isola, Port-au-Prince. Ma nessuno si è fatto male, per fortuna: gli agenti stavano solo definendo i dettagli dell'operazione di polizia. Non serve molto altro, né molto tempo, per convincere la famiglia a lasciare Haiti. Nadine, Victoria e i suoi fratelli partono per la Florida, Jean-Maurice resta per gestire la clinica ma vola spesso da moglie e figli.

Victoria continua la sua strada nel tennis entrando nell'accademia di Nick Bollettieri. Nel 2009, la famiglia si sposta ad Atlanta, dove inizia a lavorare con Brian de Villiers, coach di Melanie Oudin, che quell'anno raggiunse i quarti agli Us Open (De Villiers sarà poi coinvolto nel burrascoso divorzio tra i genitori di Melanie, con il padre John che l'ha accusato di aver avuto una relazione extraconiugale con sua moglie Leslie). Papà Jean Maurice è con loro a gennaio del 2010. Resta ad Atlanta fino fino a domenica 10, poi riparte per Haiti. Martedì 12 l'isola è sconvolta dal terremoto. Jean-Maurice è sepolto vivo sotto le macerie della sua casa. Viene ritrovato dopo quasi 11 ore di ricerche. Ha il braccio sinistro rotto; le gambe, diverse vertebre e sette costole fratturate; un polmone perforato. Avrebbe bisogno di assistenza medica immediata, ma trovarla a Haiti dopo un terremoto così devastante per l'isola è praticamente impossibile. Jean-Maurice sente che sta per morire e chiama Nadine: “Dì ai bambini che vi voglio bene”. Nadine crolla a terra in lacrime: “No, no, no, non dire così: ce la farai”.

Nadine cerca aiuto. E lo trova. Il buon samaritano è Harry Kitchen, un immobiliarista. Le sue due figlie, Ashley e Natalie, giocano con Victoria al tennis club Norcross. Harry paga 18 mila dollari per affittare un volo charter fino a Haiti e riportare Jean-Maurice a casa. Il papà di Victoria viene curato nell'ospedale di Fort Lauderdale: il braccio rimane paralizzato, non può più esercitare la professione medica, ma sopravvive. Negli anni, Victoria ha incontrato altri buoni samaritani che l'hanno aiutata lungo la strada, come Kathy Rinaldi, con cui si è allenata sotto l'egida della USTA o Billie Jean King che l'ha voluta nella sua squadra del World Team Tennis, i Philadelphia Freedoms, e le ha inviato un messaggio per congratularsi con lei dopo la vittoria su Sam Stosur. Anche il rapper Lil Wayne si è complimentato con lei su twitter per una vittoria che l'ha vista superare non poche difficoltà in campo. Contro la campionessa del 2011, Victoria si è trovata sotto 75 42 con l'australiana a un punto dal 5-2. Ma ha rimontato, ha portato il match al terzo e non ha mai smesso di crederci, nemmeno quando Stosur ha salvato tre match point con altrettante poderose accelerazioni di dritto, il suo marchio di fabbrica.

“Con quello che ha passato” ha detto Kathy Rinaldi, “Victoria ha imparato a vedere le cose in prospettiva. Non la vedrete mai giù. È sempre positiva”. La bambina che voleva diventare biologa marina ha conosciuto abissi ben più scuri. Non ha ballato come sognava sua madre, ma ha saltato di gioia sul campo intitolato al più grande trombettista e cantante jazz al mondo. Diventerai una stella, le hanno chiesto dopo la vittoria. “Se Dio vuole...”.

Alessandro Mastroluca

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